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"Acque agitate" dallo spaccio di cocaina
Comando Provinciale di Pescara - Penne (PE), 06/11/2024 14:12
I Carabinieri della Compagnia di Penne hanno dato esecuzione ad un un'ordinanza applicativa di misura cautelare nei confronti di tre persone. Gravato dalla più afflittiva misura della custodia cautelare in carcere è un uomo di 51 anni, mentre è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari sul conto di un uomo di 52 anni e di un uomo, con precedenti specifici, di 37 anni. Sui tre soggetti sono emersi gravi, univoci e concordanti indizi in ordine a plurime cessioni
di cocaina nell'area vestina.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pescara, all'esito di un'articolata e complessa attività di indagine condotta dall'Aliquota Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Penne, sotto la direzione ed il coordinamento della Procura di Pescara.
L'indagine dei Carabinieri, denominata "Acque agitate", avviata nei primi giorni del mese di aprile 2024, caratterizzata dallo svolgimento di attività tipiche (servizi di osservazione, pedinamento e controllo, rilievi fotografici e videoriprese) e di intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha fatto emergere una fiorente e frenetica attività di spaccio da parte del 51enne, al quale sono stati contestati ben 18 diversi capi di imputazione relativi ad altrettante cessioni di stupefacente. Nel corso dell'attività è emerso, infatti, che l'uomo era dedito in modo sistematico e continuativo allo spaccio di cocaina, tanto da costituire un vero
e proprio punto di riferimento per numerosi assuntori di Farindola, Montebello di Bertona e Penne, tutti identificati ed escussi a sommarie informazioni ed alcuni dei quali, in palese contrasto con le risultanze investigative emerse, denunciati favoreggiamento.
La spregiudicatezza del 51enne, ampiamente dimostrata durante l'attività investigativa e sostenuta dal Pubblico Ministero e dal Giudice per le Indagini preliminari, ha evidenziato come lo stesso, maturando nel corso di una pluriennale, reiterata e sistematica attività di spaccio di droghe pesanti una sorta di insospettabilità e la presunta consapevolezza di non essere soggetto a controlli. I luoghi preferiti per esercitare l'attività illecita venivano individuati nella sua abitazione o nella vicina azienda agricola, situata a poche centinaia di metri, dove l'indagato trascorreva gran parte delle proprie giornate alternandosi tra lavori agricoli e spaccio di cocaina.
In alcune occasioni, si è avvalso della complicità e dell'aiuto del cugino 52enne per la consegna e la vendita degli stupefacenti, motivo per cui quest'ultimo è stato raggiunto dalla misura degli arresti domiciliari.
E' apparsa allarmante e sintomatica di lucida pericolosità anche la conversazione captata dai militari della Compagnia di Penne, nella quale il 51enne, nel frenetico tentativo di approvvigionarsi di una "mezza chilata" di cocaina da rivendere, prendeva contatti con un uomo gravato da specifici e recidivi precedenti di polizia e penali per il reato di spaccio (dal quale acquistava come campione di prova circa 10/12 grammi), per il quale l'Autorità Giudiziaria ha emesso la terza misura cautelare degli arresti domiciliari.
L'attività investigativa culminava agli inizi di giugno quando, al termine di un servizio di osservazione, controllo e pedinamento, il 51enne veniva tratto in arresto in flagranza di reato, poiché trovato in possesso di sette dosi di cocaina, un bilancino di precisione, materiale per confezionamento ed oltre ventimila euro, posti sotto sequestro, poiché ritenuti essere frutto dell9attività di spaccio. L'arresto in flagranza ed i riscontri effettuati tramite l'assunzione dei consumatori che acquistavano abitualmente la cocaina dall'uomo, ha creato grande preoccupazione nei centri coinvolti dalle indagini: da qui il nome "acque agitate" dato convenzionalmente alle indagini.
Proprio il contesto ambientale e la posizione rivestita dallo spacciatore, conosciutissimo in zona, hanno dimostrato anche il possibile inquinamento probatorio, fondato sulla capacità intimidatoria riconosciuta all'uomo che dovrà infatti rispondere anche del reato di estorsione: le indagini, infatti, hanno dimostrato che in un'occasione l'uomo ha minacciato un assuntore che aveva contratto con lui debiti di droga per 300 euro, paventando la possibilità di andare a raccontare i fatti ai genitori del ragazzo.
Terminate le operazioni di rito, il 51enne è stato tradotto presso la casa circondariale di Pescara, mentre gli altri due soggetti sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.
E' importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che la colpevolezza degli indagati dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.