Inaugurazione dell'Anno Accademico 2008-2009

Il 22 gennaio 2009, nell’Aula Magna dell’Istituo, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi, del Ministro della Difesa, On. Ignazio La Russa, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Vincenzo Camporini e del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Gianfrancesco Siazzu, si è aperto ufficialmente l’Anno Accademico 2008-2009.
Hanno preso la parola, nell’ordine, il Comandante della Scuola, Gen. D. Ugo Zottin, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e il Ministro della Difesa.

Un momento della cerimonia


Relazione del Comandante della Scuola

Signor Presidente del Consiglio, Autorità e gentili ospiti,
sono molto lieto e onorato di porgere loro - a nome di tutte le componenti della Scuola Ufficiali Carabinieri - il benvenuto al tradizionale e solenne appuntamento dell’inaugurazione dell’Anno Accademico, che segna in modo significativo la vita dell’Istituto.
La Sua presenza, quest’oggi, Signor Presidente, quella del Presidente della Corte Costituzionale, del Signor Ministro della Difesa, del Signor Ministro dell’Interno e di altri eminenti esponenti del Governo e del Parlamento, del Signor Capo di Stato Maggiore della Difesa, del nostro Comandante Generale e delle più alte cariche istituzionali, costituisce una evidente e chiara testimonianza della costante attenzione rivolta alle attività di questo “ateneo della sicurezza”, la cui Bandiera è stata recentemente insignita - proprio da parte del Signor Ministro della Difesa - della Croce d’Oro al Merito dell’Arma dei Carabinieri per la cura che - dalla sua costituzione - ha dedicato all’addestramento e alla preparazione degli Ufficiali.
Un particolare saluto desidero rivolgere ai Comandanti che mi hanno preceduto, tanti qui presenti, nonché al Generale Clemente Gasparri, da pochi giorni nominato Comandante delle Scuole dell’Arma, con l’augurio di ogni soddisfazione professionale nel nuovo incarico, sicuri del suo costante indirizzo e sostegno.
La giornata odierna invita a riflettere sul nostro presente, ma è un eccellente stimolo per affrontare con rinnovato entusiasmo il percorso da seguire per tradurre le scelte dell’Arma in nuovi progetti formativi, che sviluppiamo con fervore assieme a qualificatissimi docenti civili, in prevalenza dell’Università di Roma Tor Vergata, che ringrazio sentitamente per il loro prezioso contributo e che saluto, unitamente ai Magnifici Rettori dei prestigiosi Atenei della Capitale intervenuti.
Il mio plauso va, inoltre, ai docenti militari, ordinati in Cattedre all’interno dell’Istituto di Studi Professionali e Giuridico-Militari della Scuola, che si dedicano con straordinaria passione e professionalità all’insegnamento, alla ricerca e al continuo aggiornamento anche di compendi dottrinali, utilizzati per formare ed informare i frequentatori dei corsi ordinari, nonché gli Ufficiali impegnati nei diversi settori delle attività istituzionali.
Rivolgo, altresì, il mio sentito apprezzamento al personale ed ai collaboratori esterni della “Rassegna dell’Arma”, la rivista trimestrale, edita da questa Scuola, che propone accurati approfondimenti di interesse giuridico, professionale e tecnico scientifico e rappresenta uno degli strumenti per trasmettere in modo qualificato all’esterno - anche a livello internazionale - i risultati delle attività di studio e ricerca svolti dall’Istituzione.Il Conandante della Scuola 
La Scuola persegue una molteplicità di obiettivi didattici, pienamente inseriti nel solco della tradizione rappresentata dai suoi oltre 120 anni di vita, ma decisamente proiettati nel futuro, anche lontano, consapevole del fatto che qui si formano i “Comandanti” del domani.
La nostra azione formativa è finalizzata a curare, sviluppare ed esaltare nel giovane Ufficiale:
-  la preparazione militare, culturale e professionale;
-  la conoscenza pratica delle modalità di azione in tutte le situazioni operative, anche di emergenza, con lo svolgimento delle esercitazioni di Tecnica Professionale e Tecniche Investigative e dei tirocini presso i comandi territoriali e della linea mobile dell’Arma;
-  la maturazione del carattere e dei valori etico-morali, interiorizzando lo spirito di appartenenza e il senso dello Stato;
-  le capacità comunicative per affinare ancor più la gestione dei rapporti con il personale dipendente e con il mondo esterno, anche al fine di valorizzare e tutelare l’immagine dell’Arma.
