Approfondimenti


Principi e principati

Qualche cenno di storia per collocare il personaggio di Vlad Tzepesh. Verso la fine del XII secolo fu fondato nelle terre rumene il Principato di Transilvania, che avrebbe mantenuto una forte autonomia nel quadro di una alleanza e amicizia con l’Ungheria. Nel XIV secolo Basarab I riuscì ad unire in un unico principato i territori tra i Carpazi e il Danubio, con il nome di Valacchia. La Moldavia si costituì anch’essa in principato sotto il principe Bogdan. La fondazione delle Chiese Metropolite di Valacchia (1359) e di Moldavia (1382) consolidò l’Ortodossia ecumenica di fronte al Cattolicesimo e legittimò religiosamente le due nuove formazioni statali. A partire dal XIV secolo l’Impero Ottomano iniziò ad affermare la propria autorità su quelle terre; supremazia che durò praticamente fino al secolo XIX. La Valacchia e la Moldavia mantennero però una loro entità politica, amministrativa e religiosa. Sotto la protezione della Sublime Porta, la Transilvania restò autonoma, mentre le vicine terre balcaniche furono amministrate da pascià turchi. Ma nel XV e XVI secolo l’Impero Ottomano non si accontentava più di una influenza su quei principati: così Mircea il Vecchio e Vlad Tzepesh, seguiti da Neagoe Basarab in Valacchia e Stefano il Grande in Moldavia, furono costretti a violente battaglie, per respingere sultani e generali ottomani e difendere le frontiere dei loro principati e la cristianità. Questi principi furono fini diplomatici, fondatori di città e di un gran numero di monasteri e curarono che fossero scritte le “cronache”, cioè la storia, di quei secoli, uno dei capolavori della letteratura rumena. Solo nel 1600 il voivod (principe) Michele il Coraggioso riuscì ad unire per la prima volta Transilvania, Moldavia e Valacchia, morendo poi assassinato: è ancora oggi il simbolo dell’unione e dell’indipendenza della Romania.




Un dono alla regina

Anche la storia del Castello di Bran è interessante. Quell’imponente edificio fu regalato dai bravi cittadini di Brashov alla amata regina Maria di Romania – oggi sepolta, insieme al suo sposo, il re Ferdinando, nel Monastero della Curtea de Argesh (Corte Reale di Argesh), altro luogo di grande bellezza e tradizione, nel quadro dei numerosi monasteri ortodossi che sono stati eretti in terra rumena. La regina Maria fece del Castello una residenza reale, dove soggiornò a lungo, e dove radunò una collezione di opere d’arte, tra le quali alcune ceramiche italiane, e di mobili del XVIII secolo. Il Castello venne rinnovato dall’architetto Carol Liman, che cercò di restaurare l’edificio nel rispetto dell’ambiente e delle strutture originarie. Nel 1950 esso divenne un museo, oggi visitabile. Quello di Bran non è certamente il più bello dei magnifici castelli rumeni, ma vale la pena di una gita, non fosse altro che per capire quanto sia fantasioso il personaggio di Dracula e per fare una incursione nella storia poco conosciuta di un Paese balcanico con cui condividiamo comuni radici culturali.