RISERVA NATURALE ORIENTATA MURGE ORIENTALI

Regione: Puglia
Provincia: Taranto
Comuni: Martina Franca e Massafra
 

Istituzione: DM 29 Marzo 1972
Proprietà: Demanio dello Stato
Altitudine: 350-517 s.l.m.
Estensione: 733 ha

Altre indicazioni e classificazioni:
SIC (Direttiva 92/43/CEE) IT9130005-Murgia di Sud-Est
ZPS (Direttiva 79/409/CEE) IT9120007-Murgia Alta

Organo di Gestione:
Reparto Carabinieri Biodiversità di Martina Franca (TA)
Via Alcide de Gasperi, n.3
Tel 080/4306471 Fax 080/4833156

 

  1. Flora
  2. Fauna
  3. Itinerari e Punti di Interesse
Fragno

Descrizione e cenni storici

Il Fragno (Quercus trojana) è una specie vegetale arborea considerata, in Italia, come pianta rara a diffusione limitata in alcune aree della provincia di Matera e in diversi distretti della Puglia centro-meridionale. In vero, nell'agro di Martina Franca (TA) esso risulta frequente sia allo stato puro che misto al leccio o alla roverella. Facendo riferimento all'intero areale sul territorio italiano la specie, nell'agro di Martina Franca ed aree contermini, trova le migliori condizioni di vita. Tuttavia, bisogna continuamente sorvegliare sul suo "status" conservativo in quanto è da temere una sua regressione, le cui cause maggiori sono imputabili al progressivo mutamento climatico. Il mondo accademico da tempo ha espresso le sue preoccupazioni in tal senso ed ha stimolato il potere politico ad assicurare un maggiore regime conservativo attraverso la costituzione della attuale Riserva Naturale Orientata "Murge Orientali". A tale riserva statale è stato dato il compito di garantire la protezione, la conservazione, la diffusione ed il miglioramento del Fragno e delle svariate entità che compongono la sua "Associazione".
I territori forestali protetti si alternano a terreni agricoli e a fantastiche strutture rurali tipiche della zona dei Trulli, molte delle quali costruite 200-300 anni fa. Il clima, di tipo mediterraneo con periodi estivi caldi e siccitosi, unitamente al caratteristico strato pedo-geologico delle Murge, ha plasmato un ambiente di considerevole importanza naturalistica le cui radici si intrecciano intensamente con la storia dell'uomo.
 
 

 
 
Fiori

Flora

I complessi forestali della Riserva sono ascrivibili prevalentemente all'Associazione Euphorbio apii - quercetum trojanae; ricchi di querce con prevalenza assoluta di Fragno (Quercus trojana). A queste si consociano, quasi sempre in forma secondaria, Quercus pubescens, Quercus virgiliana e piccoli gruppi di Quercus cerris. Quest'ultima, frequentemente, si ibrida con il Fragno.
Nelle zone più soleggiate è il leccio (Quercus ilex) che prevale sul Fragno; in questi ambienti le associazioni arboree spesso degradano verso formazioni di macchia mediterranea o addirittura a garighe. Sono anche presenti comunità vegetali tipicamente steppiche dove, tra l'altro, vive la Stipa austroitalica, pianta tutelata dalla Direttiva 92/43/CEE.
Su alcune pareti calcaree con vegetazione casmofitica vive la rara Campanula versicolor. Uno studio tutt'ora in atto, sulla biodiversità, ha stabilito che le specie vegetali presenti nella Riserva non sono meno di 400 unità di queste circa il 35% sono stenomediterranee, il 28% eurimediterranee, il 16% specie ad ampia distribuzione, il 14% eurasiatiche, il 4 % endemiche, il 2% mediterranee-montane e 1% atlantiche. Prevalgono per il 38% le terofite, seguite dalle emicriptofite per il 31%, geofite per il 19% , fanerofite per il 6%, camefite per il 4%, nanofanerofite per il 2%. Fra le endemiche si ricordano: Carduus micropterus subsp. perspinosus, Centaurea centaurium, Centaurea deusta subsp. deusta, Crepis apula, Crepis corimbosa, Crocus thomasii, Echinops siculus, Iris pseudopumila, Linaria purpurea, Ophrys celiensis, Ophrys oxyrrhincos, Ophrys tarentina, Ornithogalum adalgisae, Stipa austroitalica, Teucrium siculum e Thymus spinulosus.
Inoltre la riserva è ricca di orchidee (fin'ora se ne sono state individuate ben 30 specie) ed ospita pochi esemplari diCrambe hispanica e Jonopsidium albiflorum, iscritte nelle liste rosse entrambe come specie minacciate di estinzione in Puglia.
 
