Traghetti, navi da crociera, cargo: sono in numero sempre crescente i grandi mezzi navali che si dotano di sistemi gps anticollisione dedicati specificamente ad evitare lo scontro coi cetacei. La rotta che vede il più alto numero di impatti con balenottere, delfini, capodogli & Co. è quella che incrocia l’area del Santuario Pelagos, specchio di Mediterraneo condiviso tra Italia – Sardegna, Toscana e Liguria – e Francia, oltre che col Principato di Monaco. Proprio i sistemi satellitari hanno tra l’altro consentito a Ispra e Istituto Tethys – che anche nel giugno scorso a Sanremo ha organizzato la corsa per le balene Run for the Whales, mezza maratona a scopo benefico e di sensibilizzazione – di documentare in uno studio pubblicato su Scientific Reports come le balenottere, in particolare, a fine inverno si spostino in banchi verso nord fino all’Alto Tirreno.
Qui i grandi mammiferi marini trovano maggiori e migliori fonti di nutrimento, ma per arrivarci ecco il rischio patatrac, con pericolo tanto per i cetacei, quanto per la nave che eventualmente li può impattare e per chi vi si trovi a bordo.
Secondo il Wwf la media annua di collisioni solo all’interno del perimetro del Santuario Pelagos è di 40 eventi. Nella metà dei casi, lo scontro porta alla morte del mammifero marino, con incidenza massima della mortalità tra le balenottere comuni. Per le navi oltre i 24 metri che battono bandiera francese è già obbligatoria la dotazione di dispositivi che segnalino i cetacei, consentendo di evitarli e nel contempo di ottenere dati di monitoraggio a scopo scientifico e statistico. In Italia no, ma gli armatori si stanno attrezzando.