L'Uniforme dei Carabinieri come identità dello Stato unitario

Alcune uniformi di rappresentanza di carabinieri e corazzieri all'inizio dell'era umbertina (tavola di Quinto Cenni)
Il quadro politico-sociale italiano alla vigila della presa di Roma da parte delle truppe del generale Raffaele Cadorna non può essere ignorato aprendo questo secondo volume sulle uniformi e le armi dei Carabinieri. L'Italia, costituita in regno unitario nel 1861, raggiunge nel 1870 anche l'unità geografica, avendo ottenuto, dopo l'annessione dell'Emilia, della Romagna, della Toscana e del Regno delle Due Sicile, anche quella del Veneto nel 1866. Restavano le Marche, l'Umbria e il Lazio sotto il dominio temporale della Chiesa. Dopo i contatti infruttuosi fra Vittorio Emanuele II e il papa Pio IX per risolvere la "Questione romana", le truppe italiane intraprendono la campagna militare per dare una soluzione definitiva alla vertenza.


Corazza ed elmo da Carabinieri Guardie del re (Corazzieri) adottati dopo quelli utilizzati a Firenze nel 1868 in occasione delle nozze del principe Umberto.
Al "Non possumus" del pontefice rispondono, non proprio simbolicamente, le truppe di Cadorna, che il 20 settembre del 1870 sfondano a colpi di cannone le mura aureliane in prossimità di Porta Pia ed entrano in Roma, ponendo termine dopo undici secoli al potere temporale dei papi. Ne consegue l'annessione del Lazio al regno d'Italia, proclamata con un plebiscito popolare, e la scomunica di Vittorio Emanuele II. Malgrado il tentativo di attenuare la tensione fra lo Stato pontificio e quello italiano con la legge sulle guarentigie, promulgata l'anno succesivo, la "questione" solo apparentemente non assume toni aspri, grazie anche al fatto che i due sovrani per il momento risiedono a debita distanza. Pur essendo stata trasferita la capitale d'Italia da Firenze a Roma nel luglio del 1871, soltanto due anni più tardi Vittorio Emanuele II si insedierà a Roma, con tutta la sua corte e con la scorta dei Carabinieri Guardie del re, i popolari Corazzieri.


Brigadiere in tenuta di gran gala
E' da questo momento che lo Stato italiano s'impone con tutto il suo apparato istituzionale ed amministrativo sull'intero Paese. Emblema di questo assetto definitivo sono proprio i Carabinieri, il cui ordinamento, già potenziato e perfezionato nel 1861 con la nascita delle Legioni, esprime in tutta la penisola, in senso unitario, la presenza dello Stato. L'unicità delle leggi, da rispettare in Piemonte come in Sicilia, trova nell'uniforme dei Carabinieri l'elemento di identificazione: le grandi innovazioni apportate in questo periodo, la definizione di ogni dettaglio dell'abbigliamento militare, l'arricchimento delle "tenute" in senso numerico, sembrano esprimere la preoccupazione che lo Stato sia anche formalmente rappresentato da una forza efficiente, già radicata nella stima della gente, tanto da meritare all'Arma l'appellativo di "benemerita", attribuitole dal Parlamento nel 1864. Non deve pertanto sorprendere se i Regolamenti sulle uniformi si succedono con frequenza o se, con cadenza quasi annuale, vengono apportati aggiornamenti e variazioni.Il periodo che ci accingiamo a trattare comprende avvenimenti storici di grande rilevanza, come l'inizio per l'Italia dell'esperienza coloniale, e iniziative per l'ordine interno non meno impegnative, come le campagne per la repressione del brigantaggio in Sicilia e in Sardegna, che comportano anche sul piano uniformologico gli inevitabili adeguamenti.


Immagini di Corazzieri disegnate da Stanislao Grimaldi del Pozzetto. Da sinistra, le uniformi sono da mezza gala, giornaliera e da campo.
Il capitolo precedente si chiudeva con le immagini delle improvvisate uniformi dello speciale reparto di carabinieri destinato a fare da scorta d'onore al principe Umberto e alla principessa Margherita in occasione delle loro nozze, avvenute a Firenze il 7 febbraio 1868, data che viene oggi celebrata come quella di fondazione dei Corazzieri. E in verità da quel giorno l'esiguo reparto di 80 carabinieri a cavallo non fu più sciolto e il suo organico venne l'anno successivo regolamentato in 1 capitano comandante, 4 ufficiali subalterni, 12 sottufficiali, 88 carabinieri e 70 cavalli.


Di Stanislao Grimaldi del Poggetto sono queste due immagini raffiguranti un corazziere in uniforme festiva e un corazziere in uniforme di fatica.
Quando la Real Casa si trasferì da Firenze a Roma, l'ingresso di Vittorio Emanuele II nella nuova e definitiva capitale del regno avvenne con la solennità che la circostanza richiedeva e, quindi, con una adeguata e imponente scorta di Carabinieri Guardie del re, che i romani ribattezzarono subito "Corazzieri". Anche il successo di questo coreografico arrivo a Roma dovette creare nel sovrano il convincimento che il reparto andava potenziato e che le uniformi dovevano essere regolamentate da una apposita Istruzione. Questa venne, dopo attenti studi, il 5 novembre 1876. Sembra pertanto opportuno riprodurla integralmente nelle pagine seguenti, aprendo così questo secondo volume con le immagini delle originarie uniformi ufficiali di questo prestigioso reparto, che sono sempre state, e lo sono tuttora, le più ammirate dell'Arma.