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Editoriale
Guerra ai “ghetti verdi” d’Italia
Un’intera giornata ricurvi sotto il sole
cuocente per pochi euro. E’ così dalle
piane pugliesi a quelle campane e cala-
bresi. Una distesa umana che in questa
stagione di raccolti si riversa nelle cam-
pagne del meridione per raccogliere i
frutti della nostra terra sempre meno
pagati e in eterno conflitto con una con-
correnza internazionale insostenibile.
Ma il caporalato si spinge anche al nord
e perfino nella tranquilla campagna toscana dove maltrattati e sfruttati per 4 euro l’ora
i nuovi schiavi lavoravano tra ulivi e vigne divenendo drammatica testimonianza di un
meraviglioso paesaggio graffiato dal dolore e dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
400.000 i migranti vittime di questo fenomeno secondo le ultime stime della CGIL. Fiumi
di inchiostro di sociologi, scrittori, impegno politico e una legislazione in materia sempre
più stringente non hanno arginato la tratta dei lavoratori, gli incidenti e le morti bian-
che di donne e uomini in cerca di sopravvivenza. Ma ora il Governo sta contrastando il
fenomeno in modo deciso. I ministri dell’interno, della difesa, del lavoro e dell’agricol-
tura hanno firmato tra maggio e luglio due protocolli per avviare una battaglia mirata
insieme alle Regioni e alle associazioni di categoria. Tanti i soggetti istituzionali e sociali
coinvolti per cercare di impedire nuovi sfruttamenti, anche se senza l’apporto dei migran-
ti questo settore non potrebbe andare avanti. Occorre però rimuovere ogni causa che
favorisce condizioni di vita disumane e di lavoro irregolare che quasi sempre è in mano
alla malavita organizzata. E intanto i controlli sono aumentanti del 59 per cento.
Iniziative di informazione e sensibilizzazione sulla tutela della salute saranno affiancate
da un regime più stringente di controlli che saranno affidati agli ispettori del lavoro con
il supporto di Carabinieri e Corpo forestale dello Stato in 15 territori prioritari con un au-
mento di uomini e mezzi impegnati. Un’operazione che salvaguardia anche le aziende in
regola le quali subiscono spesso la concorrenza sleale di chi infrange le regole.
Intanto arriva finalmente il via libera del Senato per una nuova legge che a settembre
approda alla Camera. Fino a sei anni di carcere per chi è giudicato colpevole del reato
di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e questa fattispecie di reato che si
affianca alla precedente riguarda anche chi recluta un lavoratore senza minaccia e questo
varrà anche per le aziende che lo impiegheranno illegalmente.
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