
All'inizio del 1946 risultano rimpatriati 950.000 prigionieri di guerra italiani. Ne restano ancora in terra quasi 500.000, che, particolarmente dalla Francia e dalla Jugoslavia, si sottopongono a disagi di ogni sorta per tornare in Patria, affrontando in molti casi lunghi ed estenuanti viaggi a piedi. Ad accoglierli ai valichi alpini sono i Carabinieri delle Stazioni di confine, ai quali i reduci si affidano per la prima assistenza e per essere messi in contatto con le proprie famiglie.