Mentre a Parigi, il 12 dicembre, si teneva la conferenza sul clima intitolata “One Planet Summit”, voluta dal Presidente francese Emmanuel Macron in occasione del secondo anniversario dell’Accordo di Parigi, ai convenuti è giunta la notizia che dall’anno prossimo la Banca Mondiale non finanzierà più l’esplorazione e soprattutto l’estrazione di petrolio e gas dal sottosuolo.
Una buona novella che potrebbe essere un segnale concreto nella lotta per limitare il riscaldamento globale che sta avanzando senza tregua: per mantenere il limite invalicabile di 1,5°- 2°C , pena il collasso del Pianeta, dovremo andare molto più veloci nel decarbonizzare l’economia.
Se a Parigi si festeggia la notizia, a Berlino altri dati inducono un ottimismo non episodico circa il sorpasso della produzione di energia eolica che a volte lì supera l’80 per cento nei confronti di altre forme di energia rinnovabile. Il resto d’Europa resta a meno del 10 per cento, con un tasso per l’Italia di circa il 17.
Coloro che formulano dubbi sulle possibilità di aumento nel nostro Paese del numero delle pale eoliche, sostengono che la potenza e l’intensità dei venti italici non sono confrontabili con quelle che discendono dai mari del Nord e postulano che soluzioni accettabili possano essere individuate solo negli impianti off shore in mare, i cui costi stanno calando vertiginosamente assieme ad una compatibilità paesaggistica che potrebbe aumentare in futuro.
Per quanto riguarda l’energia solare (che data la posizione geografica e climatica del nostro Paese non dovrebbe farci difetto), l’Italia copre l’8 per cento delle sue esigenze, seguita dalla Grecia (7,4 per cento) e dalla Germania (7,1 per cento).
Quest’anno, a causa della siccità, il contributo delle energie rinnovabili in Italia è addirittura in diminuzione, perché l’idroelettrico soffre, con tutta evidenza, della carenza di acqua. È dunque necessario che il dibattito si focalizzi su come accelerare gli investimenti sulle fonti pulite, innanzi tutto sul solare e sull’eolico, e non ancora sulle infrastrutture fossili, sia pure per il gas.