RISERVA NATURALE BIOGENETICA FUNGAIA

Istituzione: D.M. 13 luglio 1977
Proprietà : Demanio dello Stato
Altitudine : 400 - 663 m s.l.m.
Estensione : 113,90.00 ha

Organo di Gestione :
Reparto Carabinieri Biodiversità C.N.B.F. di Pieve S. Stefano
Via Tiberina 3 bis n° 56 - 52036 Pieve S. Stefano (AR)
Tel. 0575799035-36  fax 0575798135

° Flora

° Fauna

° Fruizione

Vista panoramica della Riserva di Fungaia

Descrizione e cenni storici

La riserva di Fungaia si trova nell'alta valle del Tevere, alla destra idrografica del fiume e poco a monte dell'invaso di Montedoglio. Si tratta di una zona collinare con media pendenza e con alcune zone calanchive. Una volta i terreni erano coltivati e alcuni erano pascoli molto degradati, ma furono acquisiti dall'A.S.F.D. negli anni '60 , quando era in atto un massiccio abbandono delle campagne a favore dei centri urbani industrializzati di pianura.
Sono presenti alcuni tratti della vecchia via maremmana, che serviva per la transumanza del bestiame dall'appennino alla maremma toscana fino ad epoche non molto lontane. I terreni hanno una matrice geologica alquanto difficile, perché si tratta di argille scagliose disposte in maniera caotica, molto impermeabili e facilmente erodibili. Nelle immediate adiacenze della riserva si possono notare delle polle da cui scaturisce acqua e gas metano, cosa non infrequente nelle zone delle argille scagliose; la portata varia a seconda della stagione, fino quasi a prosciugarsi d'estate, lasciando fuoriuscire solo il gas, con un caratteristico borbottio di fondo. Furono eseguiti molti lavori di sistemazione idraulica con briglie, graticciate ecc. che attualmente sono quasi invisibili perché ricoperte da una folta vegetazione, composta soprattutto da salici e pioppi e dalla vegetazione igrofila degli impluvi naturali.

 
 
Fiori

Flora

I terreni della riserva naturale sono stati rimboschiti negli anni 60 soprattutto con ontano napoletano e cipresso dell'Arizona, ma sono state impiegate in minor misura anche altre specie come l'abete greco, il pino marittimo e il cedro dell'Atlante. A distanza di anni dall'epoca del rimboschimento, e soprattutto con la fine del pascolo del bestiame che aveva messo a dura prova la vegetazione esistente, si nota una forte rinaturalizzazione della zona. Alcune specie introdotte sono andate scomparendo, a causa della difficile natura dei terreni, come l'ontano napoletano mentre altre (tipiche della zona collinare) si vanno affermando, come ginepri, rose canine, ornielli, cerri e roverelle.
In alcune zone la vegetazione originaria di querce caducifoglie si mostra rigogliosa e ha la struttura di un bosco ad alto fusto . Negli impluvi sono presenti salici di varie specie, pioppo nero e pioppo bianco, oltre a varie specie minori tipiche della collina. Nelle zone più esposte al sole e lungo le strade è frequente trovare la ginestra odorosa, quella dei carbonai, la vescicaria , il biancospino e il pruno selvatico,che formano spesso delle siepi o delle piccole macchie.

 
 
Fauna

Fauna

Nella riserva è ben rappresentata la fauna a mammiferi, con il capriolo, il daino e il cinghiale. A proposito di quest'ultimo va notato che tende ad espandersi numericamente, non trovando veri e propri nemici naturali. È stata notata la presenza del lupo appenninico, che ha cominciato a ripopolare le zone più alte della vallata a partire dagli anni '80, della poiana e di varie specie di falchi.
L'aumento della consistenza di caprioli e cinghiali ha permesso al lupo di riconquistare piuttosto velocemente il suo areale originario, e di conseguenza si sono verificati anche episodi di predazione ai danni di allevamenti presenti nella zona collinare e montana della Valtiberina. Sono presenti anche le lepri, soprattutto nelle zone prative e in quelle più aperte, sempre predilette da questi animali. Alcune specie sono frutto di vecchie reintroduzioni a scopo venatorio oppure provengono da zone vicine, ma altre si riproducono naturalmente da molto tempo. La presenza di siepi e macchie favorisce la presenza della fauna e soprattutto permette la nidificazione di molte specie di uccelli. È possibile incontrare comunemente ghiandaie, corvi, fagiani, tordi, merli, allodole, fringuelli e scriccioli. Sfruttando alcuni ruderi e vecchi alberi cavi della zona i rapaci notturni come gufi e civette hanno trovato un habitat favorevole ed è frequente sentirne i versi nelle ore serali.

 
 
Funghi

Fruizione

Come per la confinante riserva di Poggio Rosso l'accesso principale è la frazione di Sigliano,raggiungibile dalla S.P. 48,che costeggiando l'invaso di Montedoglio, una delle più grandi riserve idriche dell'Italia centrale, collega Anghiari con Pieve Santo Stefano.
La media pendenza dei versanti e la presenza di vari sentieri consentono una buona accessibilità alla riserva, in tutti i periodi dell'anno. Nelle vicinanze sono presenti le sorgenti termali magnesiache di Sigliano e le emissioni metanifere delle argille scagliose, lungo la strada sterrata che conduce alla riserva di Poggio Rosso.