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                   MENO PLASTICA È POSSIBILE


                                 gni italiano raccolga un pezzo di plastica
                                 che qualche scellerato ha gettato e lo
                                 metta nella differenziata”. È questo uno
                                 dei primi messaggi che il neo Ministro
                   “Odell’Ambiente, Sergio Costa, ha voluto
                   lanciare agli italiani. E per iniziare promette che il
                   dicastero da lui guidato diventerà plastic-free. Un atto
                   certo fortemente simbolico. “L’elemento principale - ha
                   detto il Ministro - è quello di produrre meno imballaggi di
                   plastica, utilizzando la leva fiscale, quindi il vantaggio per la
                   linea produttiva e per il consumatore”.
                   Ma se oggi sembra impossibile vivere senza plastica, pur sapendo
                   che essa rappresenta un disastro per l’ambiente, sarebbe senz’altro
                   possibile ridurne drasticamente la presenza e l’utilizzo, riportandola ai livelli di qualche
                   anno fa. La cosa più importante è far sì che la plastica, emblema dei nostri tempi e senza
                   la quale tante conquiste tecnologiche non sarebbero state possibili, non venga dispersa
                   nell’ambiente, ma venga completamente raccolta e riciclata. E qui entra in gioco una
                   nuova educazione ambientale unita alla consapevolezza attiva di ciascuno di noi e delle
                   istituzioni. Non a caso in un settore così importante che tutela beni comuni fondamentali,
                   il Ministro Costa richiama l’attenzione e la responsabilità di ogni cittadino anche attraverso
                   lo slogan delle campagne ministeriali #IoSonoAmbiente. Una possibile soluzione
                   potrebbero offrirla anche involucri di nuovi materiali biodegradabili e compostabili.
                   Entro il 2050 nei mari ci sarà più plastica che pesci. Ad ogni pasto ingeriamo più di 100
                   micropezzi di plastica. Questo è quanto hanno scoperto i ricercatori della Heriot-Watt Uni-
                   versity. I residui di plastica dei mobili e dei tessuti sintetici inoltre entrano nella polvere do-
                   mestica che poi ricade sui piatti e finisce nel nostro organismo.
                   Secondo una ricerca di Altroconsumo e altre quattro associazioni europee, su 102 prodotti
                   alimentari analizzati nei laboratori (sale marino, cozze, gamberi) 70 sono risultati contaminati
                   da microplastica. Tutto ciò è dovuto ai 300 milioni di tonnellate di plastica che produciamo
                   ogni anno, 8 dei quali finiscono negli oceani. Anche il 72% dei campioni di acque correnti
                   europee sarebbe contaminato.
                   L’impatto sulla salute dell’ingestione di plastica è ancora sconosciuto. Gli scienziati fanno
                   fatica ad analizzarlo sul corpo umano, perché non riescono a trovare un gruppo di
                   controllo di persone che non siano state esposte.
                   Tutti siamo esposti al rischio in qualsiasi momento, dalla gestazione alla morte. Sono stati
                   trovati infatti livelli rilevabili di bisfenolo A dalla plastica nell’urina del 95% della popolazione
                   adulta degli Stati Uniti. Difficile attualmente definire i possibili rischi per la salute umana,
                   ma sono stati identificati una serie di problemi che potrebbero derivare dall’ingestione di
                                                                                                        SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
                   microplastiche tramite prodotti ittici contaminati. I ricercatori ritengono che la maggior
                   parte della contaminazione provenga da microfibre e plastica monouso come le bottiglie
                   d’acqua e i bicchieri di plastica di cui però si potrebbe spesso fare a meno.


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