
Testo pagina di sinistra
Il viaggio di seicentocinquanta chilometri durò cinquanta giorni. Il giorno 17 giugno del 1841 la questura di Montevideo registrava l'arrivo di Giuseppe Josè Garibaldi, della moglie e del figlio. Ardeva la guerra contro l'Argentina. Garibaldi viveva miseramente, indossava un poncho per celare gli abiti malandati. Montevideo era attaccata dalle forze argentine e il governo uruguayano nominò Garibaldi comandante della Esquadra Orientale terrestre. Ancora non portava la camicia rossa. Ben presto, nel gennaio del 1842, fu nominato colonnello della flotta uruguayana. Così poté tornare a solcare i mari. La sua situazione economica migliorava, ma non molto. Tuttavia il 26 marzo successivo sposava Anita in chiesa, e per pagare la funzione dovette vendere l'orologio d'oro che portava al taschino. Anita, forte e selvaggia per natura, era costretta a rimanere in casa, mentre il marito era impegnato al fronte, per cui era diventata particolarmente apprensiva e perfino gelosa. Un giorno Garibaldi tornò sulla nave con i capelli tagliati assai corti. Un Ufficiale suo amico stupito da quella metamorfosi, lo apostrofò dicendogli: "Colonnello, perché mai vi siete fatto tagliare così drasticamente i vostri stupendi capelli?". Lui rispose: "Cosa volete, amico mio, mia moglie è gelosa. Dice che porto i capelli lunghi per dare nell'occhio alle belle. Mi ha tanto torturato, e io, in nome della pace domestica, ho finito col potarli".