Anche le metodologie d’insegnamento sono sottoposte a continui aggiornamenti per consentire agli Ufficiali di prendere coscienza del proprio ruolo istituzionale in un mondo multiculturale, globale e complesso, in continua trasformazione, facendo sempre più ricorso, tra l’altro, a sistemi di apprendimento esperienziale nonché a lezioni frontali in collegamento intranet.
I Corsi di formazione attualmente presenti alla Scuola sono di diversa tipologia:
-  i Corsi di Applicazione per i tenenti e i sottotenenti del ruolo normale provenienti dall’Accademia Militare che permangono presso questo Istituto per tre anni, fino al conseguimento della laurea in giurisprudenza;
-  il Corso Applicativo che inquadra, per un anno, i sottotenenti del ruolo speciale provenienti dai marescialli e dagli ufficiali in ferma prefissata;
-  il Corso Formativo frequentato, per un anno, dai tenenti del ruolo tecnico-logistico, già laureati in discipline scientifiche e padroni di specifiche qualificazioni, che devono acquisire l’habitus etico-culturale del Carabiniere per meglio tradurre la loro perizia nel contesto operativo dell’Arma.
A questa attività addestrativa di base si affiancano diversi corsi di aggiornamento che costituiscono la formazione permanente attraverso cui gli Ufficiali - alla vigilia dell’assunzione di importanti incarichi di comando territoriale ai vari livelli e di responsabilità in specifiche branche di particolare impegno - acquisiscono elementi ed indicazioni utili per affrontare in modo più professionale e consapevole il nuovo ruolo.
In tale ambito, sono stati recentemente organizzati - per la prima volta - il Corso per Capitani del ruolo speciale e il Corso per Ufficiali da impiegare con compiti di Polizia Militare in Italia e all’estero, finalizzati a creare nuove competenze, funzionali all’efficace svolgimento di attività istituzionali.
La Scuola - oltre a curare la conoscenza della lingua inglese - è in contatto con gli istituti paritetici delle Forze di Polizia dei Paesi amici ed alleati, con cui organizza scambi di visite, ed attualmente ospita Ufficiali Afgani, Albanesi, Gibutini, Iracheni, Nigerini, Senegalesi, Turchi e 3 funzionari della Gendarmeria della Città del Vaticano, ai quali tutti porgo il mio personale apprezzamento per l’assiduo impegno negli studi e il rapido e proficuo inserimento nella vita al fianco dei colleghi italiani.
Mi sia consentito ora di rivolgermi a tutti i frequentatori.
Giovani Ufficiali: la missione di questo Istituto di alta formazione non è soltanto garantire a Voi le conoscenze necessarie per l’assolvimento dei compiti istituzionali, ma anche favorire la crescita delle qualità e delle sensibilità che rappresentano un bagaglio deontologico indispensabile alla Vostra futura attività.
Professionalità e valori sono un abbinamento inscindibile per un Comandante: dovrete pertanto essere dei professionisti in grado di esercitare le proprie funzioni, in Italia e all’estero, e dei protagonisti, culturalmente qualificati, stimolati e vitalizzati dal dialogo con i vostri collaboratori, dalla conoscenza del territorio e della collettività, capaci di guidare la nostra Istituzione nel futuro.
La Scuola è protesa a offrire questo “modello” di uomo e di Comandante, aderente alle molteplici realtà dell’Arma e capace sempre più di pensare, di percepire correttamente e tempestivamente le varie esigenze della società, di interpretare questo difficile incarico senza tentennamenti, con autorevolezza, operosità e incondizionata disponibilità alle richieste di sicurezza del Paese.
Il vostro entusiasmo impegna tutti noi, responsabili della formazione, a stare costantemente al vostro fianco e a guidarvi per mano, in una crescita morale e professionale che possa insegnarvi “a pensare da persone di azione per agire da persone di pensiero”.
