
I Carabinieri, in particolare nel 1893, dopo il Regio Decreto dell'8 dicembre 1892 sul commercio e la detenzione delle armi nella colonia, avevano sequestrato un certo numero di armi da fuoco, rendendo più sicuro il territorio, e avevano recuperato un cospicuo numero di schiavi: quest'ultima operazione era stata condotta dagli stessi zaptiè eritrei, elementi arruolati localmente e istruiti dall'Arma nel servizio di istituto, senza la guida di alcun graduato italiano, segno che l'istruzione era stata ben condotta: il «discernimento» e la «prudenza» dimostrati facevano vedere come anche gli zaptiè sapessero «mantenere alto ed inconcusso il prestigio dell'Arma».
Le carceri erano sotto la diretta sorveglianza del capitano comandante la Compagnia in Massaua e funzionavano così come funzionavano in Italia: ai detenuti, «colla severità della pena», era «assicurato un trattamento umano».
Dal punto di vista sociale, la prostituzione era
«sul suo decrescere; buona parte di quelle disgraziate calate a Massaua dal Tigré e dall'Amhara ai tempi della carestia, sono ora rientrate ai loro paesi, ed in città, tranne quelle del cosiddetto ferro di cavallo in Taulud, ben poche sono coloro che sfuggono alla sorveglianza continuata che su di esse si esercita, applicando quando occorra e con tutto il rigore le disposizioni del Decreto governativo inserto nel Bollettino Ufficiale della colonia n. 2 del 1 giugno 1892»:
così scriveva Craveri in una delle sue relazioni.
Per quanto riguardava l'esercizio della giustizia, molte erano le cause presso il giudice conciliatore; segno questo, secondo il Craveri, che gli abitanti della colonia, indigeni ed europei, guardavano con fiducia all'Ufficio del Giudice Conciliatore. I rapporti dei comandanti la Stazione erano esaurienti anche per quanto riguarda statistiche e cifre di vario genere, naturalmente rispetto agli strumenti conoscitivi dell'epoca.
Dunque, dal piccolo porto di Assab sotto sovranità italiana, l'Arma, con sole quattro unità, iniziò a farsi conoscere anche in quel lontano e, per l'epoca, sperduto angolo d'Africa. La sua presenza in Africa Orientale si sarebbe poi sviluppata e ampliata negli anni Trenta con la conquista dell'Etiopia. Nel quadro generale dell'amministrazione coloniale italiana, i carabinieri svolgevano gli stessi servizi istituzionali che dovevano svolgere sul territorio metropolitano: ma era servizio coloniale, e non servizio all'estero. Acquisirono comunque un'ottima conoscenza dei luoghi e delle popolazioni; esperienze che si rivelarono preziose nelle loro successive missioni, una volta che questi territori divennero indipendenti.