Per completare l'excursus del decennio dei Sessanta, una menzione onorevole va a due film dalla caratteristica comune (per intreccio, condizione sociale ed efficace denuncia) in cui i componenti dell'Arma sono in costante conflitto con i malavitosi e i delinquenti ricevendo aiuti insospettati dalla popolazione per catturarli in film come "Barbagia" di Carlo Lizzani e "Pelle di bandito" di Piero Livi, realizzati entrambi nel 1969.

Anni Settanta. Nel panorama del cinema degli anni Settanta, eccezionale per quantità produttiva e forse un po' meno per qualità, l'Arma Benemerita ha un posto ragguardevole in parecchi film, alcuni di notevole importanza, soprattutto per le molte opere di denuncia sociale che proliferano in quegli anni in un'Italia assai travagliata da problemi politici e esistenziali. Il carabiniere diventa nell'immaginario collettivo un punto di riferimento, una certezza, al pari di un padre protettivo. Così come appare nel film "La moglie più bella" distribuito nel marzo del 1970, il tenente dei carabinieri (Pier Luigi Aprà), seppur giovanissimo, al quale si rivolge per la sua denuncia la ragazza siciliana che rifiuta di sposare l'uomo che l'ha sedotta e che è inoltre un protetto di un pezzo grosso della mafia. Opera di grande impatto emotivo, diretta con sensibilità da Damiano Damiani, ispirata alla reale vicenda di Franca Viola che nel 1966 ebbe contro tutta una cittadina rifiutando le nozze con il suo rapitore.

Riccardo Cucciolla in "Siamo tutti in libertà provvisoria", regia di Manlio Scarpelli, 1971Polizia, Finanza e Carabinieri sono assai attivi nel cinema del decennio, a volte impegnati assieme per tutelare l'ordine pubblico e sconfiggere i piani della malavita organizzata. Nel film "Anche se volessi lavorare, che faccio?" (1972) di Flavio Mogherini, un maresciallo dei carabinieri, impersonato in modo del tutto credibile da Leopoldo Trieste, e un maresciallo della finanza, lavorano insieme con l'unico scopo di metter fine ad una banda di tombaroli inesperti.

Nel 1972 ancora un film "politico" che si affianca ai molti prodotti in quel periodo, quello di Francesco Rosi, "Il caso Mattei" realizzato con interessante realismo da documentario, dove ufficiali della polizia e dei carabinieri collaborano per le indagini sulla morte del presidente dell'ENI nel misterioso incidente aereo dell'ottobre 1962.

La fedeltà storica e un lodevole impegno civile sono i punti di forza di un film dedicato nel 1975 da Romolo Guerrieri, da un soggetto dello scrittore Giuseppe Berto, ad una delle figure più note e più ammirate della seconda guerra mondiale, Salvo D'Acquisto. Privo di retorica, vero, semplice nella sua tragica umanità, il film "Salvo D'Acquisto" racconta molto fedelmente Carlo Verdone e Enrico Montesano in "I due Carabinieri", regia di Carlo Verdone, 1984l'esistenza del giovane sottufficiale che difende la popolazione di Torre in Pietra, vicino a Roma, dalle rappresaglie tedesche sacrificando la propria vita per salvare quella di ventidue uomini catturati e innocenti dopo l'uccisione di due soldati germanici. Senza cadere nella trappola celebrativa, il film si può a tutt'oggi considerare il porta-bandiera dell'Arma.

Marescialli, brigadieri, appuntati, carabinieri e ufficiali superiori sono frequentemente presenti in molti film del decennio preso in considerazione, molti dei quali di ottima fattura, altri assai mediocri, ma pur sempre rappresentativi dell'importanza dell'uomo come tutore della legge e del suo spirito di sacrificio pronto al servizio dello Stato.