Page 5 - Forestale N. 51 luglio - agosto 2009
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n fiume di fango, fango d’oro che avreb- svolte dal Comando Provinciale di Pescara della
be fruttato almeno due milioni di euro. E Forestale. I reati contestati sono: turbativa d’asta,
non si sta parlando del giro d’affari che abuso d’ufficio, falsità ideologica, frode in pub-
U ruota attorno ai centri benessere, alla bliche forniture, truffa, trasporto e smaltimento
bellezza e alla cura del corpo attraverso la fan- dei rifiuti in assenza di autorizzazione, traffico di
goterapia, ma di quello che ha mosso il traffico rifiuti, corruzione per atti contrari ai doveri d’uf-
di rifiuti tossici pericolosi in Abruzzo scoperto ficio e violazione di sigilli. Ma c’è anche chi,
dal Corpo forestale dello Stato nel corso dell’o- come il sindaco di Navelli, deve rispondere di
perazione “Fangopoli”. corruzione. I rifiuti che arrivavano a Navelli
Un appalto assegnato in modo illecito a impren- giungevano da tutta Italia. E pensare che la
ditori sostenuti dal favore dei vertici dell’Ato Piana di Navelli è famosa in tutto il mondo per
(Ambito territoriale ottimale) e dell’Aca (Azienda il suo zafferano a Denominazione di Origine
comprensoriale acquedottistica), imprenditori Protetta!
che avrebbero dichiarato il falso, truffato, gesti- In questa zona i rifiuti venivano trasportati e
to un traffico di rifiuti, smaltito fanghi senza smaltiti senza autorizzazioni. Arrivava un po’ di
autorizzazione. È questo il centro delle indagini tutto: fanghi del depuratore di Pescara, resti
condotte dal personale del Comando Provinciale della produzione conciaria e tessile, legno e an-
di Pescara della Forestale. che sostanze non ben identificate.
Fra gli indagati il Presidente dell’Aca, l’ex presi- Ma andiamo con ordine. Tutto è partito dall’ap-
dente dell’Ato, il sindaco di Navelli e la ditta Di palto del 2005 per la gestione, la costruzione e
Vincenzo & C nella persona dell’ing. Giovanni l’ampliamento del depuratore di Pescara. Il 28
Di Vincenzo. C’è un po’ di tutto nella lunga lista marzo del 2006, dopo una gara andata deserta,
di reati attribuiti ai 25 indagati dell’inchiesta i lavori furono aggiudicati definitivamente alla
della Procura di Pescara partita dalle indagini ditta “Di Vincenzo Dino & C”, di proprietà di
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