Chi ha avuto la fortuna e l’opportunità di visitare Mauritius, farà senz’altro prima ad elencare le meraviglie che non ha, piuttosto che raccontare di quelle che la bellissima isola possiede. Cenare a Roma o a Milano, e poi, con un volo no-stop di 10 ore circa, ritrovarsi a far colazione il mattino seguente in questo angolo di mondo, è di straordinario effetto. Per il suo incanto, fascino e bellezza, sembra di trovarsi in un autentico lembo di paradiso. “Un giardino che un Dio ha voluto posare sulle acque, (...) dove canta il mare e dormono gli uccelli”, come la dipinse, nei suoi versi, il poeta francese Paul-Jean Toulet che vi trascorse la sua giovinezza.
Percorrendola si è colpiti dalle immense coltivazioni di canna da zucchero che la rivestono per oltre il 90 per cento del terreno coltivabile, che è poi circa il 50 per cento del territorio complessivo dell’isola. Infatti, Mauritius è un manto ondeggiante ricoperto di piantagioni. Sulle alture di Curepipe, lo scenario offre l’abilità dei contadini creoli che, con grande esperienza e ritmo velocissimo, raccolgono le foglie di tè già pronte per essere lavorate. Una vasta produzione destinata per il 25 per cento all’esportazione. Tuttavia, la principale risorsa agricola di Mauritius è quella della canna da zucchero, che permette, fra l’altro, la produzione del rhum, di qualità tra le più quotate a livello mondiale.
Lambite da un mare limpido e popolato come un acquario, le coste delle Mauritius sono quasi sempre splendide, candide spiagge, intervallate da piccoli tratti di scogliere, i cui fondali accolgono una variopinta vita sottomarina, ideale per chi ama le immersioni subacquee. Il reef forma un ecosistema estremamente specializzato: uno dei paesaggi più affascinanti del mondo per forme, colori, e varietà di popolazioni, in cui non è difficile imbattersi nella rara specie di cernie dalle sfumature di un particolare colore blu, tra grandissimi rami di gorgonie che ondeggiano lentamente come un grande ventaglio mosso nell’aria.
All’interno della costa meridionale, laghi, fiumi, torrenti, e meravigliose cascate che, precipitando da un’altezza di circa dodici metri in un tranquillo bacino, producono strani suoni simili ad un organo; nel corso del tempo, l’acqua ha eroso la pietra basaltica e l’ha scolpita a foggia di irregolari colonne (a forma di parallelepipedi). Nella località di Tamarin, le omonime cascate sono le più alte dell’intera isola con uno spettacolare salto di quasi 300 metri, mentre quelle di Rochester, nei pressi di Souillac, sono paragonabili, in miniatura a quelle del Niagara!
Le terre multicolori di Chamarel, fenomeno naturale di origine vulcanica, sono una delle mete classiche delle escursioni nell’Ovest dell’isola: le ceneri, messe a nudo dalle eruzioni, si raccolgono sul terreno posandosi in ordinati avvallamenti contenenti tutti i colori del prisma, con una predominanza degli ocra, dei viola, e dei rossi. La capitale, Port-Louis, è una cittadina portuale che sorge sulla costa nord-ovest. Come quasi tutta l’isola racchiude una popolazione che è il risultato di un “mosaico” di razze provenienti, oltre che dall’Africa, dall’Europa e dall’Asia, tale da rendere Mauritius un vero e proprio microcosmo etnico. Effettivamente, ci sono pochissimi luoghi al mondo dove è possibile fare incontri “tanto sfaccettati”, ed in un unico territorio penetrare microcosmi che custodiscono gli usi ed i costumi, i volti e le atmosfere, i sapori e le lingue di Paesi sparsi in quattro angoli della Terra. Secondo un recente censimento, sull’isola, che si estende su una superficie di 1.865 kmq, vivono poco più di un milione di abitanti.
L’artigianato mauriziano ha una solida reputazione: da una parte per la notevole convenienza dei prezzi d’acquisto e, dall’altra, soprattutto per ciò che concerne la produzione di modelli di antiche imbarcazioni, concepiti sulla base dei progetti originali ottenuti dai musei marittimi di tutto il mondo. I modelli, tutti rigorosamente realizzati a mano, di cui alcuni in scala ridottissima, sono riproduzioni fedeli dallo scafo alla coffa, polene, arredamenti, pulegge, parapetti dorati, scialuppe di salvataggio, cime, vele… non manca nulla! Rivivono così la Marie-Rose, il Bounty, il Saint-Géran, la giunca cinese, il galeone spagnolo, e tante altre antiche glorie del mare.
