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Non tutti sanno che...

CRETA (1897/1906)

L'uniforme della Gendarmeria cretese disegnata dal tenente dei Carabinieri Spagnolini.Nella notte sul 4 febbraio 1897 salpò dal porto di Catania il piroscafo di linea sul quale era imbarcato il primo nucleo di militari dell'Arma diretto all'isola di Creta per compiervi - insieme con contingenti militari dell'Inghilterra, della Francia, della Russia, della Germania e dell'Austria - una missione concertata dal Governo di Roma con le citate Grandi Potenze. Componevano il nucleo il capitano Federico Craveri, i tenenti Arcangelo De Mandato e Candido Celoria e il brigadiere Giuseppe Pesavento.

L'isola di Creta - chiamata anche Candia dall'arabo "Kandah", che voleva dire trinceramento - è stata sin dai tempi più remoti un importante centro di civiltà oltre che nodo strategico ed attiva area di traffici. Occupata nel sec. XVII dai Turchi dopo una guerra durata venticinque anni, la popolazione isolana, di ceppo ellenico, rifiutò l'assoggettamento ai musulmani e la convivenza con loro, insorgendo contro di essi negli anni 1821, 1833, 1848 e 1866, con il risultato di una dura repressione. All'inizio del 1897 la rivolta si riaccese più violenta che mai e gli scontri sanguinosi tra cristiani e musulmani investirono città e villaggi. Il 4 febbraio la Grecia sbarcò a Colimbari un suo contingente di truppe al comando del generale Vassos.

A complicare il quadro degli avvenimenti, il 2 marzo, quello che rimaneva della vecchia Gendarmeria, composta di turchi in prevalenza, non ricevendo paga da più mesi, si abbandonò ad un grave ammutinamento, asserragliandosi nella sua caserma. Richiesto l'intervento di marinai italiani e russi, l'edificio fu da essi circondato; vi entrarono ad intimare la resa un colonnello turco, un colonnello inglese ed il capitano italiano dei Carabinieri Craveri.

Nella caserma dei gendarmi ammutinati gli ufficiali vennero accolti a fucilate, ma la sedizione fu in breve repressa. Per il comportamento tenuto in tale azione venne conferita al capitano Craveri la Medaglia d'Argento al Valor Militare.

Il 15 febbraio sulla corazzata italiana "Sicilia" e sotto la presidenza del suo comandante, ammiraglio Canevaro, si costituì un "Consiglio degli Ammiragli". Venne deciso - consenzienti le autorità ottomane - lo sbarco di 100 marinai per ciascuna delle sei Potenze. Alla Divisione navale ellenica, che si trovava nelle stesse acque, fu nel contempo trasmesso l'invito a sospendere qualsiasi operazione militare.
Il contingente italiano sbarcò dalla nave "Morosini". Un primo successo diplomatico fu per l'Italia la nomina del capitano di vascello Amoretti a "Comandante Militare Internazionale" di Canea, mentre ai suoi ordini si poneva subito il capitano Craveri con gli altri tre ufficiali dell'Arma.

Circa il servizio di polizia, nei primissimi tempi, il Consiglio degli Ammiragli decise che ogni Potenza vi provvedesse per conto proprio, e continuasse inoltre a funzionare la vecchia Gendarmeria locale composta di turchi.

Il 15 aprile tutte le truppe internazionali vennero passate in rivista dagli Ammiragli, mentre la Turchia dichiarava ufficialmente guerra alla Grecia che, come primo atto, richiamava tutte le sue forze in patria.

Col ritiro della Germania e dell'Austria, avvenuto il 17 marzo 1898, nella prima metà di aprile il territorio dell'isola venne ripartito in quattro zone di controllo e vi si insediarono rispettivamente con le proprie truppe le quattro Potenze rimaste. Per quanto vi fosse una Giunta provvisoria, l'organo supremo di governo era ormai il Consiglio degli Ammiragli.

La situazione, per ciò che concerneva i servizi di polizia, restava quanto mai caotica.

