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  • N.3 - Luglio-Settembre
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Libri

Giovanni Ariolli - Vincenza Bellini
Disposizioni penali in materia di doping
Giuffrè Editore2005, pagg. 291,euro 22,00

Agli autori dell’interessantissimo volume, entrambi magistrati, va il merito di avere realizzato uno studio completo inerente all’intero testo penale in materia di doping, riferitosia alla normativa statale che speciale sportiva. Il testo è difacile consultazione e si articolasu una premessa sulleprime disposizioni di legge sul doping insistendo poi sulla frode in competizioni sportive, con specifica rilevanza sull’effetto delle sostanze dopanti. Assai utile ed interessante l’analisi sull’aspetto della normativa internazionale dove viene riferita l’azione della comunità internazionale in materia di tutela sanitaria delle attività sportive con accenno al Codice universale Antidoping. Approfondita e vasta la disamina sulle più recenti pronunzie giurisprudenziali inerenti alla materia nonché sulla legge numero 376 del 14 dicembre 2000 e ditutta la normativa di successiva attuazione. Importante anche la parte in cui gli Autori trattano le relazioni tra l’ordinamento statale e quello sportivo. Il testo è aggiornato sino all’anno in corso ed anticipa le modifiche di prevista, prossima attuazione. In considerazione della triste, perdurante attualità dell’argomento si ritiene indispensabile all’operatore di polizia disporre del volume in argomento che può costituire fondamentale ausilio professionale oltre che piacevole edutile testo di consultazione.

Ten. Col. t.ISSMI Pietro Oresta




Paolo Cestra - Giorgio Butini
Missioni di Polizia Internazionale
Laurus Robuffo editore,2005, pagg. 224, euro 33,00

Gli autori, entrambi funzionaridella Polizia di Stato,affrontano nell’opera l’argomentodelle missioni diPolizia Internazionale analizzandocon attenzionetutti gli aspetti maggiormentesignificativi della specifica,importante attività.Il volume, che può considerarsiun vero e proprio“vademecum”, si apre conuna breve ed interessanteparte storica inerente alleMissioni di PoliziaInternazionale per giungerepoi ad analizzare, punto perpunto, tutti i passaggi cheregolano pianificazione,organizzazione e condottadella delicata attività che lapolizia civile svolge nei teatrioperativi internazionali.Con chiarezza sono specificatele differenze tra le varietipologie di missione, daquelle di monitoraggio aquelle di sostituzione e diaffiancamento alla Polizielocali, suddivise per mandato ONU ed UE e di cui èriportato il riferimento normativointernazionale. Assai utile al lettore, specialmentese direttamente interessatoall’invio in teatro di operazioniall’estero, la parte degliallegati dove è anche riportatoil glossario sugli acronimiutilizzati dalle forze NATO ed ONU. Si ritiene davvero convenientelo studio del volumeche, peraltro, ha il pregio dirappresentare la primaopera del genere in commercioe che costituisceuna valevolissima guida pertutti gli operatori di poliziachiamati ad operare inPaesi non più stabilizzati oa fragile stabilizzazione.

Ten. Col. t.ISSMI Pietro Oresta




Antonio Fernando Guida
1943. Carabinieri in Albania. Un diario inedito
Lupo editore,2004, pagg. 108,euro 10,00

L’autore, Colonnello deicarabinieri nella riserva, è autorevole pubblicista, sociodell’Università dei Saggi “Franco Romano” impegnata nell’Associazione Nazionale Carabinieri a promuovere esostenere ogni manifestazione di “carabinierità”. Se a ciò si aggiunge che ilvolume è dedicato allamemoria dei carabinieriitaliani ed albanesi caduti nell’adempimento deldovere ed allo stesso padredell’Autore, Sebastiano,“umile combattente inAfrica, Albania e Grecia,invalido di guerra”, tanto basta per inquadrare lanobiltà dell’intentodell’Autore nel rinnovellarei tragici fatti occorsi inAlbania durante la seconda Guerra mondiale. Nel libro si ripercorrono imomenti particolarmentedrammatici vissuti dai carabinieridi stanza nella citatazona balcanica durante ilperiodo seguente l’armistizio dell’ 8 settembre 1943 privilegiando la figura diun giovane carabinieripugliese, Giuseppe Alemanno. Il militare, mobilitato in Albania dalla Legione Territoriale di Bari, il 29gennaio 1942 si imbarcòcon molti altri commilitoniper raggiungere Durazzodove venne poi assegnatoalla Legione CC Reali diValona.Dal diario di guerra delGenerale di Brigata SilvioRobino, Comandante deiCC Reali d’Albania, siapprenderà che il postofisso ove il Carabiniere Alemanno era impiegato inservizio, all’alba del 12 aprile 1943 veniva assalitodai guerriglieri titini e delmilitare, nonché dei suoicolleghi, non si seppe piùnulla. Il Tribunale di Lecce -Sezione prima civile - consentenza 328/2 dell’8 giugno1998 dichiarerà lamorte presunta del militare. Il volume è impreziosito dadocumenti originali d’archivioche ne rendono davveroassai interessante lalettura.

Ten. Col. t.ISSMI Pietro Oresta




Amedeo Osti Guerrazzi
Poliziotti. I direttori deicampi di concentramento italiani 1940-1943
Cooper editore,2004, pagg. 173,euro 14,00

