Page 3 - COPERTINA_103.qxp_Layout 1
P. 3

03-EDITORIALE_103.qxp_Layout 1  20/02/18  19:04  Pagina 3






                                                                                       Focus






                   GLI ACRONIMI DEL LESSICO


                   AMBIENTALE

                         gli inglesi piacciono molto gli acronimi e ne fanno
                         largo uso anche nel dinamico e rissoso settore
                         della tutela ambientale. Non sono solo le
                         contestazioni sociali a bloccare la realizzazione
                   A delle grandi opere infrastrutturali, a volte è
                   anche la politica locale che in situazioni complesse
                   preferisce non decidere. Un atteggiamento che si sceglie
                   per non correre rischi. E così dalla più nota e studiata sindrome
                   Nimby, Not In My Back Yard, ossia “non nel mio giardino”, si passa
                   alla sindrome Nimto, Not In My Terms of Office, cioè “non durante il
                   mio mandato elettorale”. Si tratta però di due facce della stessa medaglia.
                   Meno conosciuta è invece la Niaby, Not In Anyone’s Back Yard: se un’opera
                   consuma risorse naturali e ha un impatto ambientale devastante, non deve essere fatta in nessun luogo! A
                   queste si aggiunge l’estremizzazione della sindrome Banana che sta per Build Absolutely Nothing Anywhere
                   Near Anything, cioè “costruire assolutamente nulla in nessun luogo vicino a niente”. In questo caso i risvolti più
                   curiosi da un punto di vista psicologico sono relativi al disallineamento che si crea quando una persona è in
                   teoria favorevole ad un’opera e poi si professa improvvisamente contraria quando essa invece si realizzerà
                   nell’ambiente di suo interesse.
                   Secondo la mappatura delle opere pubbliche e private che hanno incontrato ostacoli e ritardi nel 2016,
                   redatta dall'Osservatorio Media Permanente Nimby Forum, sono ben 359 gli impianti contestati con un
                   aumento del 5% rispetto all'anno precedente, confermando al centro dei contrasti al primo posto il comparto
                   energetico (56,7%) e quello dei rifiuti (37,4%). La stima complessiva del costo dell'inazione si aggira intorno ai
                   600 miliardi, entro il 2030.  I più osteggiati sono gli impianti da fonti rinnovabili (75,4%): 43 centrali a
                   biomassa, 20 strutture di compostaggio e 13 parchi eolici. Tra le tipologie di installazioni contestate al primo
                   posto ci sono quelle relative a fonti di energia convenzionale da idrocarburi con ben 81 opere. Opposizione
                   intransigente anche al ciclo di gestione della filiera dei rifiuti: 37 termovalorizzatori, 30 discariche di rifiuti
                   urbani e 18 di speciali.  Dati che non risparmiano nemmeno l'economia circolare, e addirittura la green
                   economy in notevole aumento: 119 in più nel 2016. Un terzo delle contestazioni finisce inoltre nei tribunali,
                   con allungamento dei tempi e un incremento dei costi di realizzazione. Insomma, un effetto a catena che
                   interessa sempre di più il futuro delle politiche ambientali ed energetiche del nostro Paese.
                   Tra le ragioni della protesta, secondo il rapporto annuale dell’Osservatorio, al primo posto c’è l'impatto con
                   l'ambiente. L'altra preoccupazione è la richiesta da parte dei cittadini di una maggiore partecipazione attiva ai
                   processi decisionali, il 21,3% delle persone non si sente infatti adeguatamente coinvolto. Ed è proprio su
                   questo aspetto che sostenitori e oppositori alla realizzazione di opere sembrano essere d’accordo. Gli Italiani
                   vogliono comunque essere al centro delle decisioni che riguardano il loro territorio e lo stile vita, protagonisti
                   in ogni caso delle scelte importanti. I primi chiedono un’informazione seria, asettica e scientificamente
                   attendibile, scevra da allarmismi e vogliono conoscere quali garanzie siano state prese dagli organi preposti
                   ad autorizzazioni e controlli, i secondi vorrebbero si parlasse di più e meglio delle loro ragioni e di possibili
                   altre soluzioni ai problemi.                                                         MARZO-APRILE 2018



                                                                                               #Natura
                                                                                                       3
   1   2   3   4   5   6   7   8