Salina Margherita di Savoia

Il Monte e Masseria Combattenti

Regione: Puglia
Provincia: Foggia
Comuni: Cerignola, Margherita di Savoia, Trinitapoli, Zapponeta.
 

N° elenco ufficiale aree protette del 24/07/2003: 134

Provvedimento di istituzione: decreti Ministero Agricoltura e Foreste 10 ottobre 1977 e 30 maggio 1979.

Altre classificazioni:
Riserva Naturale Statale di Popolamento Animale
Zona Umida di Valore Internazionale ai sensi della Convenzione di RAMSAR
sito Natura2000 ( SIC e ZPS)

Proprietà: ATI Sale ex Monopoli di Stato
Altitudine: 1-5 m s.l.m.
Estensione: 3.871 ha a cui si sommano 212 ha costituiti da due piccole riserve naturali limitrofe (Il Monte e Masseria Combattenti)

Organo di Gestione:
Reparto Carabinieri Biodiversità di Foresta Umbra (FG)
Località Foresta Umbra  71018 Monte Sant'Angelo (FG)
Tel. 0884/560944  Fax 0884/560948

  1. Flora
  2. Fauna
  3. Fruizione

Descrizione e cenni storici

La Salina di Margherita di Savoia è situata nel golfo di Manfredonia e si affaccia sul Mar Adriatico dal quale è separata da un sottile cordone costituito in parte da terreni agricoli e in parte da sabbie. Essa è costituita da una vasta distesa di acque calme di profondità variabile suddivise, tramite arginelli artificiali, in vasche adibite alla produzione del sale marino.
È la salina più grande d'Italia e una delle più vaste dell'intero bacino mediterraneo. Sul luogo dell'odierna salina si trovava originariamente una vasta laguna costiera, il lago Salpi. A seguito probabilmente di periodici allagamenti di acqua marina nei terreni retrodunali l'evaporazione formava estese incrostazioni di sale. Fu questo che con ogni probabilità suscitò l'interesse dell'uomo per questo luogo nel corso dei secoli.
L'area vide insediamenti già nel periodo neolitico e in seguito, con la fondazione della città di Salpi, vi si succedettero i Greci e i Romani. Questi ultimi utilizzarono Salpi, nel frattempo rinominata Salapia, con la vicina Siponto anche come porto di imbarco per i cereali prodotti nel Tavoliere.
Della floridezza della città rimangono oggi soltanto rovine sommerse ed un molo costruito con lastroni di pietra dell'VIII secolo a.C.

I Romani utilizzarono intensamente i depositi salini e questa attività continuò a svilupparsi in tutte le epoche successive nel corso delle quali l'intero assetto territoriale della zona progressivamente si modificò in funzione delle nuove tecniche di estrazione del sale. I deflussi delle acque basati sulla pendenza naturale dei terreni furono sostituiti da vasche e in seguito da sistemi di idrovore.

Nelle saline operarono già dal medioevo, nel rinascimento e nelle epoche successive progettisti famosi ed illustri. Sono ancora osservabili delle strutture fatte costruire da Ferdinando I di Borbone nella prima metà dell'ottocento che rappresentano importanti testimonianze di archeologia industriale. La raccolta manuale del sale è stata progressivamente sostituita da sistemi meccanizzati.
Unitamente alle funzioni produttive le acque della salina hanno attirato sin dall'antichità l'attenzione dell'uomo per le loro proprietà terapeutiche. Oggi con le famose "Acque Madri " o "acque rosse " delle saline si praticano cure nello stabilimento termale di Margherita di Savoia.
 
 

 
 

Flora

La flora dell'area pur annoverando un ridotto numero di specie si distingue per il suo grado di specializzazione. Le piante che vivono nella salina e nei terreni circostanti devono infatti resistere ad un elevato tasso di aridità. Queste condizioni sono determinate dalla presenza di un' elevata concentrazione di sali disciolti nell'acqua che limitano enormemente la capacità di assorbimento da parte degli apparati radicali. Il risparmio idrico viene conseguito con un grande sviluppo dei tessuti acquiferi e riduzione della superficie fogliare.
Le specie più diffuse che danno luogo localmente a formazioni estese sono le salicornie (Salicornia europaea, Arthrocnemum fruticosum) accompagnate da altre piante per lo più con i medesimi tipi di adattamento (Inula crithmoides, Halimione portulacoides, ecc.). La vegetazione delle salicornie costituisce un'importante difesa per i suoli grazie alla capacità di trattenimento dei fanghi ipersalini dove le altre piante non riuscirebbero a sopravvivere.
 