Negli ultimi anni è cresciutol’interesse nelle ricerche storichesui campi di concentramento,di internamentoe di prigionia e più in particolaresono state approfonditenon solo le questionirelative all’internamento deimilitari italiani ma anche lequestioni relative al mondoconcentrazionario gestitodall’Esercito italiano o dal Ministero dell’Internodurante il secondo conflittomondiale. Recentementesono dunque stati dati allestampe numerosi volumi diautori che hanno dedicatotempo e passione nella ricostruzione della vita di questi campi, in Italia comeall’estero.Restano, tuttavia, ancoradegli argomenti da analizzaree studiare come quelliche riguardano, ad esempio,il personale che avevacompiti di vigilanza e didetenzione. In questa direzionepoco esplorata simuove l’autore, professorea contratto presso la Facoltàdi Lettere e Filosofiadell’Università degli Studidi Roma “La Sapienza”. Egli, sulla base della documentazioned’archivio piùsignificativa, ha tracciatoun profilo di alcune figuredei direttori dei campigestiti dal Ministerodell’Interno, cercando diricostruirne la vita, la carriera,le scelte politicheintraprese nei difficilimomenti di vita della societàitaliana come all’atto dell’armistiziocon gli Alleati. Certamente si tratta di uncampione con differentiorigini ed esiti di carrieranella pubblica amministrazione,selezionato sulla basedella documentazione reperita,il cui minimo comundenominatore è costituitodall’aver più o meno alungo termine retto laresponsabilità di una o piùdi queste strutture direstrittive della libertà personale.Emergono così le diversepersonalità di questi funzionariche, a vario modo,cercano di osservare ledisposizioni impartite dalMinistero in ordine allatenuta ed al regime di vitaall’interno dei campi diinternamento.È interessante osservare cheil comportamento non èomogeneo e si distinguononel bene e nel male coloro iquali cercano di migliorarele condizioni di vita e quelli,invece, che appaiono piùintenzionati ad approfittaredella situazione o addiritturaa rendere più disagevoleancora la permanenza.In sintesi, con questo libroè possibile conoscere uncampione, ancorché nondel tutto rappresentativo,dei funzionari di pubblicasicurezza, relativamente aiquali gli studi sono ancorain fase iniziale.

Magg. CC Flavio Carbone




Domenico Quirico
La battaglia che cambiò la Storia d’Italia
Mondadori Editore,2004, pagg. 383,euro 9,40

Domenico Quirico, giornalistade “La Stampa” haalle spalle una più cherobusta esperienza africanaacquisita sul terreno con laquale ben a diritto offreuna chiave di lettura piùampia sulla sconfitta del 1°marzo 1896.La battaglia di Adua e lasconfitta dell’Esercito italianotra i monti ed i collinei pressi del luogo da cuiavrebbe poi preso il nomecostituiscono una linea difrattura non solo nelmondo politico di allorama anche all’interno dellastessa società italiana. Egli studia con cura la battagliadi Adura, non tralasciandogli aspetti particolariche forniscono un quadrogenerale dipinto con tutte lesue tinte, da quelle più vivacia quelle più fosche.La narrazione della battagliacome mera incapacità tecnicadei vertici militari cheerano presenti sul camposarebbe stato riduttivo e forse anche inutile. L’attenzione diQuirico si sposta invece sullanarrazione a più voci, sullesingole vicende del caporaleIllotto o del tenente Woctt e,certamente, anche dei generalie degli ufficiali superioriche componevano i vertici militari presenti tra Adua e lacosta.Appare interessante analizzareanche un altro dei numerosiaspetti che l’Autore tratta, ilquadro generale dell’Italia diquel periodo, erede dei fastivirtuali più che reali delRisorgimento e ancora colpitanell’intimo per le sconfittedi Lissa e di Custoza. Si puòleggere, quindi, nelle fasi cheprecedettero la battaglia, unarichiesta pressante della pubblicaopinione e dello stesso Crispi di ottenere una vittoriae che fosse una vittoria notevole.Invece, si assistette aduna sorda caduta del piccolo esercito che, partito dall’Eritrea, andò a cozzarecontro le orde dell’ImperatoreMenelik. Ecco quindi che,insieme alla sconfitta incampo militare, l’Italia e gliitaliani con i loro “vivaMenelik” rappresentano piuttostola sconfitta di un sistema,quello dei fondatori dellaPatria usciti dal Risorgimentoche tramontano definitivamentecon la figura del Crispigaribaldino, lasciando il passoad una nuova generazione diitaliani.Ancora una osservazione. L’Autore, per narrare dellabattaglia di Adua, si impossessaanche di aspetti chepotrebbero apparire minorio marginali e che, al contrario,sono di estrema utilitàper comprendere le figuredegli ufficiali e dei soldatiche parteciparono a quelleoperazioni militari. Benefa, il Quirico a riportarel’analisi dei momenti piùsignificativi della vita militarein Italia, ripresi da illustriscrittori della realtà militare del Paese. Con l’ausilio di un’avvincenteprosa giornalistica l’Autore sottolinea la vita di questi personaggi, i qualisono descritti nella quotidianitàdelle loro azionidurante l’esperienza militareed i disagi e le prove diabnegazione che dovrannosopportare nelle fasi crucialidella battaglia.In conclusione, si può affermareche il Quirico raggiungel’obiettivo che si era prefisso. Le sue pagine offronoad un ampio pubblico lanarrazione di uno deimomenti più difficili dellagiovane storia nazionale siaper le ripercussioni in politicainterna, sia per quelle inpolitica internazionale, e perle ripercussioni che, sotto ilprofilo psicologico, subisceil novello Stato italiano chevoleva trovare in Africa unterreno di riscatto che il vecchiocontinente non leaveva offerto.

Magg. CC Flavio Carbone




Mario Da Passano
Le colonie penalin nell’Europa dell’Ottocento
Carocci, 2004, pagg. 304,euro 24,10

