Non tutti sanno che...

PARACADUTISTI (PRIMO BATTAGLIONE CARABINIERI)

Aeroporto di Pisa, 1972: un carabiniere paracadutisti con equipaggiamento operativo.Il 1° luglio 1940 furono concentrati in Roma, nella caserma "Podgora", ventidue ufficiali, cinquanta sottufficiali e trecentoventi appuntati e carabinieri volontari, destinati all'addestramento lancistico presso la "Scuola Paracadutisti" di Tarquinia per la costituzione del Battaglione Carabinieri Paracadutisti.
Il Battaglione, ordinato su tre Compagnie, fu affidato al comando del maggiore Bruto Bixio Bersanetti; i comandanti di Compagnia erano i tenenti Salvatore Palermo, Giuseppe Casini e Osmano Bonapace.

Il 12 luglio lo Stato Maggiore dell'Esercito sanzionò in via ufficiale l'avvenuta costituzione del Battaglione e gli attribuì la denominazione di I Battaglione Paracadutisti. Il giorno successivo il reparto raggiunse la "Scuola Paracadutisti" di Tarquinia. Il 15 dello stesso mese cominciò a ritmo serrato lo specifico addestramento consistente anche in rigorose prove di carattere psicofisico e sportivo. L'esercizio più impegnativo era la torre, una costruzione di tubi metallici a traliccio di diciassette piani, senza ringhiera di protezione, alta circa sessantacinque metri e con superficie di dimensioni assai ridotte. La sua stabilità era assicurata da pesanti blocchi di cemento alla base. Tuttavia, data la flessibilità dei tubi, la torre era caratterizzata da oscillazioni che, specie nelle giornate di vento, superavano alla sommità i valori di un metro. Salire l'angusta scaletta a pioli fino in cima alla torre e rimanervi affacciati era già di per sé un'impresa, non facile per tutti.

Primitivi militari dell'Arma abilitati al paracadutismo.Gli allievi del 1 Battaglione Carabinieri Paracadutisti furono sottoposti anche ad un'accurata visita di controllo, che ebbe luogo presso l'Istituto medico-legale dell'Aeronautica Militare di Roma. L'esame medico e i collaudi psicofisici determinarono una naturale selezione che non ebbe incidenze tuttavia sugli organici del Battaglione, tenuti a livello con l'inserimento di altri volontari prescelti dal Comando Generale dell'Arma tra i moltissimi carabinieri che chiedevano di essere ammessi al corso paracadutisti.
Al maggiore Bruto Bixio Bersanetti, incidentatosi in addestramento prelancistico, subentrò il maggiore Edoardo Alessi.

Il 31 marzo 1941 nacque il 1° Reggimento Paracadutisti dell'Esercito destinato a inquadrare le unità che, conseguito il brevetto di specialità, dovevano proseguire la preparazione addestrativa per l'impiego. Il Reggimento venne ordinato su tre Battaglioni (I, II e III), dei quali il Primo era quello dei Carabinieri.
Verso lo scadere della prima decade di giugno, tutti i componenti del I Battaglione Paracadutisti conseguirono l'ambito traguardo della qualifica di Paracadutista.
Completata l'attività lancistica, i Carabinieri Paracadutisti intensificarono l'addestramento al combattimento, anch'esso molto severo, finché giunse, quasi improvvisamente, l'ordine di partenza per il teatro di operazione. La destinazione era l'Africa Settentrionale "a disposizione di quel Comando Superiore FF.AA". Il 16 luglio 1941, il reparto raggiunse il porto di Taranto, dove s'imbarcò sulle motonavi Nettunia, Oceania e Marco Polo, che sulla sera dello stesso giorno salparono in convoglio alla volta di Tripoli (Libia).

