Un lungo abbraccio, vero, profondo, commovente quello tra la moglie del compianto Generale Arnaldo Ferrara e il Generale Nicolò Mirenna, suo collaboratore e amico sincero. È stato forse questo il momento che più di altri ha sublimato il pomeriggio del 29 novembre, al Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri.
Un abbraccio che ha fuso simbolicamente le due famiglie del Generale Ferrara, quella nata dal matrimonio con la Signora Macrina e quella dell’Arma, “sposata” il 20 maggio 1941, al termine dei regolari corsi d’Accademia, e mai abbandonata anche quando non più formalmente in servizio. Entrambe le famiglie erano al completo, quel pomeriggio di novembre. Per l’Arma, i Vertici in servizio e in congedo. Per la famiglia Ferrara, a ricordarlo a un anno esatto dalla sua scomparsa, tra gli altri la vedova, il figlio Roberto, la nuora e i nipoti.
La cornice è stata quella della pinacoteca di piazza Risorgimento a lui tanto cara e allestita sotto la sua sapiente guida; l’occasione la presentazione del volume I Carabinieri, ultimo suo impegno editoriale, che conclude la serie di cinque volumi della Storia documentale. Ma il Comandante Generale ha voluto che a quel libro ne fosse affiancato un altro: Una Vita per le Istituzioni. Il Generale C.A. Arnaldo Ferrara, curato dal Colonnello Roberto Riccardi, Capo Ufficio Stampa del Comando Generale e affermato scrittore che, nella stesura, si è avvalso anche dei contributi dello storico Professor Emilio Gentile e del Generale Mirenna: pagine splendide, nelle quali è descritto il profilo professionale e privato di uno degli Ufficiali che hanno contribuito a scrivere la storia dell’Arma nello scorso secolo (i due libri, riuniti in un cofanetto, sono pubblicati dall’Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri).
Dopo il saluto di benvenuto del Colonnello Alessandro Della Nebbia, Direttore del Museo, a presentare il volume I Carabinieri è stato il Maresciallo Capo Vincenzo Longobardi, che ha assistito il Generale nella redazione dell’opera, divenendone testimone privilegiato. Il Maresciallo ha ricordato un adagio caro al Generale: «Non c’è storia senza documento», e nel volume di documenti ne sono riportati tanti, presenti insieme a due luoghi simbolo per l’Arma: il Comando Generale e il Museo Storico. Un testo che apre con l’immagine che riproduce l’ingresso del Comando di viale Romania, tratteggiato come un bozzetto a matita. Luogo particolarmente significativo per l’Istituzione, dove il Generale Ferrara ha svolto, per un decennio, l’incarico di Capo di Stato Maggiore. Particolare risalto viene dato anche al Museo Storico, per l’alto valore simbolico e spirituale che riveste per tutti i Carabinieri. Il testo è costruito seguendo una linea cronologica che parte dal 1814 e mostra gli attenti studi compiuti dal Generale nel corso della sua attività: piantine, disegni, progetti, opere in bronzo che lui stesso ha realizzato o fatto realizzare da noti artisti sulla base di suoi progetti, destinati a ricostruire o a incrementare pagine di storia dell’Istituzione. Nel testo il Generale sottolinea più volte quegli antichi Valori che hanno animato l’Arma sia in pace sia in guerra, in difesa dello Stato e della sua gente, pur con gravi perdite in termini di Caduti e feriti.
Il Colonnello Riccardi ha reso poi all’attenta e nutrita platea gli aspetti della vita privata dell’Ufficiale, quelli còlti dal piacevole ascolto dei racconti della moglie, in particolare, ma anche degli amici e dei colleghi, sapientemente riportati nel testo. Una scia di altrettanta brillantezza caratterizzava l’Arnaldo Ferrara “uomo”. Onnivoro nelle letture, nutriva i più variegati interessi, dall’amore per il mare al modellismo, dall’astronomia alla pittura, dalla musica alla scultura. Ad attrarlo anche i presepi napoletani, che a casa erano suo esclusivo appannaggio.
Il profilo dell’Uomo in uniforme è stato tracciato dal Generale Mirenna, che ha voluto evidenziare, anche a beneficio degli Ufficiali Allievi presenti, la figura severa, autorevole e mai autoritaria di quel superiore che lo volle al Comando Generale per destinarlo all’allora Ufficio Ordinamento e Legislazione. Non sono mancati poi i ricordi più remoti della campagna di Russia e della lotta partigiana, alla quale il Generale Ferrara prese parte da subito, senza dubbi su quale fosse la parte con cui stare; un’esperienza dalla quale sarebbe scaturita tra l’altro l’amicizia con il Presidente Sandro Pertini, di cui fu Consigliere per l’Ordine Democratico e per la Sicurezza durante il periodo di permanenza al Quirinale.
«Una carriera caratterizzata dalla costante visione del futuro con un forte amore per la Storia»: lo ha ricordato così invece il Comandante Generale Tullio Del Sette. «Sue molte intuizioni che negli anni futuri connoteranno l’Arma. Una su tutte: la creazione dei Reparti speciali a tutela degli interessi diffusi dei cittadini». «Un Uomo dagli alti ideali e dal forte attaccamento alle Istituzioni», ha concluso il Vertice dell’Arma, «che ha dedicato sino agli ultimi giorni di vita ogni risorsa umana e culturale all’Istituzione».
Un esempio di come passione, amore e impegno per il servizio possano essere la base per fare grandi cose.