Il volume su “le colonie penali nell’Europa dell’Ottocento”, pubblicato all’interno della nuova serie della Collana del Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari, costituisce la raccolta degliatti del convegno internazionale organizzato dalDipartimento stesso e dal Parco nazionale dell’Asinara, tenutosi a Porto Torres il 25maggio 2001. Il libro, introdotto dal professorNeppi Modona ecurato dal recentementescomparso professor Mario Da Passano, consente dianalizzare, per la primavolta e su un fronte europeo,i problemi relativiall’evoluzione della scienzapenitenziaria ed ai tentatividi rendere fruttuosi, per loStato e per la società dell’epoca,i prodotti dellecolonie penali. Si tratta quindi di un percorsoche intende analizzare,sia pure senza presunzionedi completezza, la questionerelativa all’utilizzo nel secolo XIX delle colonie penali come strumento detentivo in Francia, Italia, Germania e Belgio. Panoramica ampia che, grazie ai contributi di numerosistudiosi, per lo più universitari,consente diapprezzare le questioni cherisiedevano a margine delterreno di scontro, anchepolitico, relativo alle coloniepenali.Gli interventi sulla situazionedei diversi Stati europeiconsente di avanzarequalche confronto comparatisticotra le differentiscelte adottate dai vari Paesiin materia penitenziaria. Emerge un dato comune atutti, ovvero il fallimentodel sistema delle coloniepenali, non utile né alla rieducazionedei detenuti néall’alleviamento delle spesedell’organizzazione carcerariastessa.In effetti, Neppi Modonaricorda che “il fallimento futotale sul terreno degliintenti rieducativi dichiaratidai riformatori che, inbuona o mala fede, credevanonegli effetti di rigenerazionee di emenda dellavoro agricolo”.Per il panorama italiano, sisegnalano gli interventi diAnna Capelli “La storiapenitenziaria: fonti emetodi”, di MonicaCalzolari e Mario Da Passano “Il lavoro dei condannatiall’aperto: l’esperimentodella colonia delleTre Fontane (1880-95)”,di Franca Mele “L’Asinarae le colonie penali inSardegna: un’isola penitenziaria?”e di DanielaFozzi “Una «specialità italiana»: le colonie coatte nelRegno d’Italia”.

Magg. CC Flavio Carbone




Richard Filmotte
Les insignes de la Gendarmerie nationale - (Tome I - Les origines lesinsignes homologués de1996 à 2004)
Service Historique de laGendarmerie nationale,2004, pagg. 165, euro 25,00

Nell’ambito della produzionebibliografica curatadal Servizio Storico dellaGendarmeria nazionalefrancese, è stata dedicatauna particolare attenzionealle insegne dellaGendarmeria stessa.Tra i vari compiti attribuitial Servizio storico dellaGendarmeria nazionale, viè anche quello di omologarele insegne, gli scudetti e igagliardetti delle varieunità.È evidente che raccogliere evalorizzare il simbolismodelle Forze Armate e, inquesto caso, dellaGendarmeria costituisce unforte sostegno alla creazionedi uno spirito di appartenenzaall’Istituzione. Inquesto ambito, ben si inseriscequesto volume.Come lo stesso capo delServizio Storico, generale Yves-Alain Quentel, sottolineanella sua prefazione laGendarmeria francese “possiedeun patrimonio simbolicodi grande richezza.Apparse alla fine degli annitrenta, le sue insegne nonhanno cominciato ad essere studiate e valorizzare checon la creazione del Serviziostorico della Gendarmerianazionale nel 1995”.Il general Quentel terminaauspicando che l’obiettivodella valorizzazione graficae storica di questo patrimoniounico riesca “a diffonderead un largo pubblico ivalori che rappresenta”.Il volume presenta, comeprimo tomo, una primaparte, dedicata ad una brevestoria degli scudetti e deisimboli di reparto nella gendarmeria,dalla prima apparizionesino al 1995 ed unaseconda parte che riproducel’insieme degli scudetti esimboli omologati.L’Autore evidenzia che “inquesti periodi di mutazione,è necessario non abdicarea tutti i principi e fondamentie preservare ciò checostituisce l’anima o l’essenzadi una entità. I valorimilitari della nostra istituzionecostituiscono parte diquesti ancoraggi”.Sono riportati i 185 scudettidelle promozioni dellascuola ufficiali e di tutte lerimanenti scuole della gendarmeria,realizzati nelcorso degli ultimi noveanni oltre a 31 scudetti dispecialità, brevetti o competenzetecniche certificate,adottati o meno dai varireparti della GN francese.In sintesi, il volume benrappresenta la collezionededicata al patrimoniodella Gendarmeria con ilchiaro scopo di diffondernei valori e di farla conoscere ad un pubblico piùvasto di quello che sinora siè avvicinato alla sorella d’Oltralpe.

Magg. CC Flavio Carbone
Benoît Haberbuch (a cura di)Pour la Patrie, l’Honneuret le Droit - Les parrainsde promotion de l’Écoledes Officiers de laGendarmerie Nationale(1919-2004)
Service Historique de laGendarmerie nationale,2004, pagg. 227,euro 35,00

Il volume a cura diHaberbuch, ufficiale-storicogià apprezzato per l’imponentelavoro sullaGendarmeria in Algeria dal1939 al 1945, ripercorretutte le promozioni dellascuola della gendarmeria(“Scuola degli ufficiali dellaGendarmeria nazionale nel1950”) dal 1919 sino al2004 alle quali è stato attribuitoun nome di un padrino(si potrebbe dire “patrinaggio”),seguendo la tradizionedelle grandi scuolemilitari proprio a partiredal 1919.Se le prime promozionierano strettamente legateall’organizzazione dellagendarmeria ed al suo progresso,altre richiamavanoalla memoria alcuni episodimilitari che costituiscono latradizione di quell’Arma,altre ancora ricordavanoappartenenti allaGendarmeria caduti sulcampo dell’onore o nell’assolvimentodel dovere. Aquesti si rifà anche il direttoregenerale dellaGendarmeria che rappresentai caduti partendo dalmaresciallo di Francia LeGallois de Fougières, prevostodei marescialli, uccisonella battaglia di Azincourtil 25 ottobre 1415 (figurainquadrata ovviamentenella Maréchaussée delperiodo) sino al generaleDelfosse (ed oltre), ucciso il27 marzo 1984 nel corso diuna rapina da parte di alcuniappartenenti all’organizzazioneeversiva “ActionDirecte”.Il generale Parayre sottolinea che l’importanza diricevere i nomi dei padrinidelle promozioni degli ufficialirappresenta un aspettodeterminante per la gestionedel personale e per ilcontrasto alla “delinquenzamoderna nel rispetto delladeontologia della quale illoro padrino è il simbolo”.È evidente, quindi, la funzioneemulativa nella sceltadei vari padrini poiché,ricorda ancora il direttoredella Gendarmeria nazionale,“gli ufficiali […]acquisiscono presso la scuolai valori inalterabili e traccianoloro il proprio solco.Essi sono chiamati dal loroingresso nella carriera aseguire un esempio, per servired’esempio”. È utile, infine, ricordare che,a partire dal 2002, la Scuoladegli Ufficiali dellaGendarmeria Nazionale(EOGN, École Officiers dela Gendarmerie Nationale)ha ricevuto una nuova uniforme,più nota come “granduniforme del’EOGN”, realizzatacon i colori e gli accessoritradizionali della gendarmeria.Il volume è arricchito danumerose riproduzionifotografiche delle varie promozioni,di scudetti deicorsi e di altre immaginiche contribuiscono a fornireun quadro molto interessantesu un aspetto significativocome quello deivalori tradizionali diun’Arma o di un Corpo.