 

 
 

Fauna

Dal punto di vista faunistico l'area rappresenta un habitat idoneo ad ospitare una grande varietà e quantità di uccelli acquatici.
Per tale motivo la salina è stata designata zona umida di importanza internazionale come habitat degli uccelli acquatici ai sensi della Convenzione di Ramsar e, in quanto Zona di Protezione Speciale ai sensi della direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici e in quanto Sito di Importanza Comunitaria ai sensi della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche, essa entrerà a far parte della rete europea di aree protette denominata "Natura 2000".

La ricchezza faunistica dell'area si spiega con le notevoli dimensioni della zona umida, con la sua posizione geografica posta sulle rotte migratorie ed anche con lo stesso assetto idrico proprio dell'ecosistema della salina.
Infatti da nord, presso l'abitato di Zapponeta, a sud fino all'abitato di Margherita di Savoia, si succedono sistemi di vasche caratterizzate da un progressivo aumento dei livelli di salinità. Le acque marine nel momento della loro immissione nella salina possiedono colore chiaro e una salinità del 35-40 ‰. Nei successivi passaggi tra le varie vasche evaporanti i livelli di salinità continuano a salire fino a raggiungere nelle vasche salanti concentrazioni del 200-300 ‰ con relativa abbondante deposizione. In questi ultimi stadi le acque assumono la caratteristica colorazione rossa dovuta alla concentrazione di un'alga, la Dunaliella salina. Oltre alle variazioni di salinità prodotte dall'evaporazione si ha anche l'incidenza dell'apporto delle precipitazioni. Un altro parametro variabile delle acque della salina è la profondità delle vasche che tende progressivamente a diminuire nel passaggio dalle vasche evaporanti a quelle salanti.

Queste variabili ecologiche hanno un incidenza fondamentale nella diversificazione della fauna presente nella riserva nelle varie epoche dell'anno. Infatti nell'ambiente apparentemente uniforme della salina si creano una moltitudine di nicchie ecologiche occupate più o meno selettivamente dalle varie specie animali. Tale biodiversità è testimoniata con particolare evidenza dalla ricchezza dell'avifauna. Alcune specie di uccelli acquatici, in particolare le folaghe e alcune anatre, prediligono gli specchi d'acqua relativamente più profondi e meno salati come quelli delle prime vasche dette dell'Alma Dannata. Altre specie tendono invece ad occupare vasche meno profonde, altre, come alcuni limicoli, prediligono le distese di fango, altre si posizionano sulle rive sabbiose, come le beccacce di mare, altre ancora stazionano allo scoperto sugli argini. Alcuni animali infine, come i fenicotteri, stazionano nelle vasche a maggiore tasso di salinità laddove le condizioni chimico-fisiche delle acque sarebbero proibitive per altre specie.

Il popolamento faunistico della riserva varia anche sensibilmente secondo i cicli stagionali. Durante le migrazioni primaverili ed autunnali la salina rappresenta una fondamentale tappa di sosta negli spostamenti degli uccelli dai siti riproduttivi del nord Europa ai quartieri africani di svernamento. Delle migliaia di uccelli che durante il passo transitano nella riserva alcuni sostano solo per poche ore altre si fermano più a lungo per ricostituire le riserve di grasso necessarie per continuare il loro viaggio. Alcuni di questi uccelli invece passano l'intero inverno nella salina. Il numero di individui svernanti varia molto da un anno all'altro a seconda soprattutto delle condizioni metereologiche. Il numero di individui presenti a gennaio oscilla negli anni tra i 20 e i 40.000. Tali cifre fanno rientrare l'area nei parametri quantitativi stabiliti dalla Convenzione di Ramsar per la classificazione delle zone umide d'importanza internazionale.

