RISERVA NATURALE MONTEDIMEZZO

Istituzione: DM 11 settembre 1971
DM 29 marzo 1972

Proprietà: Demanio dello Stato
Altitudine: 922-1284 m. s.l.m.
Estensione: 291 ha

Altre indicazioni e classificazioni:
ZPS (Direttiva79/409/CEE) IT7221132
SIC (Direttiva 92/43/CEE) IT7212124
Riserva della Biosfera "Collemeluccio-Montedimezzo" Programma MaB UNESCO

Organo di Gestione:
Reparto Carabinieri Biodiversità di Isernia
Via Bellini 8/10 - 86170 Isernia
Tel. 0865/3935  Fax 0865/413491



  1. Flora
  2. Fauna
  3. Fruizione
  4. Percorso dedicato ai diversamente abili
Scorcio della Riserva di Montedimezzo

Descrizione e cenni storici

Montedimezzo faceva parte del complesso forestale Montedimezzo-Feudozzo-Pennataro, di proprietà degli Angioini dal 1200. Nel 1606 fu affidato ai Monaci Certosini di Napoli che lo conservarono fino al 1799 quando entrò a far parte del regio patrimonio di Casa Borbone e, con R.D. n. 981/1825, fu dichiarato Reale Riserva di Caccia.
Con l'Unità d'Italia fu incamerato dallo Stato che lo affidò all'Amministrazione Forestale (L. 376/1908). Il Corpo Forestale dello Stato tuttora lo gestisce ad eccezione delle foreste di Pennataro e di Feudozzo trasferite rispettivamente alle Regioni Molise ed Abruzzo.
La foresta di Montedimezzo occupa la quota ad Est e vegeta sul versante a Nord, su formazioni fliscioidi caratterizzate da arenarie marnose e argillose a contatto, nel settore Nord-Est, con una fascia relativamente sottile di calcari biancastri debolmente marnosi che rappresentano la formazione più antica. Su questa poggia una terza formazione calcarea, di calciruditi e calcareniti, di età intermedia.
Il reticolo idrografico è costituito da alcuni fossi a portata stagionale tra i quali il torrente Frazzina. Alla base del rilievo calcareo, a contatto con i materiali plastici, si ha la presenza di modeste sorgenti: Fonte dei Monaci, Fonte dei Salici e Fonticelle. Le prime due captate.
 
 

 
 
Faggio Re Faione

Flora

Tranne piccole aree di pertinenza dei fabbricati, tutta la Riserva è boscata. Il soprassuolo si sviluppa fra le quote 900 e 1300 metri ed è rappresentato dalla fustaia di cerro, nella fascia inferiore, e di faggio in quella superiore. Da un punto di vista fisionomico si riconoscono diverse situazioni in cui cerro e faggio si alternano in termini di abbondanza e frequenza in funzione della quota, dell'acclività, del substrato pedologico e del diverso uso che del bosco si è fatto nel tempo. La composizione floristica arborea è arricchita da numerose altre specie autoctone quali l'acero di Lobelius, gli aceri montano, campestre e riccio, il carpino bianco, il frassino maggiore, il nocciolo, il sorbo degli uccellatori, il ciliegio, il pero ed il melo selvatici, il prugnolo e numerose altre specie significative per l'alimentazione della fauna selvatica.
Nella fascia inferiore negli anni '60 e '70 sono stati eseguiti coniferamenti a base di abete bianco come via alternativa alla scarsa rinnovazione del cerro. Sul bordo inferiore della foresta autoctona è presente un arboreto iniziato nel 1920 ad opera del Prof. Aldo Pavari ove sono presenti anche specie "esotiche", nonché nuclei più recenti di conifere impiantati su aree ex agrarie.
A bordo del tratturo Celano-Foggia confinante con la riserva è presente un faggio di dimensioni notevoli noto come "Re Faione".
 
 

 
 
Capriolo

Fauna

Immersa nell'incontaminato ambiente dell'Alto Molise, la Riserva di Montedimezzo ospita numerose specie di mammiferi: cinghiali, lepri, tassi, caprioli, martore, donnole, faine, volpi e scoiattoli. Lo stato di conservazione delle cenosi forestali ha consentito che specie come il lupo frequentassero questi luoghi come parte del loro home range. La matrice forestale che caratterizza la riserva è associata a vicini lembi di prateria ed arbusteti idonei per l'ecologia di alcune specie animali, come la lepre o il biancone che necessita di zone aperte per la caccia.
Di particolare rilievo è la presenza di specie nidificanti boschive quali il falco pecchiaiolo, la balia dal collare, la colombella, la tordela, il picchio maggiore e il picchio minore. A questi si aggiungono la poiana, il gufo, il barbagianni, la ghiandaia e molti passeracei. Alcune di queste specie sono tipiche di ambienti boschivi ben strutturati e con presenza di alberi vetusti nelle cui cavità nidificano. Le confinanti praterie sono determinanti per la sopravvivenza di alcuni insetti le cui larve si sviluppano in piante ospiti di Lamium, Epilobium e Urtica.
 