Magg. CC Flavio Carbone





Paolo Giacomone Piana - Riccardo Dellepiane
Militarium
Brigati, 2004, pagg. 283, euro 20,00

Il volume realizzato da due noti studiosi delle Forze armate liguri sotto diversi ordinamenti porta come sottotitolo “Fonti archivistichee bibliografia per la storiamilitare della Repubblicadi Genova (1528-1797),della Repubblica Ligure(1797-1805) e della Ligurianapoleonica (1805-1814)”.Viene chiarito in questomodo il campo d’azione di Giacomone Piana e diDellepiane, che ripercorronoin maniera molto puntualee precisa l’evoluzioneordinativa delle forze armatedi uno dei piccoli ma importantiantichi Stati italiani: laRepubblica di Genova.L’attenzione dedicata allaricostruzione della documentazionearchivisticacustodita presso gli Archividi Stato di Genova e diSavona, e presso l’Archivio Storico del Comune diGenova, ed ai manoscritticonservati presso laBiblioteca Universitaria e la Civica Biblioteca Berio,entrambe del capoluogo,consentono di comprendere l’interesse e l’attenzione che i governi, i quali si sono succedutinel periodo analizzatodagli Autori, hanno dedicate alle questioni militari. Si tratta di un campo d’azione molto vasto verso il qualel’interesse sembra essererisorto da alcuni anni a questaparte come osserva acutamenteil professor Asseretonella prefazione al libro. La presa di coscienza piùsignificativa, a giudizio diAssereto, sta proprio nelfatto che “gli storici italianisi sono resi conto di comela crescita e il funzionamentodegli apparati belliciin età moderna […] fosseromomenti cruciali della trasformazionepolitica, economicae sociale dei secolitra il Rinascimento e laRivoluzione, a patto naturalmentedi considerarlicon occhio diverso rispetto al passato, secondo criteriche la storiografia inglese efrancese già da tempo avevaadottato”. Egli valorizza ilcontributo offerto dalle283 pagine fitte d’informazionirese dai due autori: “ladecisione presa da Dellepiane e Giacomone Piana, i quali hanno volutogenerosamente mettere adisposizione degli studiosila loro competenza e la lorogrande capacità di muoversitra i fondi archivisticigenovesi, può dunque rappresentareun passo importanteai fini dell’incrementodegli studi” dedicati aquesto settore.Il quadro complessivo dellaGenova moderna che vienerappresentato in quellepagine è senz’altro singolaree costituisce la felice sintesidi numerosi anni di lavoroche i due autori hanno valorizzatoseparatamente oinsieme attraverso i numerosicontributi che, in parte,appaiono anche nella riccabibliografia del volume. Assereto conclude auspicandoanche un repertorioMaritimarum che valorizzila realtà navale dellaRepubblica genovese.Sarebbe auspicabile unlavoro di analoga ricchezzarelativo al periodo successivoa quello qui analizzato,con la Liguria integrata nelRegno di Sardegna.Il lavoro consente di approfondireuna storia delle istituzionimilitari (più propriamentedell’esercito) diuno Stato di anticoRegime, e costituisce unriferimento obbligato enecessario non solo per chivoglia studiare le questionimilitari genovesi sino allaRestaurazione ma ancheper il periodo immediatamentesuccessivo.

Magg. CC Flavio Carbone




Riccardo Lottini
La responsabilità penaledelle persone giuridiche nel diritto inglese
Giuffrè editore, 2005, pagg.240, euro 24,00

È noto che il nostro sistemapenale e processuale penaleammette esclusivamente laresponsabilità penale personaleintesa come soggettivaossia della persona fisica.Ciò secondo l’antico principioriassunto nel dettolatino “societas delinquerenon potest” e in linea con ildiritto penale vigente ingran parte degli Stati delmondo. In Inghilterra, perla prima volta nella storiadell’umanità, è stataammessa la responsabilitàpenale delle persone giuridiche. Il testo si propone di analizzare l’innovazione di portata copernicana, descrivendo mediante un excursusstorico, gli ostacoli concettualie giuridici che avevanoimpedito, nell’istituto dellacriminal liability of corporation,l’accoglimento delprincipio della sanzionabilitàdegli enti collettivi eindividuando le motivazionidi politica criminale chene hanno, di contro, consentitoil superamento. L’Autore, poi, delinea ladisciplina in esame comeaccolta dal vigente ordinamentoinglese e ne evidenziale qualità e i difetti e sisofferma sulla tendenzaverso la quale si sta orintandoil sistema giuridico delRegno Unito.Raccoglie, ancora, le propostede iure condendo formulatedalla dottrina edalla giurisprudenza e sottolineaalcuni aspetti delsistema sanzionatorioanche alla luce delle modificheapportate recentemente con il Criminal LawAct 2003.Opera un’analisi comparatadell’innovazione inglesecon la responsabilità penaledelle persone giuridichecome accolta negli altriStati di Common Law e conla responsabilità degli entiper gli illeciti amministratividerivanti da reato di cuial decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231. Il testo rappresenta un utilestrumento di lavoro per glistudiosi del diritto penale eprocessuale penale nella suaevoluzione degli ultimivent’anni, durante i quali lanostra nazione ha colto efatto propri tanti aspetti deldiritto vigente nei sistemianglosassoni.