Le specie di uccelli segnalate nella salina sono centinaia. Vanno segnalate tuttavia tra quelle acquatiche presenti nei mesi invernali tra i 7.000 e i 17.000 fischioni (Anas penelope) e fino a 5.000 volpoche (Tadorna tadorna). Tra i trampolieri il più numeroso risulta il piovanello pancianera (Calidris alpina) con fino a quasi 8.000 individui. Inoltre si hanno elevate concentrazioni di svassi piccoli (Podiceps nigricollis), aironi bianchi maggiori (Egretta alba), garzette (Egretta garzetta), chiurli maggiori (Numenius arquata), varie specie di anatre, folaghe (Fulica atra), spatole (Platalea leucorodia), gru (Grus grus), oche selvatiche (Anser anser), pittime reali (Limosa limosa), combattenti (Philomacus pugnax) e molte specie di altri trampolieri.

La riserva riveste una grande importanza per l'avifauna anche come area di riproduzione. Vi si trovano tra le più grandi colonie italiane di avocetta (Recurvirostra avocetta) con fin oltre 650 coppie, di gabbiano corallino (Larus melanocephalus) con in alcuni anni circa 1000 coppie, di gabbiano roseo (Larus genei) con fino a più di 900 coppie, di fraticello (Sterna albifrons) con fino a 600 coppie, di cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus) con fino a 140 coppie. Alcune nidificazioni nella salina sono invece importanti non solo dal punto di vista numerico ma anche per la rarità delle specie come ad esempio la sterna zampenere (Gelochelidon nilotica) o il beccapesci (Sterna sandvicensis).

Un discorso particolare riguarda il fenicottero (Phoenicopterus ruber) in quanto questa specie ha colonizzato in grande numero ed in tempi recenti la Riserva. A partire dai primi anni '90 i fenicotteri hanno cominciato ad insediarsi nelle vasche meno profonde e più salate della riserva riuscendo per la prima volta nel 1996 a riprodursi all'interno della salina. Il numero di individui è continuato così a salire fino a raggiungere oggi i circa 6.000 esemplari ovvero la più grande concentrazione della specie nell'Italia continentale. Questi uccelli sono quindi diventati una presenza stabile sul territorio dell'area protetta nella quale trovano in abbondanza le proprie risorse alimentari rappresentate in gran parte dal crostaceo Artemia salina, a cui devono l'appariscente colorazione rosa della loro livrea.

Un cenno particolare meritano anche gli uccelli rapaci che frequentano la zona umida della salina e le praterie di salicornia circostanti. Infatti, specialmente nei mesi invernali e durante i passi, nell'area si possono osservare le evoluzioni dei falchi pellegrini (Falco peregrinus) e dei lanari (Falco biarmicus) nella loro ricerca di prede. Ugualmente i falchi di palude (Circus aeruginosus) setacciano gli specchi d'acqua in cerca di anatre o folaghe mentre i falchi pescatori adottano la loro spettacolare tecnica nella cattura dei pesci. Si ricorda che questi territori godettero già nel 1200 della protezione loro accordata dall'Imperatore Federico II di Svevia, cultore della caccia con il falco.

Naturalmente gli uccelli rappresentano soltanto gli elementi più appariscenti di un complesso ecosistema nel quale le componenti più sconosciute, come i molluschi e i crostacei che vivono nelle acque o gli insetti ed gli altri invertebrati i cui cicli sono strettamente legati alla salicornia, costituiscono gli anelli più importanti.

La Riserva della Salina di Margherita di Savoia rappresenta un ambiente fragile. Si tratta infatti di un sistema semi-naturale dove le modificazioni apportate dall'uomo agli ambienti originali hanno mutato radicalmente la naturale evoluzione del territorio. Un territorio di questo tipo necessita sempre di azioni oculate al fine di mantenere il proprio equilibrio e al fine di difendere le preziose specie animali che vi vivono.
 
 

 
 

Fruizione

In questa Riserva è consentita la piscicoltura e la produzione del sale marino, si svolgono censimenti e studi sulla biologia riproduttiva dell'avifauna e vi si organizzano visite guidate a scopo didattico e scientifico.