Orgoglioso di essere, da pochi mesi, il vostro Comandante e particolarmente grato al Signor Comandante Generale per avermi voluto conferire questo impegnativo ed esaltante incarico, auguro a ciascuno di voi buon lavoro.


Prolusione del Comandante Generale dell’Arma

E' consuetudine che il Comandante Generale, tenendo la sua prolusione per l’inaugurazione dell’Anno Accademico, si rivolga ai giovani ufficiali frequentatori in chiusura del suo intervento.
Oggi, invece, desidero cominciare proprio da loro. E lo faccio per una ragione ben precisa, strettamente connessa con gli obiettivi di efficienza che ho individuato fin dall’inizio del mio mandato, per orientare il percorso dell’Arma: la centralità dell’uomo, la piena consapevolezza che nessun processo decisionale, nessun programma di razionalizzazione, nessun sistema di e-government globale può prescindere dalla valorizzazione delle risorse umane.
è questo l’obiettivo centrale che la Scuola Ufficiali persegue nella formazione dei comandanti e dei dirigenti di domani.  è questo l’obiettivo primario a cui tutta l’Arma è protesa, nel solco di una tradizione ormai quasi bicentenaria che ha fatto dei Carabinieri una delle Istituzioni di riferimento del nostro Paese.Il Comandante generale dell'Arma
A voi, giovani ufficiali, saranno affidate preziose risorse umane, uomini e donne capaci di operare con slancio, energia, passione, capaci di sacrificare anche la propria vita per il bene dei cittadini e della Patria, uomini e donne che vi guarderanno come modello in cui riconoscersi.
è una missione impegnativa quella che vi attende, che non vi richiederà soltanto la capacità di saper trasferire competenze o di gestire sapientemente le risorse che vi saranno assegnate. Dovrete saper sostenere la motivazione e l’entusiasmo dei vostri uomini con la forza del vostro esempio, alimentandone in ogni circostanza l’orgoglio di appartenere all’Arma dei Carabinieri, l’orgoglio di appartenere ad una grande Istituzione al servizio dei cittadini. “Al servizio dei cittadini”, ecco, cari ufficiali, la pietra angolare su cui dovrete costruire l’edificio del vostro impegno e che trasformerà il vostro operato in una esperienza di vita esaltante: tutto ciò che facciamo ha un solo fine, il servizio alle comunità. Non dimenticatelo. Sappiate ascoltarne le necessità, sappiate prevenirne i bisogni, sappiate essere rassicuranti e offrite sempre il meglio di voi stessi.
Con lo stesso spirito l’Arma sta affrontando le difficoltà imposte dalla negativa congiuntura economica internazionale, adottando misure organizzative e razionalizzatrici che hanno consentito comunque di salvaguardare e mantenere un efficiente ed efficace controllo del territorio e di qualificare maggiormente le capacità investigative, con piena adesione alle direttive impartite dal Governo e in un quadro di convinta sintonia con le altre Forze di Polizia e Forze Armate.
Consentitemi, a tal riguardo, di avvalermi di poche cifre indicative dello sforzo compiuto dall’Arma nell’anno appena trascorso, a fronte di un quadro di situazione che continua a presentare delicate soglie di attenzione.
La minaccia terroristica rimane alta, ma è cresciuta significativamente la capacità di vigilanza e controllo, con il partecipe coinvolgimento delle Forze di Polizia, delle Forze Armate e delle Agenzie di Informazione. Sul piano interno, i mutati parametri demografici e urbanistici accentuano la legittima aspirazione dei cittadini ad una migliore qualità della vita, ancora frequentemente insidiata dal crimine di strada e da invasive e talvolta cruente violazioni dei domicili privati. Sebbene in tendenziale diminuzione di oltre il 10%, questi e altri più gravi fenomeni delinquenziali connessi con il crimine organizzato continuano a condizionare negativamente gli indici di sicurezza percepita.
Ebbene, in questo anno, l’Arma ha proiettato sul territorio oltre quattro milioni e mezzo (4.686.562) di pattuglie, in aumento del 2,8% rispetto al 2007 ed ha effettuato circa sei milioni di interventi in risposta al “112”.
380.000 le persone segnalate all’Autorità Giudiziaria e oltre 95.000 gli arresti - di cui circa 70.000 in flagranza di reato - con un incremento del 5% circa.
