Sarajevo, 30 agosto 1998: visita alla MSU del Segretario di Stato USa Madaleine Albright che nella circostanza ha rivolto espressioni di particolare apprezzamento i militari dell'Arma per la loro alta professionalità.La Msu è articolata su un Comando e uno Stato Maggiore, un Modulo Operativo Multinazionale a livello Battaglione, per il controllo del territorio e il mantenimento dell'ordine pubblico; un Modulo Unità di Manovra, italiano, con funzione di riserva a livello di Compagnia; un Reparto di Supporto Logistico e un altro Reparto a livello di Battaglione costituito da forze fornite da altri Paesi partecipanti alla missione. Il Comando si articola su un Comandante e un Vice, un Capo di Stato Maggiore con le relative Cellule funzionali, con personale specializzato in tutti i settori d'interesse (Personale, Informazioni, Operazioni, Logistica, Trasmissioni, Amministrazione, Cooperazione civile e militare), contando complessivamente su 20 ufficiali, 32 marescialli e 27 tra appuntati e carabinieri, per un totale di 79 unità. Il contingente italiano inquadra anche due Distaccamenti del già citato Gruppo Intervento Speciale (Gis), un Plotone di Carabinieri paracadutisti, tiratori scelti, unità cinofile e territoriali.
Tra le modalità di impiego della Msu vi è, come già notato, il controllo del territorio a fini informativi: è indispensabile una seria attività a riguardo, usata correttamente, per monitorare le aree a rischio e prevenire motivi di turbamento dell'ordine pubblico o illecite attività che portino a perpetuare stati di permanente illegalità. Per questo speciale tipo di missione, la selezione del personale e il suo addestramento sono stati più complessi e articolati che per le missioni precedenti. Il personale prescelto ha per la maggior parte già assolto compiti di polizia militare, ha esperienze di missioni "fuori area" ed è in possesso di particolari qualifiche professionali.
L'iniziale programma di addestramento è stato articolato in tre settimane e svolto presso il 13° Battaglione "Friuli-Venezia Giulia". Ha previsto una serie di materie normalmente insegnate nei corsi rapidi e per tutte le aliquote inviate in missione, quali Diritto umanitario, Conferenze conoscitive sulla Bosnia, Addestramento al combattimento e procedimenti d'azione, Tecniche di ordine pubblico, Difesa personale, Trasmissioni, Tecniche informative. È stata prevista e attuata una formazione specialistica per le diverse componenti del contingente da inviare, in ragione dell'impiego. Ha completato l'iter addestrativo l'incremento della conoscenza linguistica per tutto il personale, lo svolgimento di attività specifiche (Modulo Operativo) e la frequenza di corsi di intelligence finalizzati all'impiego "fuori area", in considerazione dei particolari compiti previsti sia per il contingente dei Carabinieri che per la nuova Unità Speciale.
La Msu è dunque un raggruppamento tattico con compiti di Polizia, collocato a livello strategico, con autonoma struttura di comando e logistica, sotto la responsabilità totale dell'Arma dei Carabinieri della quale per moltissimi aspetti ripete le modalità operative, così come è stato voluto, con la forza dell'esperienza e della conoscenza professionale, dagli Uffici del Comando Generale coinvolti nella fondazione e programmazione dell'attività dell'Unità. Fin dalla sua costituzione la Msu non è mai stata configurata come uno strumento repressivo: la prevenzione deve essere il suo scopo essenziale, con un controllo capillare del territorio soprattutto nelle aree maggiormente a rischio, per anticipare eventi che possano mettere in pericolo l'ordine pubblico, promuovendo altresì il consenso delle popolazioni locali e dando una immagine positiva delle istituzioni statuali.
Il Nucleo Avanzato italiano della missione arrivò dunque in Bosnia il 24 aprile 1998, mentre il resto della Forza seguì il 2 agosto, quando nel porto croato di Ploce, imbarcato sulla nave "San Marco", giunse il Reggimento che comprendeva il Modulo Manovra, il Modulo Operativo e la Compagnia Comando e Servizi. All'inizio il contingente era costituito da 29 ufficiali, 98 sottufficiali, 256 tra appuntati e carabinieri e 3 unità cinofile, con circa 80 automezzi. Il Quartier Generale e la base sono installati a Butmir, presso Sarajevo. Alla metà di ottobre 1999 la forza intera della Msu comprendeva, oltre ai Carabinieri, 76 unità della Gendarmeria argentina, che si erano unite al gruppo il 21 agosto 1998; 23 della Polizia Militare romena, unite al gruppo anch'esse in quel periodo; 25 di quella slovena che avevano raggiunto la base l'11 febbraio 1999. Operavano nel campo di Butmir anche 2 ufficiali americani e 2 olandesi.