Cap. CC Giovanni Fàngani Nicastro




Luciano Padula
L’archiviazione
Giuffrè editore,2005, pagg. 406, euro 30,00

Con il codice Vassalli, il sistema processual penalisti coprevede che in seno alprocesso penale si distinguanoprincipalmente due fasi: il procedimento penalee il processo penale propriamentedetto. La prima,quella del procedimento penale, attiene all’iscrizionedella notitia criminis e alleindagini preliminari che siconcludono con la richiestadi rinvio a giudizio, qualorail pubblico ministero ritengadi possedere sufficientielementi sui quali fondarela tesi accusatoria, con larichiesta di archiviazione,nell’ipotesi opposta.Il testo in esame è interamentededicato alla secondaipotesi prima descritta e neanalizza i modelli, le questioni,le scelte operative.Viene trattata anche l’archiviazionesotto un diversoaspetto ossia in alternativaall’esercizio dell’azionepenale. Il possibile epilogodella fase processuale nellasua interezza è comunque ilbanco di prova di ogni notitiacriminis. L’istituto vieneesaminato con rigore analitico,ripercorrendo l’interoimpianto normativo ancealla luce delle varie e moltepliciinterpretazioni elaboratedalla dottrina e dallagiurisprudenza, in modotale da fornire un quadroesaustivo del settore.L’approfondimento dell’analisiconsente unapproccio tecnico-sistematicoalle questioni trattate,suggerendo, nel contempo,scelte pratiche adattabili acasi concreti.

Cap. CC Giovanni Fàngani Nicastro




Irene Ambrosi - Luigi Scarano
Diritto ed Economia delleComunità Europee
Giuffrè editore,2005, pagg. 262,euro 19,00

La cooperazione giudiziariacivile nel sistemadell’Unione Europea è unodegli argomenti più attualinel nostro sistema giuridico.Gli autori trattano le lineeguida del settore e neapprofondiscono le forme ei modelli di possibile collaborazionein seno al compositoconsesso degli Statid’Europa, si soffermano sulprogetto nell’ambito dellaCostituzione Europea, sullarete giudiziaria nel vecchiocontinente in materia civilee commerciale.Descrivono, poi, i sistemialternativi per la soluzionedelle controversie, qualil’istituzione di una rete giudiziariaeuropea per i consumatorie la risoluzione dellecontese transfrontaliere.Si soffermano, quindi, sullacooperazione giudiziarianel sistema delle fonticomunitarie e nazionali,riportando: il RegolamentoCE 1348/2000 sulle notificheinternazionali intracomunitarie;il regolamentoCE n. 1346/2000 sull’insolvenzatransnazionale; ilRegolamento CE n.44/2001 sulla competenzagiurisdizionale e sull’esecuzionedelle sentenze inmateria civile e commerciale;il Regolamento CE n.2201/2003 sulla competenza,il riconoscimento el’esecuzione delle decisioniin materia matrimoniale ein materia di responsabilitàgenitoriale. Continuanocon l’assunzione delle proveall’estero ripercorrendol’evoluzione della materiadalla Convenzione dell’Ajadel 1970 al RegolamentoCE n. 1206 del 2001.Concludono con il Nuovo Statuto del ConsumatoreEuropeo con particolareriferimento a tecniche ditutela del contraente piùdebole.Il volume rappresenta unmezzo di approfondimentoper gli studiosi della materiae un utile strumento diconoscenza per tutti i “cittadinieuropei”.

Cap. CC Giovanni Fàngani Nicastro




Giovanni Romano - Stefania Cannavale - Margherita Cadorna Albini - Stefania Jasonna - Marco Fasciglione
L’equa riparazione nei piùrecenti orientamenti dellaCorte di Cassazione e dellaCorte Europea
Giuffrè editore, 2005, pagg. 390, euro 28,00

La Convenzione Europeadei Diritti dell’Uomo e l’ordinamento italianodopo l’intervento delleSezioni Unite della Cortedi Cassazione: questo è iltema che gli autori intendonoaffrontare nel volumein esame.Svelano l’identità e l’incidenzadegli orientamentidella Corte di Strasburgonell’ordinamento giuridicoitaliano, attraverso la cognizionedei rapporti tra ordinamentointerno e ordinamentointernazionale, soffermandosisui termini esui limiti effettivi dellasupremazia dell’ultimo.Analizzano le difficoltàapplicative dei principi sancitidalla Corte diStrasburgo e la corrosione eil definitivo abbattimentodel muro innalzato daimagistrati italiani, probabilmenteintenti a difendersida un ordinamento piùmoderno ed efficace rispettoa quello interno, a voltesordo e cieco alle doglianzedi chi, ritenendosi lesodalla violazione di diritti einteressi, vorrebbe vedervalere le proprie ragionipossibilmente in tempi brevissimi.Riportano la lettura che laCorte Suprema a SezioniUnite dà dei principi e deiparametri stabiliti dallaCorte di Strasburgo che,nonostante recepiti nelnostro ordinamento, sipongono in contrasto conun procedimento diversocome quello originariamentecompendiato nellalegge n. 89 del 2001, indicandoi criteri e le lineeguida cui i Giudici delleCorti di Appello dovrannoispirarsi contemperandoequamente i vari e molteplici interessi, allo scopofondamentale di garantire,oggi più che mai, l’applicazionedel dirittovivente. Il testo è aggiornatocon le più recentinovità della Corte diCassazione e suggerisce lemodalità di redazione deiricorsi, soprattutto all’esitodelle novità giurisprudenziali.

Cap. CC Giovanni Fàngani Nicastro




Livio Antonielli - Claudio Donati (a cura di)
Al di là della storia militare:una ricognizione sulle fonti
Rubbettino edittore, 2004, pagg. 242,euro 12,00

