Il Battesimo del Fuoco-La Prima Medaglia d’Oro al Valor Militare

IL BATTESIMO DEL FUOCO

Ed i nostri Carabinieri sarebbero stati chiamati ben presto a dimostrare il loro valore e la loro fedeltà. Nel marzo 1815 Napoleone evase dal suo esilio nell’isola d’Elba, gettando nello scompiglio i sovrani appena restaurati, e tra essi i Savoia.

La carica di GrenobleFu subito guerra, ed il Regno di Sardegna offrì il suo determinante contributo alla coalizione antinapoleonica nel settore della Francia meridionale, dopo aver respinto le puntate nemiche in Savoia. In tale contesto, l’Armata del Piemonte investì la piazzaforte di Grenoble, la cui presa non era affatto facile: soltanto una carica di cavalleria lanciata al momento opportuno poteva volgere il nemico in fuga, costringendolo ad arroccarsi nelle mura.

Era il 6 luglio 1815 quando il Comandante della colonna attaccante impartì l’ordine di carica: fu il battesimo del fuoco per il nuovo Corpo, che partecipò all’irresistibile carica con un reparto di 34 uomini comandati dal Luogotenente Taffini d’Acceglio (molti anni dopo diverrà Comandante Generale dell’Arma). Il giorno dopo, Grenoble si arrese ed i Carabinieri ricevettero una lusinghiera menzione nell’ordine del giorno.

Purtroppo, nell’aprile dello stesso anno 1815, il giovane Corpo aveva già dovuto registrare il primo militare caduto in servizio, il Carabiniere Giovanni Boccaccio, della Stazione di Limone. Di pattuglia nelle campagne di Vernante (CN) con altri due colleghi per catturare una banda di nove evasi dal carcere di Cuneo, finì in un’imboscata notturna dei malfattori, rimanendo fulminato da un colpo di fucile.

Pistola, 1814Nel 1821, i moti insurrezionali finalizzati ad ottenere la Costituzione, non malvisti da Carlo Alberto, scossero il Regno Sabaudo, la sua Armata e pure il giovane Corpo; quest’ultimo riuscì ad adempiere ai doveri discendenti dal giuramento prestato, senza tuttavia venir meno ad una necessaria neutralità tra le rivendicazioni costituzionali e la fedeltà al Sovrano grazie alle qualità degli Ufficiali ed al livello culturale superiore dei sottufficiali e della truppa (per essere arruolati nel Corpo occorreva saper leggere e scrivere, in un Paese ove l’80% della popolazione era analfabeta).

I Carabinieri  Reali, nonostante la difficile situazione, uscirono dalla tempesta non solo indenni, ma con una pioggia di promozioni per sottufficiali e truppa.


IL REGOLAMENTO DEL 1822 E LA PRIMA MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

Carabiniere a cavallo, 1833Il nuovo re Carlo Felice, a seguito dei moti del 1821 che misero in luce non solo quanto le idee dei patrioti che chiedevano la costituzione fossero largamente condivise ma anche l’estrema fragilità della struttura di potere sabauda, dispose la regolamentazione dell’organizzazione statale e, in essa, anche dei Carabinieri.

Nacque così il “Regolamento Generale del Corpo dei Carabinieri Reali”: in 631 paragrafi ed una serie di allegati fissò ogni aspetto del Corpo, disciplinandone l’organizzazione, le prerogative, le relazioni esterne, il servizio, l’ordine interno e la disciplina.

Il Regolamento del 1822 indicò per i Carabinieri, tra l’altro, alcuni principi duraturi:
- tranne che per servizi d’ordinanza, devono essere sempre almeno due;
- devono considerarsi in servizio in qualunque circostanza ed a qualunque ora;
- devono sempre avere un contegno distinto, calmo, ma anche imparziale e umano.

L’eroismo del Carabiniere ScapaccinoCon lo stesso regolamento del 1822 vennero istituite due nuove Divisioni CC.RR. in Sardegna (Cagliari e Sassari), ove l’ordine pubblico era mantenuto fin dal 1726 dai Dragoni, dal 1819 Cacciatori Reali di Sardegna. A partire dal 1822 questi furono assorbiti dai Carabinieri Reali, per cui il Corpo crebbe a 3.000 unità.

Negli anni successivi la febbre dei moti, alimentata da profonde esigenze di progresso politico e sociale, continuava a salire; nel 1834 i rivoluzionari tentarono un’incursione nella Savoia con quattro colonne di fuoriusciti.

Solo una delle colonne riuscì nell’intento di occupare l’abitato di Les Echelles, catturando il Carabiniere Giovan Battista Scapaccino, impegnato in un’ordinanza; i rivoluzionari, circondatolo, gli imposero di abiurare il Re; al deciso rifiuto, lo abbatterono.

Carlo Alberto concesse al Caduto la Medaglia d’Oro al Valor Militare, la prima dell’Armata Sarda: ancora oggi i militari dell’Arma sono fieri di questo eroico predecessore, non certo per gli ideali politici espressi – oramai generalmente non condivisi – ma per l’esempio di fedeltà fino alla morte che avrebbe caratterizzato sempre le scelte dell’Istituzione.