Non tutti sanno che...

Roma, il Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri nel giorno della sua inaugurazione, avvenuta il 6 giugno 1937.Istituito in Roma con il Regio Decreto n. 2495 del 3 dicembre 1925 allo scopo di "(...) raccogliere e custodire i cimeli ed i ricordi che concorrono ad illustrare le origini e la storia dell'Arma dei Carabinieri (...) ". Con lo stesso provvedimento il Museo Storico venne eretto in Ente morale e sottoposto alla vigilanza del Ministero della Guerra (oggi della Difesa). Nello Statuto-organico che accompagnava il decreto, il Museo Storico venne definito: "(...) depositario privilegiato dei cimeli, documenti e ricordi che testimoniano l'azione svolta dall'Arma in pace e in guerra (...)".

L'idea di far sorgere l'ente fu lanciata e sostenuta nel 1908 dall'allora capitano dei Carabinieri Vittorio Gorini in servizio presso il Comando Generale dell'Arma, in un articolo pubblicato sulla Rivista Militare Italiana, nel quale scriveva tral'altro:
" (...) Le narrazioni scritte, comunque eloquenti epoderosamente sentite, non valgono a pareggiare l'impressione che l'animo e la mente ricevono dalla visione di quelle raccolte di memorie reali che riguardano la storia di un popolo, di una vita, di una istituzione. Per la via degli occhi fedeli, il cuore comprende, sente ed apprende. E le più nobili facoltà dell'animo si svolgono e si rinvigoriscono sotto il benefico influsso dell'esempio".
E più oltre:
" (...) Non sarebbe per tale Arma, non solo una giusta onoranza per chi fece, ma, di più, un poderoso stimolo ed insegnamento perchi deve fare, la raccolta dei ricordi e delle memorie che ne costituiscono la storia parlante, dal dì della sua istituzione sino ai presenti, non facili tempi?".

Una sala del Museo Storico nella sua primitiva sistemazione. Recentemente gli ambienti espositivi sono stati radicalmente rinnovati.Nello stesso anno 1908 sopravvenne però la tremenda calamità del terremoto che distrusse Reggio Calabria, Messina e vaste zone circostanti; tre anni dopo ebbero luogo la guerra libica e l'azione italiana nell'Egeo, tutti eventi che portarono al congelamento dell'appello del Gorini. Solo dopo la Prima Guerra Mondiale sorsero le condizioni favorevoli al concretarsi della lontana proposta, che nel frattempo aveva trovato sostenitori sempre più numerosi e convinti, tra i quali fu assertore più autorevole il Comandante Generale dell'Arma del tempo, generale di Corpo d'Armata Carlo Petitti di Roreto. Accanto a lui va ricordato come precursore il generale dei Carabinieri Ruggero Denicotti, profondo conoscitore della storia dell'Arma, autore di quella basilare pubblicazione "Delle vicende dell'Arma dei Carabinieri Reali, in un secolo dalla fondazione del Corpo". L'edificio in cui tale volume fu elaborato e redatto fu quello della Scuola Allievi Ufficiali Carabinieri in piazza Risorgimento a Roma, che il Denicotti comandava in quegli anni; edificio che sarebbe stato più tardi - lo è tuttora - la sede propria, esclusiva e quanto mai degna, dell'auspicato Museo.
Allorché questo venne istituito il 3 dicembre 1925, esso esisteva embrionalmente in raccolte e cimeli ordinati altrove in via provvisoria, che vennero trasferiti nei primi sei locali posti temporaneamente a disposizione del Museo nella palazzina di piazza del Risorgimento. Tale sistemazione provvisoria durò sino al 1937, anno in cui il Comando Generale assegnò al Museo Storico l'intero edificio, che poté essere ristrutturato totalmente ad opera del Genio Militare su progetto dell'architetto civile Scipione Tadolini. Nell'atrio del Museo è incisa la seguente epigrafe su travertino romano:
"Il 6 giugno 1937 fu inaugurato e aperto al pubblico questo Museo Storico, che raccoglie testimonianze di secolare valore e di incrollabile fede nelle fortune della Patria - dal Sacrario dei Caduti - donde in queste sale - muta ed operante la religione del dovere s'irradia - un monito solenne addita questa sede al popolo italiano come scuola di onor militare e di civili virtù".

Nel Salone d'Onore dei Museo sono custodite la prima Bandiera dell'Arma - cimelio numero uno - e quella che ad essa fu affidata nel 1946 allorché, in seguito al mutamento della forma istituzionale dello Stato, venne sostituita la Bandiera di tutte le Armi e Corpi dell'Esercito (questa prima bandiera della Repubblica entrò a far parte dei cimeli del Museo nel 1977, sostituita da quella nuova ed attuale, in dotazione all'Arma).

