Page 2 - Forestale N. 66 gennaio - febbraio 2012
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EDITORIALE



          Ricorrenze importanti


               entre la cosiddetta “Prima Repubblica” cadeva rovinosamente sotto i colpi dell’inchiesta di Mani Pulite e
               le stragi di Capaci e Via D’Amelio colpivano al cuore gli apparati dello Stato, sulle calde spiagge di Rio si
          M teneva la prima conferenza mondiale dei capi di stato sull’ambiente. Fu un evento senza precedenti sia
          per l’impatto mediatico, che per le scelte politiche e di sviluppo che ne seguirono. Da quello storico incontro
          scaturiranno importanti documenti e azioni per la tutela della natura e della biodiversità che hanno cambiato la
          percezione dell’uomo nei confronti della questione ambientale sia in termini di presa di coscienza dell’impor-
          tanza degli ecosistemi per la sopravvivenza del pianeta e dell’uomo, sia in termini di concreta preoccupazione e
          di necessità di sicurezza in questo settore.
          Il 1992 fu un anno delicato per la storia europea e del nostro Paese. I dodici stati della Comunità europea fir-
          mano il Trattato di Mastricht. L’Italia attraversa un momento di profonda crisi economica simile a quello attuale,
          mentre viene avviato un processo rapido di privatizzazioni senza precedenti. E quando la barca statunitense
          America3 batte Il Moro di Venezia prima imbarcazione italiana, e appartenente ad un paese non anglofono, a
          contendere la Coppa America in oltre 140 anni, a perdere non sono solo gli appassionati di vela ma un’intera
          nazione che aveva, per un solo attimo, pensato che il sogno potesse diventare realtà. Quella regata segnava vera-
          mente la fine di un periodo storico e politico e l’inizio di un nuovo corso che ci conduce diretti ai fatti
          contemporanei.
          Pochi forse ricorderanno che in quell’anno di concitati ed epocali cambiamenti vedono la luce altri importanti
          testi legislativi che hanno inciso sull’ambiente e il territorio e che affidano al Corpo forestale dello Stato un ruolo
          di prioritaria centralità. Tra questi la legge che istituisce il Sistema Nazionale della Protezione Civile. Una parti-
          colarità tutta italiana basata sul principio di sussidiarietà. Le ragioni di questa scelta si possono individuare
          nell’incontro tra motivazioni istituzionali ed esigenze operative legate alle caratteristiche del nostro territorio.
          Forti dell’antica tradizione che lega il Corpo al territorio e alle popolazioni rurali e montane, non c’è stata cala-
          mità naturale o emergenza che non abbia visto impegnati i Forestali nelle strutture di protezione civile; contesti
          impegnativi dove essi hanno portato la competenza tecnica e professionale di una storia centenaria: dalla lotta
          agli incendi boschivi, alla sicurezza in montagna, al dissesto idrogeologico, al rischio sismico, alle alluvioni, fino
          agli episodi di inquinamento. Una collaborazione costante che continua anche nelle nuove emergenze.
          Ma il 1992 è anche l’anno della legge che disciplina i reati relativi all’applicazione in Italia della Convenzione sul
          commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione. Un provvedimento per tanto tempo
          atteso che rende di fatto operativa la Convenzione di Washington entrata in vigore in Italia ben 12 anni prima e
          che affida al Corpo forestale importanti compiti di autorità amministrativa, nonché concreti strumenti di tutela
          penale per debellare il drammatico e lucroso traffico illegale di specie animali e vegetali in via di estinzione, causa
          di compromissione di interi habitat naturali.
          Nello stesso anno, pochi mesi dopo la storica legge quadro sulle aree protette, vede la luce anche la legge per la
          protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio la quale ribadisce il concetto fondamen-
          tale che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello stato e che la caccia è consentita solo come eccezione,
          confermando una linea di pensiero che aveva ormai abbandonato il vecchio concetto secondo il quale la sel-
          vaggina è res nullius, pur garantendo la possibilità al cittadino-cacciatore di diventare proprietario di un bene
          tutelato nell’interesse pubblico. A questo fine la legge fa riferimento anche ad una serie di direttive comunitarie
          e convenzioni internazionali che attribuiscono di fatto alla fauna selvatica uno specifico valore sovranazionale.
          Anche questo storico impianto normativo, pur tra numerose polemiche che ancor oggi dividono pro e anti cac-
          cia, da due decenni governa un delicato settore in cui il Corpo forestale dello Stato partecipa come fondamentale
          protagonista nel regime dei controlli e della polizia giudiziaria, a garanzia di tutti i diritti tutelati.
          Dopo 20 anni di rodaggio, anche se con alcuni correttivi, questi impianti normativi regolano ancora questioni
          ambientali delicate che furono oggetto negli anni ’70 e ’80 di importanti movimenti di opinione derivanti dalla
          consapevolezza diffusa di dover necessariamente tutelare uomini, ambiente e territorio.
          Il Forestale darà il proprio contributo in occasione di questi anniversari tornando a scandagliare le motivazioni
          originarie e l’attualità di queste leggi alla luce soprattutto dell’esperienza compiuta sul campo dai forestali.
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