Sono state inoltre denunciate 1.173 persone per associazione di tipo mafioso e arrestati 457 latitanti, tra i quali Pasquale Condello, Giuseppe Coluccio e Patrizio Bosti, tutti inseriti nell’elenco dei “30” ricercati di massima pericolosità. A questi, il 14 gennaio scorso, si è aggiunto il pluriomicida Giuseppe Setola.
Circa un miliardo e mezzo di euro è l’ammontare dei patrimoni illeciti sequestrati, in netto aumento rispetto all’anno precedente, anche grazie alle specifiche norme introdotte con il recente “pacchetto sicurezza”.
Tali risultati sono il frutto del generoso impegno di tutti i Carabinieri nella lotta al crimine sulle strade d’Italia, ma derivano anche dall’appassionata e sagace opera di razionalizzazione che ha consentito, pur nel ricordato quadro generale di contrazione delle risorse, di potenziare i presidi dell’Arma sul territorio e di qualificare le attività operative.
In concreto, pur a fronte di una carenza di circa 6.000 Carabinieri rispetto all’organico, è stato ancor più rafforzato l’assetto presidiario dell’Arma che, con 4.668 Comandi di Stazione e Tenenze, capillarmente diffusi sul territorio nazionale, si conferma impareggiabile modello di prossimità ai bisogni dei cittadini e, quindi, di vera e propria rassicurazione sociale. Parallelamente, è stato razionalizzato il Servizio Navale, in stretto coordinamento con la Polizia di Stato e le altre Forze di Polizia, per eliminare le duplicazioni e senza comprimere le capacità operative. è stato altresì ricalibrato il Servizio Aereo, beneficiando dei migliorati requisiti tecnici dei velivoli.
Raccogliendo, inoltre, l’allarme generato dal fenomeno degli infortuni sul lavoro, abbiamo potenziato la particolare attività ispettiva attraverso l’impiego congiunto delle unità territoriali e specializzate dell’Arma, in piena sinergia con gli organi territoriali del Ministero del Lavoro.
Un’ulteriore iniziativa riguarda la sicurezza sulle strade italiane, tenendo conto che, proprio in ragione della articolazione territoriale, l’Arma svolge una rilevante funzione di controllo sugli oltre 648.000 Km di viabilità ordinaria urbana ed extraurbana.
Sono stati, infatti, intensificati i servizi di vigilanza lungo le arterie più pericolose, con il ricorso sistematico ai più moderni apparati tecnologici di controllo della velocità, del tasso alcolemico e dell’assunzione di sostanze stupefacenti, oltre alla pianificazione di corsi teorico pratici di guida sicura a favore dei ragazzi delle scuole medie superiori.
Naturalmente, come ho già detto, i positivi risultati operativi e il potenziamento del dispositivo territoriale sono strettamente correlati alla profonda e rigorosa razionalizzazione del settore logistico-amministrativo, ove l’Arma impiega appena il 3,3% delle risorse umane, ben al di sotto del 10% indicato quale obiettivo delle Pubbliche Amministrazioni dall’ultima legge finanziaria. Abbiamo semplificato le procedure e abbiamo introdotto le più moderne tecnologie informatiche per recuperare unità da destinare a compiti operativi e per potenziare la capacità di gestione della complessa organizzazione istituzionale.
Oggi l’e-government nell’Arma è una realtà. Una realtà della quale andiamo fieri perché ha ottenuto lusinghieri riconoscimenti internazionali che hanno accresciuto il prestigio dell’Italia nel mondo.
Per tutti ricordo la realizzazione del dispositivo “E.V.A.” (Enhanced Vehicle Automation). Una tecnologia innovativa, applicata al controllo del territorio, interamente sviluppata dall’Arma, che ha già ottenuto un importante riconoscimento nell’ambito del concorso “eContent Award Italy 2008” e che rappresenterà ufficialmente l’Italia in Messico al prestigioso “World Summit Award 2009”. Si tratta di un sistema di automazione avanzata delle comunicazioni da autovetture, che consente al militare di pattuglia, attraverso comandi vocali, di consultare le banche dati e di attivare, fra l’altro, gli allarmi e l’invio di immagini video, migliorando così la rapidità e la sicurezza degli interventi.