I professori Livio Antoniellie Claudio Donati hannoavviato, da qualche anno,un’attività continua focalizzatasu convegni e ricercascientifica che ha per temalo studio delle forze dell’ordinee del complesso e articolatomondo che gravitaattorno ad esse.In questo volume, che raccogliegli atti del seminariointernazionale di studitenutosi a Messina il 12 e13 novembre 1999, i duecuratori pongono l’accentosulle questioni relative allefonti per lo studio del piùampio settore relativo allastoria militare. In effetti,l’attenzione è focalizzatasulle possibilità di approfondiretematiche relativeallo studio della storia militareper comprendere in“quali percorsi e quali strumentisi possa sviluppare laricerca” delle relazioni datedal “fattore militare nelcondizionare forme organizzativee costruzione diapparati statali, definizionedi élites, strategie politiche etanto altro ancora”.Come per il passato, ilseminario è articolato sudue fasi: le relazioni tenutenel corso della prima giornatae la discussione che, ingenere, assorbe la secondagiornata, arricchendo ilpercorso di studi con idiversi spunti di vista checonsentono ulteriori puntidi riflessione e, sulla basedei quali, è possibile stabilireun calendario delle attivitàper il convegno successivo.I dieci interventi spaziano,per gli aspetti temporali,dalla prima etàmoderna, particolarmentecon “«Il re per la difensiva»,«il re per la offensiva» dallestrategie alle fonti per lastoria militare” di GiovanniMuto e con “Fonti e problemiper la storia dell’esercitoveneziano nella primaetà moderna” di LucianoPezzolo, per proseguire congli altri relatori “Patriziaticittadini e ordinamenti territoriali:il caso dello Statodella Chiesa (1560-1644)”di Giampiero Brunelli,“Fonti e letteratura su unasocietà militarizzata: ilRegno di Napoli nel XVIIsecolo” di AngelantonioSpagnoletti, “Spunti peruna discussione sulle fontidi storia militare in etàmoderna: i documenti suigovernatori nel Piemontedel Settecento” di PaolaBianchi, “Le licenze diporto d’armi nello Stato diMilano tra Seicento eSettecento: duttilità di unafonte” di Livio Antonielli,“Piazzeforti, eserciti e cittàdurante l’età moderna: ilcaso della Lombardiaaustriaca nel XVIII secolo”di Alessandra Dattero,“Una fonte per lo studiosociale degli eserciti: le listenominative dei reggimentiitaliani dell’esercito imperial-regio nel Settecento” diClaudio Donati, “Esercitoed economia nell’Italia napoleonica: note da unaricerca in corso” di StefanoLevati) sino allaRestaurazione con “Gliarchivi degli ordini cavallereschi:una fonte per lostudio degli eserciti preunitari”di Marco Meriggi.Gli interventi consentonodi comprendere quantoampi siano gli spazi ancoraaperti per lo sviluppo diricerche scientifiche nelcomplesso settore della storiamilitare.

Magg. CC Flavio Carbone




Maria Trionfi
Il generale Alberto Trionfi - Scritti e memorie dalla Grecia al Lager - Un delitto delle SS
A.N.E.I. - Associazione Nazionale Ex Internati,2004, pagg. 317

Il volume pubblicato da Maria Trionfi costituisce la raccolta della documentazione, già custodita dalpadre, generale di brigataAlberto Trionfi. Il generale Trionfi era statoincaricato del comandodella Divisione “Cagliari” ein tale veste, durante unalicenza, visse i tragici avvenimentidell’8 settembre1943. Egli decise allora diritornare a Navarino (inGrecia) per rimanere con ilsuo personale, lasciandoper sempre la sua famigliache abitava a Roma.Seguì così la sorte del repartoche comandava e fuinternato in Polonia, nellager dei “generali e ammiragli”,a Schokken, che fucostretto ad abbandonareper dirigersi verso il suologermanico quando, nelgennaio 1945, le truppesovietiche sfondarono ilfronte Est in Polonia.Durante questa marcia ilgenerale Trionfi fu barbaramenteucciso insieme a seisuoi colleghi dal repartodelle SS che aveva operatoil ripiegamento.La Maria Trionfi ha ricostruitola vita del padre peril periodo 1942-1945 sullabase della documentazioneora conservata dalla famiglia. Tale documentazione ècomposta dal diario diguerra che l’ufficiale scriveva,dalle lettere spedite dall’internamentoe da altridocumenti, dei quali lafamiglia stessa è venuta inpossesso successivamente. L’immagine che trasparedal volume non è tanto osolo quella dell’ufficiale odel generale e quindi l’immaginepubblica, quantopiuttosto quella dell’uomo,marito e padre. Si evidenzianochiarmente, attraversole pagine curate da Maria Trionfi, i valori checostituirono la scelta di unuomo, così come di tantialtri uomini che, divenutiIMI, decisero di non aderirealla Repubblica SocialeItaliana e rimasero fedeli aipropri ideali facendo delladura vita dell’internamentouna scelta politica.Le pesanti condizioni divita che colpiscono tutti gli IMI e, in particolare coloroi quali avevano superato icinquant’anni, comeTrionfi, non riescono ascalfire la tenacia con laquale la maggior parte deicompagni di privazioniaffrontarono quel terribilebiennio. Certamente,emergono nelle dure paginedel generale momenti digrande difficoltà e di sacrificio,legati soprattutto allepessime condizioni igienichee di alimentazione cherappresentano una costantedell’esperienza degli IMI.In sintesi, si ritiene che ilvolume possa rappresentareun profondo momento diriflessione per le giovanigenerazioni (di militari enon) sulle scelte che fecerooltre sessant’anni tantiuomini, fedeli ai valoridella propria vita.

Magg. CC Flavio Carbone




Alessandro Tortato
La prigionia di guerra inItalia - 1915-1919
Mursia,2004, pagg. 285, euro 16,00

