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Il Forestale n. 78 60 pagine 18-04-2014 14:41 Pagina 3
EDITORIALE
Terra di speranza
un piccolo fazzoletto di terra che si estende a nord della provincia di Napoli e a sud di quel-
la di Caserta nel cuore di quella che un tempo era la Campania felix. Qui da circa un anno i
È forestali estraggono ogni tipo di veleni. La chiamano Terra dei Fuochi. Meno dell’un per
cento del territorio è però veramente contaminato dalle discariche abusive. Qui la camorra per
20 anni ha sversato circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni tipo al solo fine di ricavarne
immensi guadagni senza rischio ma a scapito delle popolazioni locali.
Quello che emerge dal quadro generale delle numerose indagini condotte dal Corpo forestale
dello Stato dà il senso del problema. Circa 155 sequestri, 150 ettari di terreno trasformato in dis-
carica, fra questi circa 60 ettari erano adibiti a colture agricole. I suoli sono contaminati da
arsenico, solfati, fluoruri, manganese, alluminio, tricolorometano, amianto rifiuti speciali e peri-
colosi di ogni genere. In alcuni casi come detto si è trattato di terreni coltivati dove i rifiuti sono
a contatto con la falda acquifera, quella stessa acqua che in alcuni casi è utilizzata per irrigare
campi di broccoli, finocchi, cavoli, verze, asparagi e pomodori.
Ma i pregiati prodotti ortofrutticoli coltivati in questa zona sono sicuri? A garanzia del consu-
matore i controlli delle autorità competenti sono stati considerevolmente aumentati. E solo le
zone in cui l’acqua o i suoli risultano contaminati vengono escluse dalla produzione e commer-
cializzazione. Una sorta di doppia certificazione per alcune aree assicura che sui banchi di vendita
arrivino solo prodotti sicuri. L’estrema zonizzazione puntiforme dei siti contaminati fa sì inoltre
che, benché grave, l’inquinamento sia davvero circoscritto e attualmente controllato.
Come è stato possibile individuare così tante discariche “tombate”? Attraverso l’impiego di una
tecnologia semplice che il Corpo forestale aveva già in uso per altri scopi come lo sviluppo delle
foreste e il dissesto idrogeologico. Lo studio delle ortofoto panoramiche degli ultimi 25 anni ha
permesso di osservare le modificazioni dei suoli. I siti sospetti sono stati esaminati con il geo-
magnetometro, una sorta di TAC del terreno che è in grado di evidenziare eventuali variazioni.
Un nuovo apporto stanno dando anche le dichiarazioni di diversi camorristi pentiti che hanno
dato precise indicazioni circa i luoghi dove andare a scavare per rintracciare i rifiuti. Un lavoro
complesso e lungo che si avvale di conoscenze tecniche, di una lettura approfondita del territo-
rio affiancata a delicate indagini di polizia che stanno offrendo un quadro complessivo di un
crimine silenzioso ed efferato che lascia strascichi velenosi nella terra e purtroppo anche negli
uomini. Ma oggi grazie anche alle indagini della Forestale ne sappiamo di più e sappiamo anche
che questa può diventare una terra di speranza dalla quale ripartire e che gli uomini non voglio-
no abbandonare.