Nervoso, estroverso, amabile, impulsivo o dominante: sono cinque, non cinquanta, le sfumature di gatto cristallizzate dagli scienziati come tratti ricorrenti della sua personalità. A identificarli sono i ricercatori dell’università del South Australia che hanno messo “in analisi” 2.802 gatti domestici ai cui proprietari è stato somministrato un questionario con 52 items significativi. Il risultato è lo studio Feline Five, pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, che spinge avanti di un gran passo la letteratura etologica sui felini: “Benché i gatti siano animali da compagnia popolari – scrivono gli scienziati – la ricerca tende a trascurare la valutazione della personalità per la loro gestione e cura”. Per la verità la scienza si sta variamente applicando sullo studio del micio. In Giappone l’hanno messa sul tecnologico creando Qoobo, il primo gatto surrogato che no, di fusa non ne fa, ma neppure graffia i mobili né richiede cambi di lettiera.
Gatto protagonista anche agli IgNobel 2017, dove è risultata vincitrice del poco ambito riconoscimento la ricerca che prendeva a presupposto la domanda: può un gatto essere sia solido che liquido? Il fisico francese MarcAntoine Fardin ha scomodato la dinamica dei fluidi per indagare la capacità del tigrotto di casa di affrittellarsi o appallottolarsi su-in-tra qualunque cosa. Concorrenza sbaragliata senza appello. Cerimonia di premiazione ufficiale ad Harvard.