Queste ed altre originali soluzioni gestionali si inseriscono in un progetto partito sin dall’anno 2000, che oggi ci fa contare su una potente infrastruttura informatica per governare l’attività operativa e il personale e per gestire il settore logistico-amministrativo.
Oggi, Signor Presidente del Consiglio, abbiamo in tempo reale la visione di tutte le attività operative sul territorio. Dal Comando Generale, attraverso il memoriale del servizio informatizzato, siamo in grado, quotidianamente, di “leggere” i servizi preventivi e repressivi comandati da qualunque presidio dell’Arma. Siamo in grado, quindi, di impartire direttive per far gravitare gli sforzi dove è più necessario.
Per quanto concerne il personale, a distanza di sette anni dalla sua istituzione, il Centro Nazionale Amministrativo di Chieti è divenuto un centro di eccellenza nel panorama della Pubblica Amministrazione, in grado di gestire gli stipendi, le pensioni, la documentazione matricolare e l’assistenza fiscale di tutti i Carabinieri.
Sfruttando la medesima rete informatica ci accingiamo ora a introdurre, a livello nazionale, un programma applicativo denominato “SILAC”, che consentirà il totale governo elettronico della logistica dell’Arma.
Il sistema sarà pienamente operativo il 30 aprile del corrente anno e gestirà informaticamente tutti i materiali (dai veicoli alle armi, dagli apparati tecnologici agli arredi), dal loro approvvigionamento sino alla dismissione, con una risolutiva semplificazione delle procedure e un abbattimento verticale dei tempi di trattazione. Un progetto che favorirà una più aderente pianificazione delle esigenze, determinando, conseguentemente, un progressivo risparmio di risorse finanziarie e umane.
Ad esempio, sono già stati automatizzati i processi di gestione dei circa 30.000 veicoli in uso all’Arma, rendendo immediatamente disponibili i dati relativi ai libretti di bordo, ai rifornimenti e agli interventi manutentivi, con l’eliminazione della documentazione cartacea sino ad oggi utilizzata.
è in questo modo che l’Arma è riuscita a risparmiare ed a potenziare la sua efficienza.
Un’efficienza che si è proiettata anche all’estero e che mi offre spunto per soffermarmi brevemente sulle attività che l’Arma conduce nei Teatri di operazione.
Sono trascorsi dieci anni dallo schieramento in Bosnia della prima M.S.U. (Multinational Specialized Unit), un assetto ideato dall’Arma, la cui originalità consiste nella capacità di esprimere le funzioni di polizia in un contesto operativo destabilizzato.
In dieci anni l’M.S.U. è stata impiegata in Bosnia, Albania, Kosovo e, per ultimo, in Iraq, diventando, consentitemi una punta d’orgoglio, un vero e proprio gioiello di famiglia, attraverso il quale il “modello Carabinieri” è stato esportato nel mondo ricevendo qualificatissimi apprezzamenti anche all’estero.
Oggi l’M.S.U. è una realtà dell’Alleanza Atlantica e un modello di riferimento per l’Unione Europea e la comunità internazionale. Dagli iniziali compiti di osservazione e rafforzamento della sicurezza pubblica, l’impiego dei Carabinieri - 671 nei vari Teatri - comprende oggi anche la riorganizzazione e l’addestramento dei Corpi di Polizia presenti in zone di crisi.
In Iraq, nell’ambito della missione NATO, i Carabinieri addestrano l’Iraqi National Police (I.N.P.). Sono stati istruiti oltre 3.400 agenti. In Afghanistan, dallo scorso mese di settembre, stiamo curando l’addestramento dell’Afghan National Civil Order Police (A.N.C.O.P.).
L’attività addestrativa a favore di Forze di Polizia e Gendarmerie straniere continua anche in Patria ed è svolta dal CoESPU, Centro di Eccellenza per la formazione delle unità di polizia impegnate in missioni di pace. Sono stati preparati quasi 1.800 uomini di 17 Nazioni del continente africano, dell’Europa orientale, del medio e lontano oriente, gli ultimi dei quali inviati nella missione delle Nazioni Unite nel Darfur.
