Descrizione e cenni storici
Il Cansiglio è un'altopiano che orograficamente appartiene alle Prealpi Carniche, di cui rappresenta l'ultimo bastione a diretto contatto con la pianura. Detto altopiano, di matrice prevalentemente calcarea o marnoso-calcarea ha una forma di catino ovale, allungato in direzione SO-NE il cui fondo si trova ad un'altezza media di circa 1.000 m; i rilievi che fanno da contorno hanno un'altezza media di circa 1400 slm
Le prime tracce dell'uomo nella zona del Cansiglio, costituite da punte di selce per armi, risalgono a circa 10.000 anni fa. Il Cansiglio viene citato per la prima volta da documenti storici in un diploma imperiale del 923 anno in cui l'imperatore Berengario I°, re d'Italia, lo concede in donazione ad Aimone, Vescovo e Conte di Belluno.
Nel 1404 tutta la Comunità di Belluno, compreso il Cansiglio, passa sotto la protezione della Repubblica di Venezia e nel 1548 il Consiglio dei 10 proclama il Cansiglio “Gran bosco da Reme di San Marco“, riservandolo alla produzione di remi per le galee (navi da guerra), assortimenti vari ad uso esclusivo dell’arsenale e trasformazione in carbone del materiale legnoso di scarso valore.
La Serenissima lo gestì con saggezza e lungimiranza, vietando il taglio del legname non autorizzato ed il pascolo.
Alla caduta della Repubblica di Venezia la Foresta passò al Dominio Napoleonico e subito dopo al Regno Lombardo Veneto.
Cinque anni dopo l'unità d'Italia, la foresta venne inclusa, per 7.000 Ha, nel patrimonio inalienabile dello Stato, gestito dal Corpo Forestale dello Stato. Attualmente 667 ha sono rimasti al Demanio con la denominazione Riserva Naturale Biogenetica Campo di Mezzo Pian Parrocchia, amministrata dall’Ufficio per la Biodiversità di Vittorio Veneto, dal 1 gennaio 2017 transitato nel Carabinieri, Comando Unità Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare. La Riserva Campo di Mezzo-Pian Parrocchia ricade per intero nell’’area SIC-ZPS“ Foresta del Cansiglio” e nella Rete Habitat Natura 2000.
I cimbri
Domenico Azzalini, originario di Roana (Vi), con quattro dei suoi figli fu il primo cimbro a giungere, nel 1798, in Cansiglio. Piccoli imprenditori, con pregressa esperienza in particolare in Carnia, erano artigiani che abbattevano i faggi per produrre talzi, assicelle sottili e flessibili utilizzate come stampi per il formaggio (scatoi), telai, scatole, … L’appaltatore Celotta propose l’acquisto di 1500 faggi in 10 anni. Fu così definito il primo contratto: i cimbri avrebbero lavorato in Cansiglio, nella zona di Vallorch, senza diritto permanente sul bosco e sul terreno. Gli affari partirono bene e le assegnazioni aumentarono con la crescita della popolazione e lo sviluppo degli affari; nel 1846 i faggi furono 900 per sei concessionari sparsi in tutto il bosco. I residui delle lavorazioni furono impiegati per vari usi domestici o rivenduti ai carbonai. Per i primi anni, questi artigiani si sarebbero potuti definire “nomadi” nel bosco perché quando la zona dei faggi assegnati era lontana dai casoni esistenti, per evitare trasporti laboriosi, costruirono ricoveri provvisori sul luogo, le hute. Col tempo nacquero diversi villaggi cimbri: Vallorch, Canàie Vècio, Pian dei Lóvi, I Pich, Valbona, poi Le Rótte, Campón, Pian Osteria e Canàie nuova. Dal 1859 furono stabiliti contratti d’affitto triennali dei fondi demaniali su cui sorsero i casoni. Successivamente la vita fu resa sempre più difficile ai Cimbri per favorirne l’esodo, riducendo loro le risorse disponibili. Nonostante tutti i problemi, gli anni ‘50 dell’‘800 furono il momento di massimo sviluppo dei Cimbri del Cansiglio, i loro prodotti, venduti nelle province venete, in Romagna e in Sicilia, furono esportati anche via mare da Venezia in Dalmazia, Grecia e Turchia. Ebbe poi inizio il declino che proseguì nonostante l’Unità d’Italia avesse determinato un’apertura ai nuovi mercati ligure e lombardo. La costruzione della strada, nel 1880 (l’attuale SS442), che unisce Fregona all’Alpago, passando per il Pian Cansiglio, rese economico l’uso del faggio ad aziende di notevoli dimensioni e con nuove tecnologie, che non risiedevano in foresta. Oggi pochi discendenti dei Cimbri vivono ancora in Pian Osteria, a Campon e, stagionalmente, nei Villaggi di le Rotte e Vallorch.
LA FAGGETA
Il Cansiglio è situato nelle Prealpi e risente quindi, a livello climatico, di influenze oceaniche, solo in parte compensate, nell’altopiano, da una locale continentalizzazione che è testimoniata sia da una maggiore presenza di conifere che da ambienti torbosi con entità artico-alpine.
La morfologia carsica e i fenomeni di inversione termica accentuano tale prospettiva e nelle doline e depressioni l’abete rosso diventa assai competitivo. La faggeta della Riserva (ascrivibile all’associazione Asperula-Fagetum) risulta largamente prevalente e maestosa, e se ha rappresentato, fino ad recente passato, una notevole risorsa in termini di legname di qualità, attualmente viene gestita privilegiando al massimo le funzioni ecologiche/ambientali Si tratta di faggete montane tipiche e faggete altimontane, ma non mancano, su piccole superfici, aspetti diversificati che implementano la biodiversità, come ad esempio la presenza di depressioni (doline) più fredde e lungamente innevate, che possono essere riferiti alle più tipiche foreste acidofile montane e alpine di Picea “Vaccinio-Piceetea”. In altri termini, entrando nella foresta si possono osservare variazioni di assetto, di struttura, di composizione floristica che su vasta scala, a un visitatore esterno, generalmente sfuggono. È la bellezza della complessità, che si esprime anche all’interno di un carattere paesaggistico più omogeneo, e che si può percepire entrando e sostando ad ascoltare la voce della foresta, specialmente laddove gli aspetti sono più maturi e il legno morto (che si accumula da quando non si effettuano utilizzazioni) comincia ad abbondare, creando nuovi habitat per microorganismi, funghi, insetti che vanno ad aumentare la biodiversità. Queste stupende faggete sono tra le più ricche e spettacolari sia per la struttura che per il loro intrinseco valore biogeografico.