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Calendario storico

Anno 1987



Pagina sx. mese febbraio 1987 Pagina dx. mese febbraio 1987 - I Carabinieri guardie del Presidente della Repubblica




I Carabinieri guardie del Presidente della Repubblica

Nell'ammirarli, montati in perfetto allineamento sui loro superbi cavalli, con l'elmo a lunga criniera, la rilucente corazza, i paramani di pelle candida come i pantaloni chiusi negli alti stivali, quasi li credereste usciti da una stampa d'altri tempi e - per effetto di un prodigio - inseriti nella realtà dei nostri giorni. Eppure, anche quando sono alla guida delle potenti motociclette in scorta d'onore, vestiti della severa uniforme a giacca blu e pantaloni azzurri a doppia banda nera, essi sono autentici militari dell'Arma, i Carabinieri Guardie del Presidente della Repubblica. E lo sono dal 1868, allorché il primo squadrone di Carabinieri Guardie venne costituito a Firenze nell'occasione di un matrimonio regale, assumendo automaticamente l'eredità di quelle Guardie del Corpo che risalgono al 1560, quando Emanuele Filiberto formò una Compagnia di Archibugieri a cavallo.
Da oltre un secolo la simpatia degli italiani li designa col nome di "Corazzieri" e si alimenta di continuo, ogni volta che i Carabinieri Guardie sfilano nelle cerimonie solenni in onore dei Capi di Stato in visita nel nostro Paese o presenziano con immobilità statuaria alle celebrazioni nelle quali interviene ufficialmente il Capo dello Stato.
Ciò che differenzia, in realtà,i Carabinieri Guardie dagli altri militari dell'Arma non è soltanto l'eccezionale statura, ma il criterio particolare della loro selezione, già pur tanto accurata per tutti i Carabinieri, che dovrà assicurare la loro piena attitudine al delicatissimo e faticoso servizio al quale sono destinati.
L'addestramento dei Corazzieri si svolge interamente nel chiuso della loro Caserma, poco distante dal Quirinale, che, per essere stata dal secolo VIII l'edificio della Chiesa di S. sembra conservare un certo senso di sacralità.
Per prima cosa vi si procede alla vestizione Carabiniere Guardia, il cui corredo consiste in una varietà di uniformi che va da quella di Gala a quella di Media Gala, dalla Grande Uniforme a quella Ordinaria, da Campo, da Cavallo e da Fatica, tutte confezionate su misura dal capo-sarto, meno quanto, è di competenza del capo-armaiolo per la corazza, l'elmo e gli altri accessori in metallo. Contemporaneamente si svolge la preparazione militare e fisica, culturale e sportiva del Corazziere, che alla cognizione delle norme dei regolamenti militari deve accompagnare quella relativa ad ogni s impiego dentro e fuori del Quirinale, il perfetto dominio del cavallo e della motocicletta, l'eleganza del portamento, la capacità di resistenza alla prolungata posizione eretta ed immota.
Come tutti i Carabinieri, i Corazzieri non esenti dal partecipare alle operazioni belliche in difesa della Patria. Il loro contributo di sangue alla causa della Grande Guerra è testimoniato dalle Medaglie d'Argento al Valor Militare concesse alla memoria di due intrepidi Carabinieri piloti: il Brigadiere Guardia Albino Mocellin, caduto nei cieli di Zarnec, e il Carabiniere Guardia Italo Urbinati, falciato da una raffica di mitragliatrice mentre bombardava a bassissima quota le posizioni nemiche. Egualmente, molti Corazzieri hanno dato prova del loro amor patrio aderendo, dopo l'8 settembre 1943, al movimento della Resistenza esponendosi ad ogni sorta di pericoli. Il Carabiniere Guardia Calcedonio Giordano, arrestato per la sua appartenenza al Fronte militare clandestino, sopportò barbare torture durante la detenzione e cadde nell'eccidio del Fosse Ardeatine. Alla sua memoria venne concessa la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Così, da ben oltre cent'anni, i Carabinieri Guardie sono i testimoni costanti, silenziosi e sicuri di tutti gli eventi che si svolgono nel palazzo dove, dal 1871, si sono succeduti i re d'Italia e da quarant'anni svolge le sue funzioni il primo cittadino della nostra Repubblica. E nulla, da allora, ha subito mutamenti negli Squadroni dei Corazzieri, all'infuori del monogramma sulle uniformi e sulle gualdrappe dei cavalli, oggi costituito dalla cifra R.I., perché la fedeltà alle Istituzioni è immutabile come il retaggio dell'Arma alla quale hanno l'onore di appartenere..