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Comunicati Stampa

Manette prima al padre e poi al figlio
Comando Provinciale di Savona - Cairo Montenotte (SV), 08/02/2024 13:58
Si è conclusa la settimana scorsa con un arresto la vicenda di due cittadini albanesi, padre e figlio, cominciata molti mesi addietro. Nel maggio 2023 i Carabinieri della Compagnia di Cairo Montenotte avevano avviato sui due uomini accertamenti che avrebbero poi consentito di indagarli per diversi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel successivo mese di agosto 2023 gli investigatori avevano proceduto con un controllo nei confronti del più anziano dei due, un 59enne già noto alle Forze dell’Ordine ed espulso dal territorio italiano con divieto di ritorno per dieci anni. In quel frangente l’uomo aveva esibito un passaporto falso, senza tuttavia riuscire a ingannare i carabinieri, che lo avevano arrestato per il possesso del documento contraffatto, false dichiarazioni, rientro clandestino nel territorio nazionale e il porto di un coltello a serramanico. A dicembre scorso poi, a conclusione di articolate indagini, padre e figlio erano stati segnalati alla locale Autorità Giudiziaria per altri episodi di spaccio di stupefacenti, assieme a due fiancheggiatori italiani indagati per favoreggiamento personale. Si arriva così ai primi giorni del corrente mese, in cui i carabinieri di Carcare sono riusciti a individuare il figlio 36enne, a sua volta già plurisegnalato e in possesso di svariati alias, nel frattempo raggiunto, come il padre, da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere proprio per il concorso in spaccio di stupefacenti continuato. Anche il 36enne ha fornito ai militari false generalità e un passaporto contraffatto, ed esattamente come nel caso del familiare ha peggiorato solo la sua posizione. Dopo il suo arresto, infatti, è stato indagato anche per il possesso del documento falso e le dichiarazioni mendaci, quindi accompagnato presso il carcere di Genova Marassi, dove si è ricongiunto con il genitore e dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Savona. Il procedimento è nella fase preliminare, tutti i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità degli indagati, non essendo stata assunta alcuna decisione definitiva da parte dall’Autorità Giudiziaria.