Quando i languidi ed ineguagliabili colori del tramonto tropicale introducono la notte, le varie affascinanti suggestioni proseguono con un tipico intrattenimento serale: l’antica danza folcloristica del séga, offerta attraverso le movenze di abili danzatrici creole.
Per gli appassionati ed i cultori di fiori e piante, Mauritius offre alcuni giardini botanici davvero ricchi di non comuni specie di flora. Tra questi, per svariati motivi, primeggia il centro botanico dei “Giardini di Pamplemousses”, i Royal Botanic Gardens. L’entrata di questo vasto complesso costituisce già di per sé motivo di attenzione e meraviglia: l’imponente cancellata a forma di arco in ferro massiccio, verniciata di colore bianco, splendente ed adornata da diverse qualità di variopinti fiori, si sviluppa in artistiche linee architettoniche per una lunghezza perimetrale di circa quaranta metri ed un’altezza che varia dai quattro ai sei, interamente realizzata a mano! Definita un “capolavoro”, fu premiata in una Esposizione Intercontinentale.
Varcando l’ingresso di questi giardini, ed iniziando una lenta passeggiata al loro interno, si ha la sensazione di trovarsi in un’altra “dimensione”. Gli scenari offerti dalla natura alla visione dei visitatori, passo dopo passo, ci immergono in un autentico “Eden”. Galleggiano sullo specchio d’acqua dei piccoli laghi le ninfee giganti provenienti dall’Amazzonia, della specie Victoria Regia. I loro fiori bianchi sbocciano e si aprono verso le prime ore del pomeriggio per poi morire la mattina del giorno dopo, assumendo una particolarissima tinta di intenso colore rosa. Vi è poi la Corypha Umbraculifera, uno speciale tipo di palma che germoglia con un’infiorescenza composta da tantissimi piccoli fiori gialli, simile ad un’enorme e folta mimosa, destinata ad appassire dopo pochi mesi. Un altro gioiello della floricoltura è rappresentato da originalissimi e rari fiori rossi che, per la loro sorprendente forma, vengono comunemente chiamati “pinze di granchio”. Numerosa anche la presenza di plurisecolari alberi Baobab, dalle dimensioni e forme strabilianti.
Spostandosi in un altro luogo dell’isola, in un Parco naturale, si possono ammirare delle tartarughe terrestri di ragguardevoli dimensioni: con il carapace lungo circa un metro e mezzo ed alto quasi 50 centimetri, accettano di buon grado di mangiare foglie della circostante vegetazione, offerte loro direttamente dalle mani dei visitatori.
Nell’ambito delle inaspettate presenze faunistiche di Mauritius, questo luogo generosamente propone avvincenti sorprese.
Chi mai direbbe che in un’isola situata in pieno Oceano Indiano, ci si possa trovare di fronte ad una numerosa quantità di cervi? Vivono su un’altura di circa 600-700 metri, in un clima tipicamente tropicale. Riteniamo che, con la dovuta dose di meraviglia, sia lecito porsi l’interrogativo di come siano arrivati fin qui. In quanto tempo la naturale evoluzione e trasformazione della specie avrà provveduto alla necessaria ambientazione degli esemplari che oggi, tranquillamente, vivono e prolificano in questa inconsueta dimensione di habitat per questo genere di animali?
Un’ulteriore particolarità naturale di questa terra vulcanica è la presenza di blocchi di materia lavica che vengono alla luce nel corso degli smottamenti dei territori. Accuratamente accatastati a forma di piramidi in molte zone, lungo ampi spazi di pianeggianti ed estesi terreni erbosi, essi serviranno per vari tipi di costruzioni. Spesso, infatti, si sostituiscono ai tradizionali manufatti e vengono utilizzati per il basamento di strade, per le costruzioni edilizie in sostituzione ai consueti materiali usati per le murature, ma non soltanto.
Questo nostro reportage termina qui. Nell’aver ripercorso le emozionanti variegate sensazioni che quest’isola offre, non possiamo fare a meno di ricordare le parole con le quali, nel lontano 1897, si espresse l’autore statunitense Samuel Langhorne Clemens, meglio conosciuto come Mark Twain, che disse: «Sappiate che prima fu fatta Mauritius e poi il Paradiso e che, il Paradiso, fu copiato da… Mauritius!». Come non dargli ragione!