Sarajevo, 1998: La MSU si configura come una nuova unità della Sfor, alle dirette dipendenze del suo comando.Si può ben immaginare come l'organizzazione e l'impiego di questo raggruppamento tattico sia stato agli inizi alquanto complesso, non essendoci alcuna precedente esperienza nel settore. Si trattava infatti di impiegare Forze di Polizia ad ordinamento militare, specializzate nell'ambito della sicurezza pubblica, inserite in una organizzazione militare, ma in grado di operare come unità di Polizia Civile. Risulta comunque facile concretizzare l'attività operativa della Msu: un numero altissimo di servizi di ordine pubblico, di pattugliamento, di ricognizione. Più difficile è quantificare l'apporto fondamentale dato dalla Msu durante lo svolgimento delle consultazioni elettorali dell'ottobre del 1998, in una situazione politica tesissima. Non è facile altresì quantificare le attività informative e investigative che riguardano i fenomeni di criminalità organizzata: i rapporti stilati dall'Unità al riguardo sono però sempre stati molto apprezzati dal Comandante di Sfor, come importante contributo a tutta la mi ssione di sua responsabilità.
Un compito particolarmente delicato, e che ha avuto esito positivo, è stato quello dell'organizzazione di un dispositivo di sicurezza e di tutta un serie di servizi preventivi nella città di Brcko dal 28 al 30 marzo 1998, con il temporaneo schieramento del Comando di Battaglione e di due Compagnie in occasione dell'arbitrato che riguardava lo status giuridico della città, che era stata dichiarata distretto neutrale da parte dell'Alto Rappresentante delle Nazioni Unite: le manifestazioni di protesta dell'etnia serba furono violente, ma la Msu ebbe sempre il controllo della situazione.
Non bisogna poi dimenticare l'opera di cooperazione civile e militare svolta dal contingente dei Carabinieri della Msu a favore delle popolazioni civili, in particolare nelle zone di Brcko, Stivar e Prjiavar. A questo riguardo un notevole servizio è stato ed è l'attività continua di sminamento della zona di competenza. La Msu ha anche organizzato una unità di struttura sanitaria, che è intervenuta in favore delle popolazioni civili. Il consolidamento della pace passa attraverso tutti i settori della vita civile, per poter riportare alla normalità territori sconvolti dagli eventi bellici e dalla divisione in etnie.
Al comando della Msu sono stati assegnati ufficiali con il grado di colonnello che hanno avuto precedenti esperienze internazionali in un settore così delicato. Alle cerimonie di avvicendamento, previsto dopo dodici mesi di permanenza in Bosnia, hanno partecipato non solo autorità italiane, ma soprattutto autorità militari e civili delle Nazioni Unite e delle Forze presenti in Bosnia (Sfor, Nato), per sottolineare sia l'importanza di questo raggruppamento tattico, sia l'apprezzamento per i risultati ottenuti dalla missione. Il successo della Msu è stato tangibile anche in rapporto alle visite periodiche effettuate da autorità politiche e militari dei Paesi appartenenti alla Nato già nella sua fase preparatoria.
Ancora prima di aver iniziato a operare sul territorio, il Comandante Supremo delle Forze Alleate in Europa (Saceur) aveva partecipato ad Artegna (in provincia di Udine) ad una esercitazione del contingente destinato alla Msu, componente italiana, inviando in seguito al Segretario Generale della Nato un elogio scritto per la preparazione dei Carabinieri, ribadendo la propria fiducia nel significativo contributo che la Msu avrebbe fornito alla Sfor. Dello stesso parere è stato il Vice Comandante delle Forze Alleate e Vice Comandante Operativo della Sfor a Sarajevo, l'inglese generale Hew Pike: in una lettera al Comandante della Msu, oltre ad esprimere la sua stima e il suo apprezzamento per il livello professionale raggiunto dal Reparto in un tempo relativamente assai breve, manifestava la speranza di poterlo vedere presto in azione. Era rimasto molto colpito anche dalla profonda conoscenza dei problemi della Bosnia che il personale aveva dimostrato di avere. Considerava la Msu una grande risorsa

«di alto valore per la raccolta delle informazioni in genere e in particolare per le esigenze di polizia. Soprattutto, a livello psicologico, la presenza di Msu costituirà uno strumento di deterrenza, prevenzione e freno alle turbative dell'ordine pubblico, contribuendo così in maniera concreta allo sviluppo della stabilità e della sicurezza in tutta la Bosnia».

Al 30 giugno 2001 la Msu per la Bosnia è ancora attiva e impiega 365 unità. Se ne prevede il rinnovo del mandato, essendo essa ormai considerata insostituibile nel quadro della Forza di Stabilizzazione.