L’impegno dell’Arma prosegue anche nel Teatro balcanico. In Bosnia è schierata la prima missione della Forza di Gendarmeria Europea, strutturata in una Unità Integrata di Polizia (I.P.U.), che replica le capacità e la struttura organizzativa dell’M.S.U.
In Kosovo è tuttora presente un reggimento M.S.U. per il mantenimento dell’ordine pubblico e la tutela delle minoranze e, dal 9 dicembre scorso, un ulteriore contingente di Carabinieri è operante nella nuova missione dell’Unione Europea, EULEX.
L’Arma ha potuto ideare e affermare questo modello in virtù della sua natura di Forza di Polizia a status militare e, soprattutto, di Forza Armata in possesso delle capacità necessarie a proiettare e sostenere i propri reparti in lontane aree di crisi, anche grazie alla piena integrazione con le altre Forze Armate.
Una integrazione che trova ora un’ulteriore occasione di valorizzazione nell’impiego di militari delle Forze Armate a supporto delle Forze di Polizia nelle attività di prevenzione generale, con concreti e positivi riscontri operativi, che si sommano al recupero di Carabinieri prima impiegati in servizi di vigilanza fissa.
Ho sinora brevemente sintetizzato le attività e i risultati conseguiti dall’Arma nella tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica e nei Teatri operativi internazionali.
Il loro straordinario rilievo dà ragione dell’abnegazione di tanti uomini e donne carabinieri, ai quali l’Istituzione, come ho richiamato in apertura, dedica ogni cura per sostenerne la motivazione con l’accrescimento professionale e la premurosa considerazione delle esigenze e delle difficoltà personali e familiari, affinché ciascun carabiniere possa avvertire in ogni momento la vicinanza dell’Istituzione e si identifichi pienamente nei suoi valori fondanti.
Sul piano della formazione, ad esempio, abbiamo valorizzato la qualità con il costante miglioramento dei programmi didattici e l’avvio di nuovi corsi, con specifico riferimento al settore della polizia giudiziaria. Il 6 ottobre scorso, l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative ha avviato le sue attività e, come avevo già illustrato lo scorso anno annunciando il progetto, gli investigatori più qualificati trasferiscono dalla strada all’aula le loro esperienze concrete.
Altrettanta cura è stata dedicata ai bisogni dei singoli militari e delle loro famiglie, promuovendo nelle sedi opportune la giusta valorizzazione sul piano economico e normativo dell’impegno profuso da ciascuno. A tale riguardo siamo grati al Governo e al Parlamento per l’attenzione che ancora una volta ci è stata accordata, con un primo significativo riconoscimento della “specificità” dello status e dei compiti peculiari del personale appartenente alle Forze Armate e di Polizia. Un obiettivo da tempo strenuamente auspicato dal Co.Ce.R. Carabinieri, cui esprimo un vivo ringraziamento per il prezioso e appassionato contributo che ha offerto anche in tale circostanza.
Un ulteriore sforzo sarebbe necessario per affrontare, seppur in un difficile momento economico, la problematica inerente alle esigenze alloggiative dei militari. Riteniamo, infatti, di preminente interesse l’individuazione di soluzioni per la realizzazione di alloggi e per l’ammodernamento delle caserme, poiché siamo fermamente convinti che il miglioramento della qualità della vita contribuisce a creare le condizioni idonee ad operare con serenità ed efficacia.
Mi avvio alla conclusione e torno a rivolgermi a voi, giovani ufficiali.
Impegnatevi a conoscere a fondo i vostri uomini. Imparate ad ascoltare ed a tenere conto delle loro esigenze con sensibilità e attenzione.
Soltanto così la vostra autorevolezza si arricchirà di quel particolare carisma, riconosciuto a chi assume le proprie decisioni con consapevole responsabilità ed equità.
Ispirate sempre il vostro agire ai valori etici e agli ideali che hanno animato la vostra scelta iniziale e che costituiscono da sempre patrimonio di ogni carabiniere: il senso del dovere, il coraggio, la lealtà, il rigore morale, il rispetto dei diritti e della dignità umana, il sereno e generoso spirito di dedizione al prossimo.
Sono certo che saprete essere all’altezza dell’impegno e delle responsabilità che vi attendono.
A voi tutti buona fortuna e un proficuo anno accademico.