Primitivi militari dell'Arma abilitati al paracadutismo.Il Battaglione, al comando del maggiore dei Carabinieri Edoardo Alessi, era costituito da tre Compagnie e da un reparto comando agli ordini, rispettivamente, dei tenenti Gennaro Piccinni Leopardi, Giuseppe Casini, Osmano Bonapace e Max Ambrosie comprendeva in totale 26 ufficiali, 51 sottufficiali, 322 fra appuntati e carabinieri.
Relativamente all'impiego del Battaglione in operazioni di guerra, si veda la voce ELUET EL ASEL.

I Reparti eredi del I Battaglione Carabinieri Paracadutisti
Il ciclo evolutivo delle Aviotruppe italiane, dopo il secondo conflitto mondiale, riprese vita nel 1947 con la istituzione in Roma dei Centro Militare di Paracadutismo (C.M.P.), erede spirituale e tecnico delle scuole militari di paracadutismo.
Nel 1949 il Centro Militare di Paracadutismo, per far fronte alle accresciute esigenze addestrative connesse con un graduale processo di ampliamento della specialità, si trasferì nella caserma "Chelotti" di Viterbo. Esso aveva la duplice funzione di scuola e di comando dei reparti d'impiego.

Nel novembre del 1950, il Comando Generale dell'Arma propose al Ministero della Difesa la ricostituzione di un reparto Carabinieri Paracadutisti a livello Compagnia. La richiesta fu motivata con la necessità di disporre di un'unità dotata di elevata mobilità d'impiego con la quale fronteggiare esigenze, sia pure eccezionali, di istituto.
Il 15 maggio 1951 segnò la rinascita della "specialità" anche nell'ambito dell'Arma dei Carabinieri. Sotto tale data, infatti, lo Stato Maggiore dell'Esercito sanzionò la costituzione del Reparto Carabinieri Paracadutisti che, dislocato per esigenze addestrative presso il Centro Militare di Paracadutismo di Viterbo, dipendeva per l'impiego dal Comando Generale dell'Arma e, in via disciplinare e amministrativa, dalla Legione Carabinieri "Lazio".

Primitivi militari dell'Arma abilitati al paracadutismo.Il 5 marzo 1958 il Reparto Carabinieri Paracadutisti, col trasferimento del Centro Militare di Paracadutismo da Viterbo a Pisa, dove riprenderà anche il nome di Scuola Militare di Paracadutismo, fu destinato alla sede di Livorno, caserma "Vannucci" e da qui, il 30 ottobre successivo, a Pisa presso la caserma "Gamerra" sede della stessa Scuola. Il Reparto restò a Pisa fino all'8 febbraio 1962 quando, per esigenze addestrative, fu di nuovo trasferito a Livorno.
Intanto, lo Stato Maggiore dell'Esercito impostò un programma di incremento del settore che si concluse il 1° gennaio 1963 con la costituzione della Brigata Paracadutisti. Nella nuova Grande unità fu inquadrato anche il Reparto Carabinieri Paracadutisti, che assunse la denominazione di Compagnia Carabinieri Paracadutisti.

Battaglione Carabinieri Paracadutisti "TUSCANIA"
Nell'estate del 1963, nel quadro del potenziamento della suddetta Grande unità, fu ricostituito il Battaglione Carabinieri Paracadutisti, che assorbì la preesistente Compagnia.
Dal 1° ottobre 1975 il Battaglione Carabinieri assunse, nel quadro della ristrutturazione dell'Esercito, la denominazione di I Battaglione Carabinieri Paracadutisti "Tuscania".
L'unità l'8 aprile 1976, nel corso di una solenne cerimonia svoltasi nello stadio polisportivo militare di Firenze, ricevette la Bandiera di Guerra fregiata di quella Medaglia d'Argento al Valor Militare che il Battaglione aveva meritato in Africa Settentrionale. Recentemente il Battaglione è stato elevato al rango di Reggimento.

A decorrere dal 15 marzo 2002, il 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti "Tuscania" è transitato dalle dipendenze della Brigata Paracadutisti "Folgore" a quelle della 2^ Brigata Mobile Carabinieri.