 

 
 
Tartaruga

Fauna

L'ambiente delle Murge, com'è risaputo, da secoli è stato trasformato dalla mano dell'uomo sostituendo ai boschi o ad altri ambienti naturali l'attività agricola. La Riserva naturale proprio perché gode di un maggior regime protezionistico ancora conserva e protegge diversi mammiferi, quali: cinghiali, volpi, ricci, faine e lepri.
Fra gli uccelli si segnala anche la presenza del pettirosso, del rigogolo, del cardellino e dell'upupa che trova negli abbondanti muri a secco il luogo ideale per la sua nidificazione. Sono anche presenti specie rigorosamente protette sia dalla convenzione di Berna che dalla Direttiva 92/43/CEE.
In forma molto rara si incontra la Bombina variegata che è un anfibio anuro appartenente alla famiglia delle Bombinatoridae, la Testudo hermanni anch'essa in forte regressione negli ambienti fortemente antropizzati. Più frequentemente si incontra il cervone (Elaphe quatuorlineata), serpente della famiglia dei colubridi, che si nutre di piccoli mammiferi, di nidiacei di uccelli e di uova. È anche presente il raro colubro leopardino (Elaphe situla) che insieme al precedente trovano un sicuro rifugio nei muri a secco. Infine fra le specie protette si segnala la farfalla Melanargia arge che è specie endemica dell'Italia centro-meridionale.
 
 

 
 
Sentiero in un prato

Punto di partenza: Masseria Galeone (scuola di equitazione) - c.da Curcio, Martina Franca
Orari e giorni di apertura:  le visite guidate sono da concordare con il personale Carabinieri Forestale in servizio presso la struttura.

Coordinate: 40738283 N - 17214847 E

La Masseria Galeone è facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni della cartellonistica di riferimento. Dista da Martina Franca (Ta) 12 km, da Alberobello (Ba) 6 km e da Noci (Ba) 15 km.
 
Percorso natura e storia
DIFFICOLTÀ: bassa
LUNGHEZZA: 1 km
DISLIVELLO: basso (quota di partenza e arrivo 500 metri).
TEMPO RICHIESTO DI PERCORRENZA DEL PERCORSO: 2 h.
 
Dopo aver parcheggiato le auto negli spazi destinati, si procede verso il punto di ritrovo antistante il complesso masserizio. Il percorso in bosco non è percorribile da disabili carrozzati per la  presenza di ostacoli naturali. 
 
Il percorso naturalistico si snoda in una porzione di bosco dal valore inestimabile nel quale ammirare, immersi tra gli alberi di Fragno, le innumerevoli specie vegetali che vivono tra loro in perfetta armonia. Questo percorso che si snoda, inizialmente, su un antico tratturo è cadenzato da elementi storici che sottolineano l' importanza economica che il bosco ha rivestito, nel passato, per la gente del posto.
 
Percorso cavalli
DIFFICOLTÀ: bassa
LUNGHEZZA: 400 mt.
DISLIVELLO: nessuno
TEMPO RICHIESTO DI PERCORRENZA: 1h e 30 minuti
 
La visita alle scuderie forestali ha inizio con una breve introduzione sulla storia e sulla morfologia del cavallo murgese e delle sue attitudini alle attività che svolge in maneggio. Si prosegue con la visita presso i box dove i cavalli trovano alloggiamento nei periodi inattivi e dove ha inizio, con la pulizia, la giornata del cavaliere. Tra i luoghi importanti vi è la giostra. Qui il cavallo viene introdotto per effettuare un pre-riscaldamento prima di passare all'attività di addestramento in maneggio, altro luogo fondamentale dove cavaliere e cavallo si confrontano giornalmente. 
 

PUNTI DI INTERESSE:

All'interno del percorso natura e storia sono presenti alcuni punti di interesse non trascurabili, questi manufatti ci indicano la valenza storico-economica della Riserva utilizzata, in passato, come fonte di reddito:
 
LA CARBONAIA (percorso natura)
E' il primo elemento d' interesse che incontriamo lungo il percorso. Questa struttura veniva realizzata dai boscaioli che, da ottobre a marzo, erano impegnati nelle attività selvicolturali dalle quali ricavavano legna da ardere utilizzata, in parte, per la trasformazione in carbone. Una squadra di operai gestiva questa grande catasta conica di legno, realizzata in una parte di bosco pianeggiante e poco ventilata, per dieci giorni e dieci notti, responsabili che tutto il sistema funzionasse alla perfezione poichè il carbone ricavato rappresentava una fonte di guadagno molto importante.
 
LA GROTTA (percorso natura e storia)
La grotta, in parte di origine calcarea, sita tra la carbonaia e la calcara, veniva utilizzata come ricovero dalle squadre di operai che si occupavano della gestione delle due strutture che necessitavano di un luogo dove potersi riparare dalle intemperie e poter dimorare durante le ore notturne, costretti a sostare in bosco  per mesi interi senza poter tornare dalle loro famiglie. La grotta è giunta a noi intatta, non ha subito danni e si possono ancora notare i lucernai naturali, all'interno è evidente la parte naturale della concavità e una parte ricostruita dall'uomo per renderla più funzionale.
 
LA CALCARA (percorso natura e storia)
La calcara fungeva da fornace adibita alla cottura delle pietre calcaree, materia prima estratta dal bosco durante le attività di pulizia. Dalla cottura delle pietre calcaree si ricavava la calce utilizzata per  imbiancare le abitazioni o come legante nelle costruzioni. La calcara scavata a circa 3 metri di profondità e per un diametro di 4 metri veniva ricoperta da una cupola, il processo di combustione durava una quindicina di giorni e la temperatura all'interno raggiungeva anche i 1000 gradi. Per estrarre le pietre pronte per l'utilizzo bisognava attendere ancora 24 ore dalla fine della combustione