Nel settore italiano il capitano Craveri coi suoi ufficiali aveva già impiantato un certo numero di Stazioni, formate da indigeni e anche da carabinieri veri e propri, inquadrati da sottufficiali dell'Arma, giunti in un certo numero dall'Italia.
Indipendentemente dalle forze internazionali di polizia, la vecchia Gendarmeria turca funzionava ancora per proprio conto. Apparve evidente, di fronte a tale stato di cose, che non fosse più dilazionabile la fusione delle Polizie straniere in una Gendarmeria internazionale, agli ordini di un colonnello. Ad esserne designato fu l'inglese Boor, ma poi, per unanime decisione degli Ammiragli, tale importante compito passò al capitano dei Carabinieri Craveri, che restò a disposizione degli Ammiragli, conservando l'incarico dell'organizzazione della Gendarmeria internazionale anche quando, nel 1898, il "Comando Militare Internazionale di Canea" passò dall'Italia alla Francia.

Va ricordato che la sovranità del Sultano sull'isola, anche se ormai puramente nominale, comportava ancora la presenza nell'ambito dell'amministrazione pubblica di funzionari turchi e teneva la Gendarmeria ottomana ancora in vita.

Finalmente, a sostituire la Gendarmeria turca venne istituita una "Guardia Civica" i cui arruolamenti restarono aperti anche agli ex gendarmi turchi. Questo corpo doveva affiancare la Gendarmeria Internazionale del Craveri nei quattro settori, e quindi anche in quello italiano, ove passarono a farvi parte le Stazioni e i Comandi già impiantati dai Carabinieri, col relativo personale. Il capitano Craveri divenne così egli stesso Comandante della Guardia Civica per il suo settore, e ne determinò l'uniforme, composta di un pantalone corto di foggia locale e giubba (a bolerino) di panno bigio, stivali gialli, colbak, fucile e cartucciera.

Con la "Gendarmeria Internazionale" in formazione e la "Guardia Civica" ormai funzionante, il Consiglio degli Ammiragli predispose il disarmo generale della popolazione, mentre la diplomazia era all'opera per una Creta autonoma con un governo commissariale e una "Gendarmeria cretese" forza di polizia, quest'ultima, che avrebbe assorbito in via definitiva la Gendarmeria Internazionale e la Guardia Civica. E così infatti avvenne. Ad Alto Commissario venne nominato il principe Giorgio di Grecia, e la popolazione ne fu, nella sua grande maggioranza, pienamente soddisfatta. Sbarcato con tutti gli onori il 21 dicembre dello stesso 1898, il principe Giorgio salutò, quattro giorni dopo, il 25 dicembre, gli Ammiragli delle quattro Potenze, che con le loro navi lasciavano l'isola, ormai pacificata. A garantirne la sicurezza, vi restarono poche forze internazionali, fra le quali i Carabinieri italiani, e la istituenda Gendarmeria unica.

Con la nomina del principe Giorgio di Grecia ad Alto Commissario, il popolo cretese conobbe un periodo di pace e di ordine interno, durato sino al 1905.

L'amministrazione pubblica venne sollecitamente riordinata e al tempo stesso si pose mano all'organizzazione della Gendarmeria cretese, affidandola ai Carabinieri italiani, con incarico personale al capitano Craveri.

Il Governo italiano, a sua volta, guardò al provvedimento con molto favore e inviò subito, in due spedizioni, altri 5 ufficiali e 81 sottufficiali dell'Arma. Essi, come i loro predecessori, ebbero gran parte nella formazione, nel rapido perfezionarsi e nell'opera sotto ogni aspetto meritoria dei nuovo corpo, la cui istituzione rappresentò - e i riconoscimenti in tal senso non mancarono - un'affermazione cospicua dell'Italia in quella memoranda vicenda mediterranea di fine secolo.

La storia della Gendarmeria cretese potrebbe ripartirsi nei tre periodi in cui furono rispettivamente a comandarla i capitani Federico Craveri (febbraio 1897 - giugno 1900), Balduino Caprini (giugno 1900 - settembre 1903) ed Eugenio Monaco (settembre 1903 - fine 1906).

L'organizzazione del Corpo richiese al Craveri opera ardua e paziente: si trattava infatti di reclutare e portare rapidamente ad uno stesso livello elementi i più disparati, quali cristiani-ortodossi e musulmani, ex guardie civiche ed ex soldati di truppa. Inquadrati dai cento e più sottufficiali dell'Arma giunti dall'Italia e posti al loro comando, l'opera del Craveri proseguì spedita. Si può dire che allorquando nel giugno 1900 egli lasciò l'isola, a sua domanda, per tornare in Eritrea, la Gendarmeria cretese era un fatto compiuto. Essa era ordinata su 5 Compagnie territoriali (Canea interna - Canea esterna - Retimo - Candia - Mirabella) comandate da tenenti dell'Arma, su 5 Tenenze ed 11 Sezioni al comando di marescialli o brigadieri, e su 60 Stazioni, talune al comando di graduato cretese.