Grato dell’attenzione, prego il Signor Ministro della Difesa di dichiarare ufficialmente aperto l’Anno Accademico 2008-2009 della Scuola Ufficiali Carabinieri.


Saluto del Ministro della Difesa


Signor Presidente,
voglio innanzitutto esprimere in questo prestigioso Istituto i sentimenti di stima e ammirazione verso gli uomini e le donne dell’Arma dei Carabinieri per il meritorio servizio reso in Italia, come all’estero, nella difesa della libertà e della legalità, grazie soprattutto alla capacità di “stare tra la gente”.
L’Arma è “la sicurezza a portata dì mano”: non solo prossimità fisica di pattuglie e caserme anche nei più piccoli e isolati paesi. ma capacità di comprendere la quotidianità, per fornire risposte concrete alle esigenze dei cittadini.
Contro le insidie della criminalità predatoria, contro le odiose espressioni della criminalità organizzata, contro l’insana perfidia del terrorismo, i Carabinieri sono sempre presenti: baluardo della democrazia e della legalità.
La Benemerita, fortemente legata alla sua storia, fatta di grandi eroismi e quotidiani sacrifici, ha dimostrato encomiabile disponibilità al cambiamento, palesando una singolare capacità di fondere tradizione e innovazione, attraverso un processo di costante razionalizzazione e adeguamento tecnologico, obiettivo strategico prioritario e irrinunciabile per le moderne istituzioni.Ministro della Difesa
Proprio al fine di potenziare le attività operative, in relazione alla crescente importanza assunta negli ultimi anni dall’impiego delle moderne tecnologie, l’Arma, come abbiamo sentito dalle parole del Generale Siazzu, dimostra eccezionale dinamismo e lungimiranti capacità di investimento delle proprie risorse umane e finanziarie nello sviluppo di progettualità innovative.
In un quadro nazionale e internazionale caratterizzato da dinamiche in continua evoluzione, i Carabinieri sono costantemente protesi alla ricerca di soluzioni organizzative volte ad elevare i livelli di efficacia operativa ed efficienza funzionale.
Sostengono questo processo di aggiornamento i pilastri fondamentali dell’assetto istituzionale: lo status militare, la capillarità del dispositivo, la sinergia con le altre Forze armate e con le Forze di polizia. In particolare, lo status militare costituisce uno dei connotati essenziali. Esso, infatti, oltre ad essere un valore irrinunciabile, rappresenta un fattore di moltiplicazione dell’efficienza e garantisce la tenuta di un’organizzazione, la cui capillare articolazione sul territorio nazionale rappresenta una risorsa del sistema della sicurezza pubblica.
Tale condizione riassume in sa la specificità e l’originalità del modello organizzativo dell’Istituzione, che è in grado di offrire un contributo rilevante ai sistemi di “sicurezza” e “difesa” del Paese, resi sempre più strettamente interdipendenti dalla globalità e dalla varietà delle minacce.
è proprio in questa duplicità, in cui i peculiari compiti militari sono storicamente affiancati a quelli di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, che va cercata l’unicità dell’Arma: allo stesso tempo Forza armata e Forza di polizia.
Un modello organizzativo che ha dimostrato la sua straordinaria efficienza negli obiettivi raggiunti sia nelle missioni di pace all’estero sia in Patria, per affermare l’autorità dello Stato e la legalità.
La capacità dei Carabinieri di fronteggiare molteplici necessità viene esaltata dall’ideazione dell’M.S.U., dove la natura militare e la funzione di polizia si sono integrate perfettamente. Dopo dieci anni dallo schieramento in Bosnia, la qualità e il livello dei risultati ottenuti trovano ampio riscontro nell’apprezzamento di esponenti politici e militari delle Nazioni straniere.
Mi piace ricordare a tal proposito le dichiarazioni del Generale Petraeus, il quale, nel tessere le lodi degli assetti dell’Arma impegnati in Iraq, ha felicemente accostato i Carabinieri a un “fuoriclasse” sportivo del livello di Michael Jordan. è proprio l’apprezzamento della comunità internazionale che dà la misura del successo dei Carabinieri nei Teatri di Operazione all’estero, ove sono gli straordinari interpreti. insieme ai contingenti delle altre Forze armate, delle più alte virtù del Paese: la solidarietà, l’umanità, il rispetto per le culture diverse.