Il libro di Tortato è organizzatoin cinque capitoli, ciascuno necessario per ripercorrerecinque anni di vita militare la maggior parte dei quali trascorsi in campidi prigionia. Il primo capitolo“la legislazione nazionaleed internazionale” èindispensabile premessa perla conoscenza delle disposizionida applicare che tutti iPaesi sottoscrittori degliaccordi dovevano rispettare(ivi compreso il Regnod’Italia) con particolareriferimento alla convenzionedell’Aja del 1907 sultrattamento dei prigionieridi guerra e che tanta ecoebbe anche nella stampaperiodica specialistica delperiodo (si veda, ad esempio,la Rivista MilitareItaliana di quegli anni). Isuccessivi capitoli seguonoun percorso cronologicoche conduce da “la vita neicampi” a “Prigionieri allavoro”, sino ad “Austriadelenda est” ed al successivoe finale “Il rimpatrio”.Sembra, a chi scrive, particolarmenteinteressante ilsecondo capitolo relativoalla vita nei campi di prigionia,con particolare riferimentoai tristemente notiaspetti legati alla diffusionedel colera nel campo di prigioniadell’Asinara checostò la vita a molti militariaustro-ungarici, ancoraoggi ricordati dall’Ossarioeretto sull’isola in loromemoria. L’analisi dell’autore che,come ricorda nella suaintroduzione MarioIsnenghi, sembra seguireuna terza via tra le fonti italianee austriache, consentedi bilanciare, per quantopossibile, il giudizio sullaprigionia militare in Italiadurante la Grande Guerra, attraverso una ricostruzionesicuramente “pioneristica”ma interessante, scientificae in cerca di un equilibriosempre difficile da trovarenello studio di questiaspetti della storia.Appare interessante segnalare,anche, l’importanzadello sforzo da parte delpresidente della commissioneper i prigionieri diguerra, generale Paolo Spingardi, già Ministrodella Guerra e giàComandante Generale dell’Arma, affinché tutte leoperazioni relative ai medesimiprigionieri fosserocondotte con regolarità ecorrettezza così che numerosesono le testimonianzedi questi ultimi, specialmenteufficiali, che riconosconola qualità e l’attenzionemostrata nel trattamentoin qualità di prigionieridi guerra.Delle 285 pagine che compongonoil volume, costituiscono il testo vero eproprio mentre le rimanenticomprendono l’appendice,le note e la bibliografia.Si tratta, in sintesi,di un prezioso contributoallo studio di molti aspettidella Prima GuerraMondiale, poco o maleinvestigati, per i quali ètempo di condurre nuovericerche basate su di unarigorosa analisi della documentazionestoriografica.

Magg. CC Flavio Carbone




Pierpaolo Meccariello
In nome dello Stato - Le Forze militari di polizia inItalia 1943-1945
Ente Editoriale per il Corpodella Guardia di Finanza -Museo Storico della Guardiadi Finanza - Comitato distudi storici2005, pagg. 316,euro 18,00

Il Generale di Corpod’Armata della Guardia diFinanza PierpaoloMeccariello, dopo averpubblicato alcuni volumi enumerosi contributi sullastoria del Corpo dellaGuardia di Finanza, conquesto libro intende analizzarele vicende che viderocoinvolte due Forze dell’ordine,l’Arma deiCarabinieri Reali e il Corpodella Regia Guardia diFinanza, a decorrere dal1943 sino alla liberazionedel Nord Italia con la cessazionedelle ostilità germanchee la resa dei repartitedeschi nel nostro Paese,avvenuta alla fine dell’aprile1945.Si trattò di un periodo,giova ricordarlo ancora,estremamente complesso edifficile per tutti gli italiani,soprattutto per gli appartenentialla “macchina dell’amministrazionepubblica”.In più, sottolineaMeccariello nella sua introduzione,vi era “una categoriadi uomini dello Stato,però, quella degli operatoridi polizia, [che] non ebbe lapossibilità di scegliere unaterza via, tra l’adesione alregime collaborazionista e lacontrapposizione armata”.Per circa due anni, laRepubblica Sociale Italianacercò di utilizzare laGuardia di Finanza comeun corpo di polizia specializzatoadoperandosi al finedi ridurne le competenze,esempio quella di controllodelle frontiere, a vantaggiodi altri organismi.Più articolata e difficile fula breve vita dell’Arma deiCarabinieri Reali nell’Italiadel Nord.Odiata dai fascisti per l’arrestooperato nei confrontidi Mussolini all’indomanidella seduta del GranConsiglio del Fascismo del25 luglio 1943, ritenutanemica dai comandi tedeschi,anche per la partecipazionealla difesa di Roma(8-10 settembre), per laquale - come ritorsione - iCarabinieri in servizio aRoma furono deportati inGermania nell’ottobre successivo,l’Arma non ebbeanaloga sorte della Finanza.Dapprima soppravvisse conscarsa autonomia all’internodella Guardia NazionaleRepubblicana per essere poisciolta.Buona parte del personalefu internato in Germania,altri riuscirono a darsi allamacchia e altri ancora aprendere parte al movimentoresistenziale [a talproposito Nuto Revelliricordava i Carabinieri-partigianipresenti nelleLanghe]: fu, quindi, particolarmenteaspra la vita deimilitari dell’Arma nella“Italia di Salò”.L’Autore ricorda che il temaprincipale della ricerca èstato l’approfondimentodel comportamento tenutodal Corpo della R.G. di. F.all’indomani dell’armistiziosino alla partecipazioneall’insurrezione di Milanocon il controllo di alcunidegli edifici più importantidel capoluogo lombardomentre un’attenzioneminore (anche per le vicendeche la videro coinvolta) èdedicata all’Arma.L’organizzazione del volumefornisce un quadrogenerale di riferimentomolto attento sia agli avvenimenti militari e politicidei due anni analizzati siaall’organizzazione delleforze con compiti di poliziae di ordine pubblico checonsente di comprenderequali e quante sovrapposizionivi furono in quelperiodo nel Norddell’Italia. Infine, completanoil lavoro numerosidocumenti ed immaginifotografiche.