Del successore capitano Balduino Caprini si riporta un passo del suo rapporto del 5 gennaio 1904 relativo all'azione di comando da lui svolta a partire dal giugno 1900:

"( .. ) Studiata la Gendarmeria Cretese, mio primo obbiettivo fu l'accentrazione del comando e la scelta del personale, essendo nel momento i . gendarmi pressoché tutti pregiudicati. All'UOPO accentrai in me tutte le incombenze spettanti ad un comandante di Corpo e quelle spettanti al Consiglio di Amministrazione, e istituii subito in Canoa, oltre alla scuola allievi sottufficiali, una scuola allievi gendarmi, e stabilii per le nuove reclute, come nell'Arma, un attestato di idoneità morale e man mano che ebbi elemento nuovo e buono espulsi d'autorità dal Corpo il vecchio elemento deficiente. Al Corpo diedi poi lo stesso assetto organico, amministrativo, e disciplinare d'una Legione dell'Arma, e adottai, fino a che non furono tradotti, tutti i regolamenti del R. Esercito e dell'Arma. Ad organizzazione avvenuta la Gendarmeria Cretese ebbe: uno stato maggiore; cinque compagnie, cinque tenenze; undici sezioni; novantanove stazioni; con una forza complessiva di circa 1150 uomini, compreso il personale dell'Arma ( .. )".

Il capitano Monaco assunse il comando della Gendarmeria cretese nel settembre 1903.
Nel 1903 la forza di questo Corpo era di 1.166 uomini, dei quali 45 marescialli, 106 brigadieri, 60 vice brigadieri, 40 carabinieri, 835 gendarmi, 20 allievi gendarmi; la forza a cavallo era di 60 uomini, per la maggior parte indigeni.
Il periodo di comando del capitano Monaco fu quasi interamente dominato dall'ultima insurrezione, particolarmente violenta, che scoppiò nell'isola il 23 marzo 1905 e si protrasse, con alterne vicende, sino al 23 novembre successivo. L'ennesima sollevazione mise alla prova le istituzioni, pur accettate con tanto favore, e soprattutto la Gendarmeria, che, sempre al comando di ufficiali dell'Arma, dovette affrontare e risolvere situazioni complesse e di vasta portata, operando spesso nell'impervio teatro delle montagne, immensa roccaforte e quartiere generale degli insorti.

L'eroico comportamento della Gendarmeria e dei militari dell'Arma in occasione della rivolta del 1905 è dimostrato per tutti dal conferimento della Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia al tenente Giovanni Battista Carossini distintosi particolarmente nello scontro di Adzipopoulo, e dalla concessione di encomi a vari sottufficiali.
Tale comportamento fu esaltato dalla Suprema Autorità dello Stato, il cui elogio venne pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Cretese. Ma particolare significato assume il fatto che i capi dell'insurrezione, Venizelos e Fumis, si recarono di persona a rendere omaggio al Comandante della Gendarmeria, capitano Monaco, per esprimergli la loro gratitudine, estesa "... a tutto il personale italiano dei Carabinieri, che sempre, nobilmente si studiò di limitare, per quanto possibile, lo spargimento di sangue in una lotta fratricida, pur seguendo sempre la via del dovere..." La popolazione cretese fu finalmente chiamata alle urne nella seconda domenica del maggio 1906.

Dopo l'ordinato svolgimento delle elezioni, il clima politico dell'isola di Creta si era rasserenato. Alla raggiunta unità nazionale dei cretesi faceva ormai da contrappeso la provata efficienza e la palese coesione dei reparti di Gendarmeria che vegliavano sulle condizioni dell'ordine e della sicurezza nell'isola.
Volgeva quindi al termine la missione svolta in Creta dal Distaccamento dell'Arma dei Carabinieri, del quale fu fissato il rimpatrio per il 31 dicembre 1906, data sotto la quale ebbe poi effettivamente luogo.