Page 2 - Forestale N. 65 novembre - dicembre 2011
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EDITORIALE



          L’ambiente che cresce e quello che frana


              iù di un italiano su dieci quest’anno ha scelto di fare una vacanza all’insegna della natura.
              Secondo l’ultimo rapporto Ecotur, reso noto dalla Coldiretti, gli ecoturisti sono aumentati del 3
          P per cento rispetto all’anno scorso. L’11,8 per cento degli italiani ha scelto quest’estate una vacan-
          za in una delle 871 aree protette del nostro Paese.
          Parchi, oasi e aree protette dove andare alla scoperta di piante, fiori e uccelli.
          L’Italia, grazie alla sua posizione al centro del Mediterraneo ed essendo chiusa a nord dall’arco alpi-
          no, vanta una biodiversità senza pari. Siamo primi in Europa per numero assoluto di specie vegetali e
          il solo territorio del Lazio contiene più specie della Gran Bretagna che è di superficie comparabile a
          quella dell’Italia. Le specie animali sono, invece, un terzo dell’intera fauna europea.
          Nella crisi economica che stiamo vivendo uno dei pochi settori in crescita nel turismo è proprio quel-
          lo ecologico, così come in agricoltura è il bio, che ci vede primi nell’Europa per numero di aziende.
          Nell’edilizia, l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili sono un motore importante di questo setto-
          re, grazie agli incentivi che sono stati recentemente confermati.
          Una casa che consuma meno energia grazie all’isolamento termico non è solo un aiuto all’ambiente,
          ma anche un grande risparmio per le tasche.
          Ma il primato di cui siamo più fieri è quello del fotovoltaico. Con circa 12 gigawatt, l’Italia diventerà
          entro la fine di quest’anno il paese con il più alto tasso di potenza fotovoltaica installata nel mondo.
          Sembrava un traguardo impossibile quando si avviò il primo Conto Energia per l’incentivo del sola-
          re, nel 2007, allora eravamo il fanalino di coda nonostante il favorevole irraggiamento solare.
          Ora, però, serve uno scatto d’orgoglio per diventare primi anche nella tutela del territorio, primi per
          la prevenzione del rischio idrogeologico. Sembra impossibile ora, con la memoria recente delle allu-
          vioni in Toscana e Liguria, ma se non ora quando?
          Dobbiamo prendere atto che la più spietata alluvione di tutti i tempi è quella del cemento, che ha tra-
          sformato ogni vallone e ogni lungofiume ligure in un cannone d’acqua e fango puntato contro le città
          e le case.
          Nel caso delle Cinque Terre, poi, la colpa dell’alluvione va ricercata nell’abbandono di un territorio così
          forgiato dall’uomo da non potere più fare a meno della sua mano, della sua presenza costante. Queste
          terre così come sono non esistevano, prima che generazioni di contadini erigessero pietra su pietra 7.000
          chilometri di muri a secco, tanti quanti la Grande Muraglia Cinese. In pochi altri posti al mondo si assi-
          ste a una tale compenetrazione tra il paesaggio, l’uomo e la natura.
          L’abbandono progressivo dei campi, dei crinali, della montagna ha indebolito a morte il territorio, ren-
          dendolo sempre più esposto alle turbolenze, amplificate dai cambiamenti climatici. Lunghi periodi di
          siccità - non pioveva da tre mesi ed agosto è stato il mese più secco degli ultimi 150 anni - indurisco-
          no il terreno e gli impediscono di trattenere l’acqua assorbendola.
          I Forestali lo sanno bene e continuano a ripetere che non si può abbandonare il bosco e rinunciare a
          mettere in sicurezza l’Italia che scivola, frana, si sgretola. Non possiamo permettercelo in quest’anno
          che si chiude, Anno internazionale delle foreste e del 150° dell’Unità d’Italia. Non vorremmo più rac-
          contare le tragedie delle alluvioni di cui in questi anni siamo stati testimoni attivi ma compiacerci e
          gioire perché una pioggia, benché violenta, non provochi più disastri e lutti. Questo sarebbe davvero
          un grande primato.
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