Nel Sacrario sono custoditi i due medaglieri, quello delle Medaglie d'Oro al Valor Militare e quello delle Medaglie d'Oro al Valor Civile.
Va ricordato che dopo l' 8 settembre 1943, con l'intervenuto armistizio e l'occupazione tedesca di Roma, si ebbe per la Bandiera dell'Arma una vicenda tutta propria che, per vari mesi, ne accomunò drammaticamente le sorti a quelle del Museo e si concluse nel modo più onorevole nel 1944.
Per tutto il tempo dell'occupazione, infatti, la Bandiera, al completo delle sue varie parti (drappo, asta, lancia, nastro edecorazioni) rimase custodita nel Museo in condizioni di sicurezza, per preservarla da possibili rischi dopo che i tedeschi avevano iniziato dure coartazioni verso l'Arma.
Avvenuta la liberazione di Roma, di pari passo con il rapido ricomporsi dei comandi, dei reparti e dei servizi dell'Arma nella Capitale, dopo il 5 giugno 1944 si ripristinarono tutte le condizioni per il ritorno della Bandiera alla sua sede legittima.
Il mattino del 14 novembre 1944 partendo dal "Sacrario dei caduti" del Museo, dopo una sosta d'onore di 24 ore accanto all'ara simbolica del sacrificio, la vetusta Insegna, con la dovuta scorta dei reparti in armi, raggiunse la caserma di via Legnano, ove, nel corso di austera e solenne cerimonia, il generale Giueppe Boella, presidente in carica dello stesso Museo, la rimise nelle mani del Comandante Generale del tempo, tenente generale Taddeo Orlando.

Ogni grande vicenda svoltasi nell'arco della storia dell'Arma trova i suoi cimeli ordinati nelle vetrine, disposte secondo il percorso segnato al visitatore del Museo. Accanto alla simbolicità rappresentativa di questi eventi spiccano i cimeli dei militari dell'Arma che ebbero ad onorarla in più alto grado con il loro valore.

Anche gli episodi più fulgidi di cui furono protagonisti i reparti dell'Arma trovano spicco nelle sale del Museo e qui si possono collegare due episodi d'armi gloriosi che nel secolo che li separa attestano la continuità delle tradizioni dei Carabinieri: la carica di Pastrengo (v.) e il sacrificio a Culqualber (v.) del 1° Gruppo Carabinieri mobilitato.
Dell'esponente supremo della coscienza eroica di tutti i Carabinieri patrioti, il vice brigadiere Salvo D'Acquisto(v.), sono esposti una fotografia familiare, la granata ricamata in argento del suo berretto e il medaglioncino di riconoscimento. Il suo sovrumano sacrificio è rievocato, nella cruda realtà del fatto storico, da due suggestivi quadri rispettivamente di Clemente Tafuri e di Vittorio Pisani.
Dello stesso Pisani sono esposti due quadri a soggetto: "Cave Ardeatine" e "Fiesole", entrambi del 1944.

Per quanto concerne il patrimonio artistico del Museo Storico, i quadri catalogati sono oltre 40 e tra di essi figurano opere di noti autori dell'800 e del '900, quali Sebastiano De Albertis, Francesco Gonin, Alberto Issel, Viktor Mazurowski, Memmo Genua, Mario Bucci, Gianni Vagnetti, Achille Beltrame, D'Aloisio da Vasto, Piero delle Piane, Guido Greganti, Philippe Maliavine, VittorioPisani, Clemente Tafuri ed altri.
Per le sculture sono da menzionare, tra i tanti, Augusto Rivalta, Stanislao Grimaldi, Edoardo Rubino, Antonio Berti, Antonio Fadda.
Quanto alle arti minori, di particolare importanza appare la collezione di 160 tempere originali di Alessandro Degai, riproducenti le divise storiche dei Carabinieri dal 1814 al 1944. Da ricordare anche una serie di 16 composizioni ad olio di Rinaldi Washington, una collezione di medaglie commemorative e di Corpo (206 pezzi) ed altra collezione di pergamene d'arte (12 esemplari) che completano il patrimonio artistico dei Museo, nel qualerientrano pure 37 medaglioni di decorati, donati all'Istituto dal Comando Generale.

Nell'anno 1985 il Museo Storico è stato interiormente ristrutturato e ammodernato, soprattutto nella sua esposizione documentaria, per iniziativa del Comando Generale dell'Arma attraverso un apposito Comitato scientifico.
Nella nuova struttura il Museo Storico è stato solennemente inaugurato il 9 luglio 1985, alla presenza di alte autorità militari e civili, dal Ministro della Difesa On. Giovanni Spadolini, accompagnato dal Comandante Generale dell'Arma, Gen. di C.A. Riccardo Bisogniero, e dal Presidente del Museo, Gen. di C.A. Italo Giovannitti.