Magg. CC Flavio Carbone




Roberto Vacca
Kill?
Marsilio editore,2005, pagg. 170,euro 11.00

“Averlo nel mirino telescopicomi dava una certa soddisfazione. Ce lo avevo inquadratogià tre volte per acquistarefamiliarità con lasituazione (…) SilvioBerlusconi, in doppiopettogrigio scuro, scese dall’auto esi avviò con passo elasticoverso il Parlamento (…)Carezzai il grilletto e poistaccai il dito”.Kill? è un romanzo d’azione,una storia di fantapoliticaamara e pessimista, undisperato ritratto satiricodell’Italia contemporanea ametà tra la tragedia e lafarsa.Roberto Vacca, consideratoun poliedrico esegeta dellanostra odierna società, conquesta sua ultima opera letterariaha voluto comunicareil suo sconforto di fronteall’attuale situazione italiana,descrivendo con spietatezzala profonda corruzionedello spirito nazionaledove anche la speranza diun cambiamento sembraun’utopia.A differenza di altri romanzi,dove trama e personaggisono tutti inventati e i riferimentia fatti e personereali puramente casuali, inKill? alcuni personaggisono realmente esistenti efacilmente riconoscibilicome appunto il Presidentedel Consiglio SilvioBerlusconi. Tutto ha inizioa Roma Centro con un’assordanteesplosione. Unagrossa auto nera tamponaun camioncino. Esplodeuna granata e da tre autoscendono quattro uominiarmati subito falciati da raffichedi Kalashnikov. Sonoin due a sparare, con voltocoperto da passamontagnagrigi. Un passante intervienee si becca un colpo nellaschiena, ma la sua intromissionenel conflitto a fuocosgomina gli attentatori. Alsuo risveglio, in clinica, ilprotagonista GiacomoElliot, scopre di aver salvatola vita all’odiatissimo SilvioBerlusconi. E qui cominciala farsa: tra i tentativi divendetta dei terroristi perpunire l’impavido atto dicoraggio, l’invadente gratitudinedel capo del governo,l’offerta di nomine eincarichi importanti, propostein denaro e offerted’amicizia; ma in tanta“realtà” l’immagine del satiricoBerlusconi è fasullaquanto l’assoluta e incredibilemorale del protagonistache, di colpo, finisce perrimanere vittima della propriaincorruttibilità. Ilrifiuto dei benefici da partedi Elliot, infatti, muta lagratitudine del Presidentein una pericolosa inimiciziache culmina con l’annullamentodi qualsiasi forma diprotezione da parte delleForze dell’ordine. E mentreprivo di difesa, Elliot, dovràfronteggiare l’ostilità deiterroristi che cercano difarlo fuori, un’altra misteriosafigura nell’ombra elaboraun altro piano peruccidere il Presidente delConsiglio. L’Autore, con questa storiafantastica, ma che stimolaa serie riflessioni, ha volutocostruire una satiradell’Italia di oggi, utilizzandotoni pessimistici,con personaggi senza sfumatureche tendono adassomigliarsi tutti; concentrandol’attenzione piùsul ritmo della storia cheprocede verso una conclusionetutt’altro che scontata.“Questo romanzo è unpo’ un saggio. Tratta questioniopinabili, spessoespresse con veemenza daipersonaggi - non da me. Iosto in disparte e guardo glieventi con distacco - comeuna cinepresa”.Roberto Vacca, è laureatoin ingegneria elettronica;considerato “voce profeticadel futuro”, si cimenta nuovamentecon la letteraturafantapolitica a distanza diotto anni dal suo ultimoromanzo. Al suo attivo, hadiversi romanzi e raccontidi fantascienza, oltre a saggie libri di divulgazionescientifica. Tra le sue operericordiamo: Greggio e pericoloso,La morte diMegalopoli, Una sorta ditraditori.

Mar. Ca. CC Alessio Rumori





Franco Limardi
Anche una sola lacrima
Marsilio editore, 2005, pagg. 181, euro 12.00

Un “noir italiano”, unromanzo d’intensità eimpatto non comuni, unospaccato della nostra societàin dissoluzione.“Anche una sola lacrima” èlo strumento mediante ilquale Franco Limardi“ costringe” lo spettatore aguardarsi dentro, a ragionaresull’uomo, sulle sueangosce; il suo tentativo dicercare la purezza all’internodella disonestà, dell’immoralità,della volgarità. Un noir con un protagonistache, fin dalle primerighe, si rende artefice delproprio destino in un’Italiache rispecchia le ipocrisie eil desiderio incontenibiledella gente. LorenzoMadralta, ex militare di carrierareduce dal Libano, è ilresponsabile della sicurezzadi un grande centro commercialein una lacustre edassonnata cittadina di provincia.Duro, efficiente,dallo sguardo inespressivo ecalma terrificante,Madralta è la figura dell’impiegatomodello, professionalmenteinappuntabilenel quotidiano eserciziodelle sue funzioni, unfedele cane da caccia cherifiuta ossi e carezze. Masotto la maschera d’indifferenzache sembra separarloda ciò che lo circonda, inun posto dove tutti conosconotutti e i rapporti lecitio proibiti fanno presto adiventare argomento delgiorno, il protagonista covauna profonda irrequietudine,un deserto affettivo. Inapparenza integrato, è inrealtà tormentato da un’irrecuperabilesensazione dimalessere alla quale nonriesce a dare né forma nérisposta. Il suo passato èl’immagine di una zona diguerra, il cielo incombentee grigio di Beirut, scheletridi case dalle contorte armatureche spuntano dalcemento, corpi dilaniati, ilpesante ronzio degli elicotteri,M16, kalashnikov esangue. Solo questo, però,perché per il resto Madraltaè uno che racconta essenzialmentele ombre del suopresente. Tuttavia, questovivere di silenzi e modispicci non serve a salvarloda un pericoloso gioco nelquale accetta di lasciarsitrascinare; un’impresa folle e rischiosa: il grande colpoche può cambiarti la vita.Una rapina, ideata dal suosuperiore ed amico Vittori,al supermercato dove lavora.“Ho gente fidata, ascolta…gente fidata. Ma devonoessere guidati, ho bisognodi uno con la testa che sappiacome portare avanti la cosa,ho bisogno di te…”. Il sognodi una vita diversa, di untaglio netto a tutto. Nell’intrigato coacervo disituazioni, prospettive etradimenti: un ex pugile,un ex carabiniere ed unmeccanico sono consegnatia Madralta che dovrà guidarliverso la meta; maqualcosa va storto.Madralta e Vittori sono duepersonaggi tipici dei nostritempi. L’uno perché facilmenteconvertibile sulpiano morale, disposto avarcare la soglia del maleper passare dall’altra parte el’altro perché pronto a tuttoper il denaro, da intascarepresto e senza fatica.In “Anche una sola lacrima”Franco Limardi descrive lasociopatia del protagonistain un conteso corrotto,all’interno di una storiadalla scansione drammaticadove la morale non esuladall’essere contagiati daquesta epidemia di volgaribassezze.Franco Limardi è insegnantedi Storia e Letteratura, equesto è il suo secondoromanzo.

Mar. Ca. CC AlessioRumori