Il cane, millenario e proverbiale amico dell’uomo, è parte integrante della famiglia dell’Arma dai primi anni ’50 del secolo scorso, quale componente dell’unità cinofila: termine che esprime efficacemente l’indissolubilità affettiva e operativa del binomio uomo animale. Da allora, le cronache ci hanno abituato all’immagine dell’unità cinofila, sempre presente e spesso provvidenziale laddove un intervento umanitario o un’esigenza di polizia giudiziaria lo richiedano. Sono infatti molteplici gli impieghi operativi dei 24 Nuclei Cinofili: dall’intervento in caso di calamità naturali, alla ricerca di persone scomparse e di stupefacenti, alla individuazione di ordigni (complessivamente, 1.841 servizi nel 2009). Abilità che quadrupedi e conduttori acquisiscono presso il Centro Carabinieri Cinofili di Firenze. Ai conduttori, in particolare, è richiesto il possesso di spiccate doti di pazienza, perseveranza e una buona dose di “psicologia”, indispensabile per comprendere la personalità dei cani, svilupparne gli istinti e cementare l’affiatamento.
Anche l’Arma a cavallo ha origini lontane. Il 4° Reggimento Carabinieri a Cavallo, istituito nel 1963, raccoglie la gloriosa tradizione di tutti i reparti montati dell’Arma. Oltre alle normali attività d’istituto, quali il controllo del territorio nelle aree verdi urbane e nelle zone impervie, il concorso nei servizi di ordine pubblico e il soccorso in caso di pubbliche calamità, il Reggimento esegue il celebre Carosello Storico, saggio di alta scuola di equitazione e sintesi dell'addestramento raggiunto dai cavalieri. Il Carosello è un alternarsi fluido e ritmico di figure complesse eseguite con grande abilità e perizia dalle quadriglie che, come tante molecole di un disegno perfetto, si combinano tra loro al suono della fanfara, prima di fondersi nella celebre carica finale: un turbinare di pennacchi tra il balenio delle sciabole sguainate e lo sventolare dello stendardo, sottolineato dal grido "Pastrengo!".