Non tutti sanno che...

COMITATO DELL'ARMA DEI CARABINIERI

Organo di comando collegiale istituito con R.D. del 24 gennaio 1861 in luogo del Comando Generale dell'Arma. Esso era composto da un luogotenente generale, Presidente, da quattro maggiori generali, membri, da un ufficiale superiore e da due ufficiali subalterni, addetti.
Il Comitato ebbe come primo Presidente il maggiore generale Federico Costanzo Lovera di Maria, già in carica come comandante generale del Corpo; ne furono membri il maggiore generale Antonio Martino Massidda, già Comandante del Corpo dei Carabinieri di Sardegna, il maggiore generale Giovanni Serpi, già Comandante dei Carabinieri di Sicilia, il maggiore generale Trofimo Arnulfi, già Comandante dei Carabinieri di Napoli ed il maggiore generale Ferdinando di Montù Beccaria, già Comandante in 2a del Corpo dei Carabinieri e perciò confermato Comandante in 2a dell'Arma dei Carabinieri. A Segretario del Comitato venne nominato il tenente colonnello Emanuele Veggi.

La designazione dei citati quattro maggiori generali a membri del nuovo organo di comando dell'Arma rispose alla necessità di mantenere ai Carabinieri piemontesi, sardi, napoletani e siciliani i loro comandanti naturali, già esperti, per le rispettive regioni, dei complessi problemi organizzativi concernenti la diversa estrazione geografica del personale e le differenti caratteristiche ambientali.

Lo stesso R.D. del 24 gennaio 1861 (che istituì anche 14 Legioni, di cui tredici territoriali comprendenti i Carabinieri di Napoli, di Sardegna e di Sicilia, ed una Allievi) dispose che sarebbe stato "principale dovere del Comitato di fare le disposizioni che crederà necessarie per dare un eguale impulso al servizio di tutte le legislazioni, mantenere la stessa osservanza dei Regolamenti e far si che ogni ramo di servizio, disciplina e di amministrazione proceda in esse con regolare uniformità ed armonia". Per meglio raggiungere questo scopo, ai singoli membri del Comitato era affidato lo svolgimento di "girate d'ispezione (v.) per rassegnare al Ministro ed al Comitato stesso il risultato del loro incarico e determinare sui punti che esigono qualche provvedimento".

Il Comitato deliberava a maggioranza di voti, ed a parità dei medesimi aveva la preponderanza quello del Presidente. Le deliberazioni del Comitato dovevano risultare da "apposito verbale steso dal Segretario" il quale era tenuto a ".. chiaramente svolgere il soggetto della discussione, indicando l'opinione di ciascun Membro e le considerazioni per cui la maggioranza inclinò in un senso anziché nell'altro". Queste delicate funzioni affidate al Segretario lo rendevano depositario ed interprete delle decisioni del Comitato, facendo del suo ufficio un tramite essenziale per l'attività operativa dell'Arma, oltre che un centro di confluenza delle istanze rivolte dai comandi operativi alla potestà decisionale del Comitato.

In data 31 ottobre 1861, con nota n. 179 del Ministro della Guerra Della Rovere, venne disposto che i maggiori generali del Comitato Trofimo Amulfi e Giovanni Serpi prendessero il titolo provvisorio di Ispettore dei Carabinieri, il primo con residenza a Napoli ed il secondo a Palermo. Il generale Amulfi per le cinque Legioni meridionali di Napoli, Chieti, Bari, Salerno e Catanzaro, ed il generale Serpi per quella di Palermo prendevano il posto dei Comitato, adempiendone le funzioni, "provvedendo alle cose interne" e riferendo al Comitato quelle che esigevano una disposizione ministeriale e provvidenze estensibili alle altre Legioni.

In conseguenza della destinazione dei due predetti maggiori generali alla rispettiva loro sede, il Governo considerò "insuperabile ostacolo" il fatto che solo tre membri potessero presenziare le riunioni del Comitato, dovendone inoltre essere distolti per l'ispezione delle Legioni nelle altre province del Regno, e pertanto elevò a 5 i membri del Comitato stesso, sempre del grado di luogotenente generale o maggiore generale.

Dopo il R.D. del 6 giugno 1866, che trasferì a Firenze il Comitato dell'Arma, sopravvenne in data 4 dicembre 1870 il R.D. che modificò la sua composizione, fissandola in un luogotenente generale, Presidente, in tre maggiori generali, membri, in un luogotenente colonnello o maggiore, con funzioni di Segretario, e in due ufficiali inferiori "sottosegretari". Con circolare del Ministero Guerra n. 125 del C.M. 28 sett. 1874 il Comitato fu trasferito a Roma. Esso venne soppresso con il R.D. del 16 novembre 1882, emanato in esecuzione della legge sull'ordinamento dell'Esercito del 29 giugno 1882. L'Arma tornò così ad avere un organo di comando individuale, composto da un Comandante (tenente generale), un Comandante in 2a (maggiore generale) e da un ufficio Segreteria.