Non tutti sanno che...

MARESCIALLO

Termine derivato dall'antico francese "mark-skalk" con il quale si designava in origine il capo delle scuderie reali, carica onorifica che assunse crescente importanza a partire dal secolo XII, sino a designare i marescialli napoleonici e successivamente i marescialli francesi della 1^ Guerra Mondiale. Nell'esercito sabaudo del XIII secolo il maresciallo costituiva la più alta carica militare, dopo quella di capitano generale riservata al sovrano.

Agli inizi del secolo scorso lo stesso termine, adottato nella Gendarmeria francese per indicare il sottufficiale incaricato in particolare degli alloggiamenti per la truppa, venne esteso alla Gendarmeria piemontese ed accolto nel primo schema organico del Corpo dei Carabinieri per designare il grado più elevato dei sottufficiali. Il Regio Viglietto in data 9 agosto 1814 stabilì infatti che la forza di detto Corpo comprendesse 4 "Marechàl des logis" a piedi e 13 a cavallo.

La denominazione francese venne corretta in quella di "maresciallo d'alloggio" nel Regolamento di disciplina e di servizio emanato il 30 giugno 1815, che disponeva, al capo III, la dispensa dei marescialli d'alloggio dal "vitto in comune detto ordinario " (v. Ordinario). La categoria dei sottufficiali, chiamata allora dei "bass'Uffiziali" si limitava ai marescialli d'alloggio ed ai brigadieri. Solo nella tabella della forza del Corpo dei Carabinieri allegata alle RR. Patenti del 17 novembre 1821 venne menzionato il nuovo grado di maresciallo d'alloggio capo (e precisamente 7 marescialli d'alloggio capi e 28 marescialli d'alloggio nella specialità a piedi, mentre per quella a cavallo l'organico si limitava a 21 marescialli d'alloggio).

Nella tabella della forza dei Carabinieri unita alle RR. Patenti del 12 ottobre 1822 apparvero inclusi, unicamente per l'Arma a piedi, 2 marescialli maggiori, che però non tornarono a figurare nell'organico stabilito con le RR. Patenti 9 febbraio 1832 (8 marescialli d'alloggio capi e 40 marescialli d'alloggio per la specialità a piedi, 15 marescialli d'alloggio per quella a cavallo), il che fa ritenere che l'antecedente inserimento dei 2 marescialli maggiori fosse dovuto a decisione temporanea non ufficiale, seguita poi dal loro collocamento a riposo. Tale ipotesi è confermata dal fatto che solamente con il R. Brevetto 31 maggio 1836 venne ufficialmente istituito il grado di maresciallo maggiore, limitandone il numero ad un solo elemento, appartenente all'Arma a piedi.

Il R.D. 24 gennaio 1861, istitutivo delle 13 Legioni territoriali e di quella Allievi, assegnò un maresciallo maggiore a ciascuna di esse, per un totale di 14 unità, tutti dell'Arma a piedi, che il R.D. 30 settembre 1873 elevò a 45, dei quali 34 con la carica di comandanti di Sezione (v. Sezione), attribuendo 7 marescialli maggiori anche all'Arma a cavallo, tutti da destinare al comando delle Sezioni.

In occasione della Prima Guerra Mondiale, il Decreto Luogotenenziale n. 1191 del 3 settembre 1916 istituì il grado di Aiutante di Battaglia da attribuire per merito di guerra, considerandolo intermedio tra quello di maresciallo maggiore e di aspirante ufficiale di complemento. Il distintivo del nuovo grado era quello di maresciallo maggiore, modificato come risulta alla voce "Aiutante di Battaglia" (v.).

Altra importante innovazione nei compiti attribuiti ai marescialli maggiori venne introdotta dalla legge 2 giugno 1936 n. 1225, che istituì per essi le cariche speciali, specificate all'art. 7 come appresso:

"I marescialli maggiori che, in seguito a determinazione del Comandante Generale dell'Arma, conseguono la nomina a:

  • comandante di Sezione;

  • capo scrivano presso gli uffici del Comando Generale dell'Arma, delle Divisioni e delle Brigate;

  • capo scrivano presso gli uffici della Scuola Centrale (comando, amministrazione, direzione degli studi);

  • capo scrivano presso gli uffici (comando, amministrazione, servizio) delle Legioni, reparti e gruppi autonomi;

  • addetti alla Compagnia comando legionale;

  • comandante di Plotone presso la Scuola Centrale e la Legione Allievi Carabinieri;

  • comandante di Plotone scorta di governatori: possono rimanere nelle rispettive cariche, nei limiti dei posti stabiliti complessivamente dall'organico per il grado di maresciallo maggiore, fino al compimento del trentacinquesimo anno di servizio, rinunciando al passaggio nel ruolo territoriale".

Con legge 31 luglio 1954 n. 599 per i marescialli maggiori che avessero raggiunto il limite di età per la cessazione del servizio (58 anni se aiutanti di battaglia o marescialli maggiori con carica speciale, 55 anni se marescialli maggiori) venne creato il "ruolo speciale per mansioni d'ufficio" al quale i predetti potevano essere trasferiti a domanda, se giudicati meritevoli, continuando con tale incarico nel servizio permanente.

Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 1079 del 28 dicembre 1970 istituì per i marescialli maggiori dell'Esercito, compresi quindi quelli dei Carabinieri, la qualifica di "aiutante" stabilendo che venisse conferita con priorità, e senza ulteriore valutazione, ai marescialli maggiori già nominati nelle cariche speciali.
Con legge 10 marzo 1983 n. 212 è stata soppressa la locuzione "d'alloggio" che accompagnava da sempre ciascuno dei tre gradi di maresciallo.