RISERVA NATURALE STATALE BELAGAIO

Regione: Toscana
Provincia: Grosseto
Comune: Roccastrada

Istituzione: DM 28 aprile 1980
Proprietà: Demanio dello Stato
Altitudine: 390 - 430 m. s.l.m.
Estensione: 157.21.60 ha

Altre indicazioni e classificazioni:
Riserva naturale di popolamento animale 
Codice EUAP 00115

Organo di Gestione:
Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica GR
Via Bicocchi 2  - cap 58022 FOLLONICA GR
tel 0566 40019

 
 
  1. Flora
  2. Fauna
  3. Il Castello del Belagaio
Cenni storici

Descrizione e cenni storici

La Riserva Naturale di Popolamento Animale di Belagaio, si trova interamente compresa all'interno della più vasta Riserva Naturale Provinciale "Farma"; è quasi interamente boscata e le superfici agrarie, pascoli e seminativi, si trovano intorno al castello mentre le aree boscate sono sul versante del torrente Farma. Altre superfici sono costituite da appezzamenti e fabbricati destinati ad attività connesse con l'allevamento del cavallo maremmano. Il nome sembra derivare dal latino pelagus (mare) per via della natura un tempo acquitrinosa del terreno bonificato in epoca antichissima. Il bosco occupa la maggior parte della superficie, con oltre 125 ettari, a fronte di circa 33 ettari tra superfici agrarie, aziendali e resedi.
All'interno della Riserva si trova il castello del Belagaio, uno dei fabbricati simbolici della Maremma Grossetana
I soprassuoli forestali derivano da passate ceduazioni, e sono classificabili pertanto cedui "invecchiati" di cerro, roverella e leccio cui, nelle esposizioni più calde, partecipa un vario corteggio di arbusti mediterranei. In genere la fisionomia dei popolamenti è quella di boschi in evoluzione naturale caratterizzati da elevata ricchezza specifica.
Il clima è mediterraneo, caratterizzato da inverno mite e umido e da estate calda e siccitosa.

 

 
 
Flora

Flora

Il Belagaio rappresenta uno dei luoghi più evocativi della Maremma Grossetana, dove la storia si fonde nel paesaggio in una realtà defilata e identificabile con una natura maestosa e schiva. Le caratteristiche che rendono unico il sito, la presenza di faggio a bassa quota, con esemplari maestosi, un nucleo di betulle e di cespugli della rara felce Osmunda regalis, il frequente tasso (l'albero) nelle giaciture più fresche sono visibili con la ordinarietà della natura anche quando appare così bella e straordinaria.
Estraneo ai circuiti turistici dei grandi numeri, il Belagaio è un luogo da intenditori: il complesso è stato acquisito al Demanio alla fine degli anni sessanta, quando la piccola comunità che ospitava era andata progressivamente scomparendo.

 

 
 
Fauna

Fauna

Il Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare è stato capace di rivitalizzare almeno in parte questa zona inserendovi una delle fasi più importanti dell'allevamento del cavallo di razza maremmana: la riproduzione: presso la Riserva di Belagaio sono ospitate le fattrici e gli stalloni. Vi avvengono gli accoppiamenti ed i parti. I puledri sono poi allevati fina all'età di un anno, allo stato semibrado, per poi essere trasferiti al centro di addestramento di Marsiliana. L'attività agricola svolta è quindi complementare all'allevamento e riguarda la produzione di foraggio e la manutenzione ordinaria delle infrastrutture di servizio, viabilità, rete idrica, recinzioni, ecc. Strutture e patrimonio naturalistico si prestano inoltre allo sviluppo della educazione ambientale oltre che alle attività di formazione rivolte al personale del  Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare.

 

 
 
Castello

Il Castello del Belagaio
 

Uno degli edifici simbolici della maremma grossetana, di quella realtà collinare così diversa dalle plaghe malariche costiere, ma altrettanto difficile ed ostica. Il castello venne eretto nel 1200 come edificio fortificato. Appartenne ad una nobile famiglia, gli Ardengheschi che vantavano diverse proprietà nella zona, alcune ricevute addirittura da Carlo Magno quale compenso del valore dimostrato nelle varie campagne militari. Attualmente la struttura fortificata è percettibilie solo per la presenza delle mura e dei merli, ma da molti anni la destinazione del fabbricato è di residenza gentilizia. Fu il centro di una comunità piuttosto fiorente, che si sostentava con la coltura dei campi e delle selve. Nel 1969 gli ultimi proprietari, i Grottanelli, vendettero il complesso allo Stato. Il Corpo Forestale dello Stato restaurò il castello, mantenne il prezioso mobilio che vi è conservato, ed edificò le strutture per l'allevamento dei cavalli, dando un nuovo impulso ad una zona altrimenti destinata ad inevitabile decadenza, come altre simili.