Page 2 - Forestale N. 56 maggio - giugno 2010
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EDITORIALE



          Migliora l’organizzazione antincendio


              ome sarà l’estate che è appena iniziata sul fronte degli incendi? Ogni anno si cerca di leg-
              gere le previsioni meteo e tracciare quella che potrebbe essere una tendenza, ma mai come
          C questa volta, con previste ondate di calore alternate a piogge e abbassamenti di tempera-
          tura, è difficile dirlo.
          I dati relativi al primo semestre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2009, fanno regi-
          strare una diminuzione del 60 per cento sia del numero dei roghi che delle superfici totali andate
          in fumo. Una tendenza incoraggiante che si era già manifestata la scorsa estate, caratterizzata da
          una generale diminuzione dei roghi boschivi, se si eccettua la fase critica della seconda metà di
          luglio in cui c’era stata un’impennata del fenomeno in Sardegna, con migliaia di ettari di bosco
          andati in fumo, ovvero circa il 40 per cento della superficie boscata percorsa dal fuoco nella tota-
          lità del Paese.
          La diminuzione degli incendi boschivi - vogliamo sottolinearlo con orgoglio - è dovuta al gra-
          duale miglioramento dell’organizzazione antincendio italiana e in particolare all’opera di
          prevenzione, lotta attiva e investigazione, messa in campo dal Corpo forestale dello Stato e da
          tutte le forze impegnate nel contrasto al fenomeno. Prima fra tutte la Protezione Civile, del cui
          sistema la Forestale è parte, che quest’anno mette a disposizione della lotta antincendio quattro
          nuovi aerei.
          Tuttavia periodicamente si assiste a una recrudescenza dei roghi in relazione agli andamenti cli-
          matici che possono risultare favorevoli all’accumulo di biomasse con conseguente aumento del
          carico di combustibile.
          Se guardiamo cosa succede al di fuori della nostra penisola, scopriamo che  gli incendi boschivi
          sono in espansione a livello mondiale. La diminuzione del presidio umano nei territori forestali
          e l’aumento delle superfici a vegetazione spontanea e dei boschi, non più oggetto di regolari
          interventi selvicolturali, costituiscono infatti un terreno fertile per l’insorgenza di incendi sempre
          più estesi e distruttivi. Si tratta di una realtà comune a gran parte del globo, in cui le attività agro-
          silvopastorali sono in recessione.
          In Italia la superficie forestale negli ultimi 20 anni è aumentata di circa due milioni di  ettari, come
          registrato dagli inventari forestali del Corpo forestale dello Stato. Ma diminuisce il presidio sul ter-
          ritorio degli agricoltori per evitare che questi boschi vadano in fumo.
          Non bisogna poi dimenticare gli effetti delle variazioni climatiche in atto, con stagioni aride più
          lunghe rispetto al passato e più favorevoli allo sviluppo dei roghi.
          È importante non abbassare la guardia contro un fenomeno che oltre a rappresentare un enor-
          me pericolo per l’incolumità pubblica, ogni anno arreca danni incalcolabili al nostro patrimonio
          ambientale. Va quindi in questa direzione la Campagna Antincendi Boschivi 2010 volta alla pre-
          venzione e al contrasto sul territorio dei roghi e a una corretta comunicazione da parte dei mass
          media che non alimenti casi di emulazione, come purtroppo è accaduto in passato, quando si
          faceva a gara a spiegare come andavano fabbricati gli inneschi.
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