PIANETA ANIMALI  a cura di Monica Nocciolini
ARRIVANO I ROSPODOTTI
01/02/2019


SELVATICI - Rospo comune 2
Attenzione! Attraversamento rospi! Sono in numero sempre maggiore, sulle strade extraurbane, i cartelli di pericolo, quelli triangolari a fondo bianco con bordo rosso che al centro, in nero, raffigurano lui: il ranocchio.

Nessuno scherzo di qualche artista burlone, piuttosto un provvedimento a tutela dell’anfibio che ogni primavera – quando dalle tane si sposta con movimenti notturni di massa in cerca di acque stagnanti ove riprodursi – subisce autentiche stragi finendo sotto le auto in transito. A loro volta, i mezzi che passino sulla scena dell’accidentale crimine restano esposti a maggior rischio, poiché i corpicini rendono l’asfalto assai scivoloso. E dunque si impongono presidi di protezione tanto dell’uomo quanto della fauna selvatica.

Nascono così i ‘rospodotti’ con tanto di segnaletica dedicata. Possono essere tubi, di norma hanno un diametro sui 40 centimetri, ma anche tunnel, canali a bordo strada, passaggi sopraelevati… dipende anche dalle condizioni morfologiche della zona interessata. Sempre ci sono opere accessorie atte a convogliare i rospi in fregola amorosa esattamente verso i percorsi creati per loro ormai un po’ ovunque da Piombino, sulla costa livornese, al Piemonte nel Parco Naturale dei Laghi di Avigliana, o nell’Imperiese, giusto per fare qualche esempio.

Alle nostre latitudini, vittima deputata degli pneumatici è il rospo comune, quello che nel 1758 Linneo battezzò Bufo bufo e la cui presenza - anche a voler prescindere dalla tanto fiabesca quanto remota possibilità che in lui si celi un principe pronto a palesarsi in caso di bacio – è gradita agli agricoltori come fattore d’equilibrio di interi ecosistemi grazie al suo nutrirsi di insetti, piccoli invertebrati, larve, lumache e vermi dannosi alle colture.