 

 
 
Ragazzo su un elettroscooter

Percorsi
 
Percorso Colle San Biagio
 
DIFFICOLTÀ: bassa
LUNGHEZZA: 2060 metri (anello ridotto: 940 m)
DISLIVELLO: quota partenza 925 m - quota d'arrivo 925 m (quota massima 965 m)
TEMPO RICHIESTO: 1 ora e 50 minuti (anello ridotto: 50 minuti)
 
Il percorso Colle San Biagio è stato realizzato per renderlo accessibile prioritariamente ai diversamente abili. Situato nella parte bassa della riserva, si snoda ad anello nel bosco di Montedimezzo. Sul lato a valle del percorso è presente un corrimano di sicurezza lungo il quale sono disposte 32 tabelle informative che illustrano, anche in Braille, l'ecosistema della foresta. Gratuitamente sono a disposizione del visitatore la guida in Braille e i riproduttori di CD con audio-guida oltre che, per disabili motori, due elettroscooter in grado di muoversi sul fondo migliorato del sentiero.  
 
Percorso del Faione
 
DIFFICOLTÀ: media
LUNGHEZZA: circa 4700 m
DISLIVELLO: quota partenza 960 m - quota d'arrivo 960 m (quota massima 1060 m)
TEMPO RICHIESTO: 3 ore
 
Il percorso parte dall'area antistante il centro visite e si snoda all'interno della Riserva per premettere di conoscere le formazioni forestali caratteristici dell'area protetta fino ad arrivare al tratturo Celano-Foggia, l'antica strada d'erba, simbolo della "Civiltà della Transumanza". Lungo il tragitto è possibile ammirare uno degli alberi monumentale presenti nel Molise, il faggio "Re Faione". Il percorso si conclude con la visita dei recinti faunistici e delle voliere che ospitano la  fauna selvatica in difficoltà. Il percorso si snoda ad anello lungo sentieri dotati di segnaletica e riportati sulla carta dei sentieri.
 
Punti di interesse
 
Centro visita Montedimezzo

Il centro è composto da diverse strutture al servizio del visitatore. Oltre al museo naturalistico annovera la presenza di un'area faunistica dedicata alla fauna selvatica in difficoltà, due sale multimediali, un'area di sosta oltre ad una serie di sentieri dotati di segnaletica e riportati in cartografia, alcune dei quali percorribili anche in bici. Le strutture sono dotate di servizi igienici anche per persone diversamente abili.
Il centro visita è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 16 con ingresso gratuito.
 
Museo naturalistico
Il Museo naturalistico, privo di barriere architettoniche, si compone di tre sezioni: la geologia, con una raccolta di rocce, minerali e fossili inglobati nella pietra che datano l'emersione dal mare del territorio molisano; i legni della foresta di Montedimezzo e dell'Alto Molise nonché gli attrezzi forestali del passato ed altri oggetti attinenti alla cultura ed alle tradizioni del settore silvo-pastorale;  fauna locale tassidermizzata ed in particolare rapaci diurni e notturni, rettili e le famiglie dei cervidi (cervo, daino e capriolo), dei suidi (cinghiale) e dei canidi (lupo).

 
 

Percorso dedicato ai diversamente abili
 
MOLISE Sentiero "COLLE SAN BIAGIO" Riserva di Montedimezzo - Comune di Vastogirardi (IS) aperto tutti i giorni dalle 9 alle 16 Informazioni 0865/940134
Il percorso didattico autoguidato Colle San Biagio, realizzato nel 2003 dal Corpo forestale dello Stato, attraversa la Riserva di Montedimezzo, una delle foreste demaniali italiane più ricche di storia, inserita dall'UNESCO nella rete delle riserve della biosfera nell'ambito del Programma MaB.
Le varietà di flora, di tipologie forestali e la ricchezza della fauna che si incontrano lungo i 2060 metri del sentiero attrezzato, lo rendono una vera e propria palestra per addestrare il tatto, l'olfatto e la vista di quanti lo percorrono. Per familiarizzare con le forme della natura, sono state realizzate 32 stazioni tematiche, dove i non vedenti possono tattilmente interagire con le diverse varietà botaniche - conoscendole per differenza - oppure apprendere da tabelle informative in braille notizie geologiche, storiche e naturalistiche inerenti il territorio. 
Le formazioni forestali che si incontrano lungo il percorso, che non supera mai il 5% di pendenza, vanno dai cerreti alle faggete pure, con vegetazione di passaggio mista: frassino maggiore, acero campestre e opalo, ciliegio selvatico e noccioli. Frequenti gli incontri con gli scoiattoli neri e con le poiane, più difficili quelli con le aquile reali e i lupi dell'Appennino.
A disposizione dei visitatori non vedenti la guida audio-tattile del percorso e riproduttori di cd rom con audio guida, oltre a due elettroscooter dedicati ai portatori di handicap motori. A 300 metri dall'ingresso della Riserva, le tre sale del Centro visitatori, accolgono gli ospiti senza barriere architettoniche in un ambiente museale comunicativo e accessibile.