In Bosnia e in Kosovo, in Iraq e in Afghanistan, in Libano e in Cisgiordania, nelle Repubbliche Democratica del Congo e Centro Africana e nel Ciad, in Georgia e a Cipro, i contingenti dell’Arma sono schierati, sotto l’egida dell’ONU, della NATO, dell’Unione Europea o di altri organismi e coalizioni internazionali, per assicurare il loro peculiare contributo nelle diversificate tipologie di operazioni nei processi di stabilizzazione delle aree di crisi, concorrendo al mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo.
L’impegno si somma allo straordinario contributo al sistema di sicurezza del Paese, nell’assolvimento delle funzioni di ordine e sicurezza pubblica, accanto alle altre Forze di polizia. Bastano le cifre riepilogate sinteticamente dal Comandante Generale a dare, da sole, la misura di una presenza sul territorio forte ed efficace.
Un particolare plauso a tutti quei carabinieri che operano in silenzio nelle Stazioni Carabinieri, anche nei luoghi più sperduti e spesso dimenticati. A loro l’orgoglio di appartenere alle unità operative fondamentali di questa Istituzione. Reparti perfettamente integrati nelle comunità, delle quali sono patrimonio prezioso e per le quali costituiscono un punto di riferimento sociale e umano, oltre che professionale.
Parlando di sicurezza, sono particolarmente fiero di soffermarmi sull’Operazione “Strade sicure”, che ha evidenziato le capacità di integrazione tra le Forze armate e le Forze di polizia. Dall’agosto scorso i militari dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica hanno affiancato le Forze di polizia nei servizi di vigilanza per migliorare le condizioni di sicurezza in aree particolarmente interessate da fenomeni di disordine urbano.
Anche in questo settore l’Arma ha assicurato la piena disponibilità per contribuire al raggiungimento degli obiettivi che il Governo si era prefissato, sin dalle fasi iniziali, prevedendo la formazione del personale delle altre Forze armate incaricato poi di trasferire le procedure d’impiego e le nozioni giuridiche connesse con lo svolgimento dei compiti di prevenzione generale.
Consentitemi di sottolineare, con enfasi, i provvedimenti di razionalizzazione a cui il Comandante Generale ha fatto cenno. Questa è la dimostrazione che, seppur in presenza di difficoltà economiche e di minori risorse umane, lo strumento operativo deve essere sempre sostenuto, ottimizzando i processi di lavoro, semplificando le procedure, qualificando incessantemente l’azione istituzionale. Ne sono segni eloquenti la realizzazione dell’Istituto Superiore di Tecniche Investigative, ove l’Arma ha investito con convinzione per accrescere ulteriormente la qualità dei propri investigatori, e l’introduzione del “SILAC” (Sistema Informativo Logistico dell’Arma dei Carabinieri), che consentirà la gestione informatizzata di tutti i materiali.
Le attività sinora realizzate sono il frutto di un’attenta analisi della situazione, condotta con un occhio rivolto all’evoluzione futura, e le scelte adottate sono contraddistinte anche da quel coraggio che diventa tanto più necessario quanto più le situazioni sono caratterizzate da difficoltà. è anche per questo che i carabinieri riscuotono da sempre e continueranno a riscuotere, ne sono convinto, la fiducia e la considerazione dei nostri cittadini.
Signor Presidente,
all’Arma va riconosciuto il merito di avere saputo dare risposte concrete alle sfide del nuovo Millennio e sono certo che i giovani Ufficiali qui presenti sapranno far tesoro delle parole con cui il Comandante Generale ha indicato loro la strada da percorrere.
La centralità della risorsa umana, che dà il patrimonio più prezioso dell’Istituzione.
La forza trascinante dell’esempio, che sostiene e vivifica la motivazione del personale.
L’immedesimazione nei valori di generosità e dedizione, che da ormai due secoli ispirano l’agire dei Carabinieri.
Il servizio ai cittadini, origine e fine ultimo della missione dell’Arma!
Dichiaro dunque aperto l’Anno Accademico 2008-2009 della Scuola Ufficiali Carabinieri.
Viva l’Arma dei Carabinieri!
Viva l’Italia!